E' già fallito il progetto delle seconde squadre?
In una serie C sempre di più in crisi di identità, la stagione 2018-2019 non ancora conclusa è stata caratterizzata dal fallimento delle seconde squadre. I benefici che si attendevano da questa innovazione nel calcio italiano non sono arrivati ed anche il governo del calcio si è detto pronto a compiere un passo indietro. I due obiettivi era valorizzare maggiormente i giovani e di ridare maggiore interesse ad un campionato di serie C che ogni anno deve affrontare grosse difficoltà, tra fallimenti, rinunce di società a campionato in corso e penalizzazioni. Il solo apporto della Juventus Under 23 si è rivelato insufficiente per raggiungere gli obiettivi che questo progetto si aspettava. I giovani bianconeri, ancorati a metà classifica nel girone A di serie C, hanno infatti giocato le partite casalinghe al “Moccagatta” con una media spettatori nelle partite casalinghe di qualche centinaia. I calciatori della Juventus Under 23 hanno certamente potuto confrontarsi con un campionato più difficile di quello Primavera ma allo stesso tempo hanno perso l'opportunità di fare esperienza in piazze di provincia, decisamente più passionali e con maggiori pressioni. A parte il club bianconero, tutti gli altri club di serie A hanno snobbato questo progetto e dalla prossima stagione si potrebbe tornare alla formula tradizionale senza squadre B. La necessità più impellente della serie C, infatti, è trovare delle regole chiare e certe per evitare l'ecatombe delle ultime stagioni con la classifica a venire sistematicamente riscritta ogni settimana o quasi da sentenze dei tribunali sportivi. Proprio in serie C quest'anno si è toccato il fondo con il caso della Pro Piacenza esclusa dopo aver perso per 20-0 a Cuneo scendendo in campo con 7 giocatori. Uno scempio che potrà essere evitato solo attraverso un intervento deciso della politica calcistica.