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Simeone, Guardiola, Sarri, Spalletti e Maradona

Il calcio ha metodologie complesse che condizionano il rendimento delle squadre. Fattori determinanti sono l’organizzazione, il sistema di gioco, la dinamica, i sincronismi, la tecnica, le motivazioni. Gli automatismi, se ben recepiti, possono esaltare le doti dei singoli e le prestazioni dell’intero complesso. Nelle sedute di preparazione si trovano le soluzioni più idonee con spostamenti provati, riprovati e con molteplici opzioni per coprire e attaccare con rapide inversioni di marcia. La velocità di esecuzione è fondamentale. Per migliorare la tecnica bisogna insegnare ai giocatori come muoversi, cercando di evitare di entrare in contatto con l’avversario per avere maggiore libertà, sono poi indispensabili allenamenti specifici in spazi stretti. Simeone è nell’élite degli allenatori per la capacità di entrare nella mente dei giocatori e convincerli che per vincere sono necessari sacrifici e temperamento. Le motivazioni che sa trasmettere consentono alla squadra di rivaleggiare alla pari anche contro formazioni superiori. Il Cholo è un abile stratega che sa stimolare l’orgoglio dei suoi ragazzi. E’ un buon psicologo e quando è il caso sa alleggerire lo stress. Amicizia, stima e unità d’intenti hanno grande valenza. Guardiola. Nel calcio non si possono introdurre idee nuove e ottenere subito i risultati. Ci vuole tempo e il tempo nel calcio è un bene prezioso. Il suo tiki taka si basa sullo sviluppo di una tecnica collettiva che per essere efficace necessita una manovra rapida. Lui è stato bravo a instaurare un rapporto fiduciario con i giocatori e ottenere la totale accettazione delle sue idee. Nel suo credo tattico era fondamentale pressare e accorciare quando la squadra perdeva palla in modo che tutti partecipassero attivamente anche alla fase difensiva, meccanismi che una volta memorizzati hanno prodotto risultati spettacolari. Pep ha valorizzato il gioco della squadra anche a costo di sacrificare le peculiarità di alcuni individualità. Messi da ala a falso centravanti, un cambiamento che ha prodotto risultati immediati già nel primo test ufficiale contro il Real Madrid che terminò 6-2 per il Barca con due gol di Leo. L’obiettivo di Guardiola era depersonalizzare i giocatori personalizzando la squadra. Sarri. Il gioco del Napoli: aggressione, grinta, circolazione della palla, proprietà di palleggio: componenti essenziali di un modulo rivelatosi redditizio che ha prodotto il record di gol di Higuain (36 in 35 partite), il record di punti in Serie A (82 con 19 punti in più dell’anno scorso), seconda difesa del campionato (32 reti) e secondo attacco (80 reti). Spalletti ha trasformato una squadra confusionaria e timorosa. La sua Roma, imbattuta per 17 giornate (14 vittorie 3 pareggi), è stata un caterpillar che ha travolto tutti grazie alla sua manovra offensiva (47 gol nelle 19 partite del girone di ritorno realizzati da 14 marcatori diversi). Gli acquisti di El Shaarawy e Perotti hanno ulteriormente rinforzato il reparto d’attacco. Il fiore all’occhiello è stato Totti, estratto dal cilindro al momento giusto col risultato che “Er Pupone” ha realizzato gol decisivi che hanno fatto la differenza. Maradona era una sorta di icona del calcio, ma come CT dell’Argentina non ha saputo ottimizzare una rosa composta da fuoriclasse come Messi, Tevez, Higuain, Veron, Mascherano, Di Maria, Aguero. Già la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazione mondiali (6-1 contro la Bolivia) gli aveva complicato il percorso, poi nell’ultima giornata del girone battendo 1-0 l’Uruguay a Montevideo, l’Albiceleste è approdata ai Mondiali. Con le quattro vittorie consecutive all’inizio del Mondiale in Sudafrica sembrava che tutto fosse superato, invece l’eliminazione (4-0 con la Germania nei quarti) ha scatenato nuovamente una marea di critiche. La stampa, contro la quale Diego si era scagliato dopo che aveva messo in dubbio le sue qualità, non ha perso l’occasione: «Maradona ha evidenziato la propria inadeguatezza. Non ha mai assunto il controllo della squadra, si è dimostrato un inetto».

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  Scritto da Tiziano Crudeli il 29/05/2016
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