Quantcast

Vota il sondaggio

Inserisci la tua email per votare

Puoi votare solo una volta per questo sondaggio e la tua email deve essere valida.
La tua email non sarà resa ne pubblica ne visibile.

Consenso al trattamento dati:

Accetta il trattamento dei dati.

 
×
Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI PROVINCIALI GIOVANILI    

Alla conquista della Premier League

Nel calcio moderno si è accentuata la prevalenza al difensivismo. L’Europeo ci ha insegnato che nazionali come Albania, Islanda, Romania, Irlanda, Galles e Polonia ma anche l’Italia e il Portogallo, quando si è infortunato Ronaldo, hanno optato per una scelta tattica molto accorta. Squadre compatte e grande forza fisica. Non ci sono sono più i registi alla Pirlo, mancano i centravanti di caratura internazionale che comunque sono lasciati isolati in avanti senza adeguati rifornimenti. Equilibrio e prevalenze delle difese. Con molti giocatori dietro la linea della palla che costringevano gli avversari ad attaccare in spazi super­affollati. Proprio il Portogallo, neo campione d’Europa, è una testimonianza concreta di quanto sia stato importante il collettivo capace di supplire l’assenza della sua stella di prima grandezza. Fabio Capello sostiene che nel calcio di oggi c’è la sempre più diffusa tendenza di schierare un modulo 9­1. Come dire: difesa ad oltranza e poi si vedrà. I valori si sono appiattiti proprio perché quasi tutte le squadre pensano a chiudere spazi facendo intensità. Difficile districarsi in questi dedali sempre più affollati, per cui soltanto quando affiora la stanchezza e il logorio fisico si apre qualche varco che consente di sbloccare il risultato. In Inghilterra da sempre pensano di aver inventato il calcio, dopo il terremoto dell’eliminazione clamorosa all’Europeo ad opera dell’Islanda si sono resi conto che i loro tecnici hanno una visione forse troppo antiquata per cui i club di Premier League fanno incetta di allenatori stranieri. Soprattutto italiani. Nelle 20 squadre di Premier League, 15 sono gli allenatori che arrivano dall’estero. 4 italiani: Ranieri al Leicester, Guidolin allo Swansea, Mazzarri al Watford, Conte al Chelsea. Di Matteo invece allena l’Aston Villa in Championship. Sempre in Premier League Guardiola è andato al City, Klopp al Liverpool e Mourinho al Manchester United. Gli altri: 2 francesi (Wenger e Puel), 2 gallesi (Hughes e Pulls), 1 olandese (Koeman), 1 altro spagnolo (Karanka), 1 croato (Bilic), 1 argentino (Pochettino). Nel massimo campionato inglese è in atto una vera e propria rivoluzione anche tattica. In Premier prevaleva la corsa, la fisicità, l’atletismo e con Ranieri è arrivata la celebrazione di un gioco più tattico esaltato da contropiedisti velocissimi e semi­sconosciuti. Il Leicester era una squadra operaia molto compatta che ha seguito alla lettera i dettami del tecnico e si è imposta contro ogni pronostico. Adesso con Conte è probabile che cambierà anche il nobile Chelsea (“nobile” per il raffinato quartiere londinese dove è locato e per i tifosi, quasi tutta gente del posto, che dopo le delusioni della stagione appena trascorsa hanno diradato la loro presenza allo Stamford Bridge). Il Chelsea, ultimo club inglese a vincere nel 2012 la Champions League con Di Matteo, potrebbe diventare un complesso con meno cura dell’estetica ma con una maggiore praticità. La stampa inglese ha accolto Conte gratificandolo come il “Master of tactics” (maestro di tattica). L’ex ct dell’Italia appena approdato a Londra nel suo primo incontro con i Blues al Centro Sportivo di Cobham ha subito messo in chiaro: «Sarà l’estate più tosta della vostra vita. Preparatevi a sgobbare». Il suo ordine di scuderia: «Correre e combattere». D’altronde gli inglesi da sempre corrono e combattono anche se tatticamente sono poco portati a rispettare rigidi schemi. Professionalmente Antonio Conte è scrupoloso fino all’eccesso. Nella sua concezione dell’etica del lavoro sudore, fatica e umiltà sono componenti essenziali. E’ anche molto orgoglioso, abile nel trasmettere motivazioni. Ha una cura maniacale dei particolari dentro e fuori dal campo. E’ sua intenzione rinforzare la difesa dei Blues, l’anno scorso punto debole della squadra. Piace il ventiduenne John Stones dell’Everton, valutato 50 milioni di sterline e fortemente voluto anche da Guardiola. Intanto il Chelsea ha acquistato per 36 milioni dal Leicester il centrocampista moto perpetuo N’Golo Kantè.

Print Friendly and PDF
  Scritto da Tiziano Crudeli il 29/07/2016
Tempo esecuzione pagina: 0,02924 secondi