Il miglior Toro della stagione sbanca Roma, la Juve regola il Cagliari
Toro sontuoso, probabilmente nella sua miglior versione stagionale, che compie un'impresa capitale tornando a scalare la classifica e ripagando per una sera i propri tifosi delle amarezze trangugiate nella prima parte dell'annata. Juve ancora convalescente e dedita a smaltire le tossine della sosta per tutta la frazione iniziale, poi cinica e concreta nell'approfittare delle distrazioni altrui, che fa saltare il muro del Cagliari grazie alle giocate dei suoi tre tenori e chiude in gloria con un crescendo nell'intensità della manovra facendo tornare il sorriso anche sul volto del suo allenatore. Ricca la calza della Befana per le due torinesi, che hanno iniziato il nuovo anno come meglio non avrebbero potuto.
La copertina va d'obbligo ai granata, che condotti da un Belotti (foto Rai Sport) stratosferico sono tornati a sbancare l'Olimpico di Roma, versante giallorosso, dopo la bellezza di dodici anni e mezzo. Due gol, un palo e una traversa colpiti, la presenza costante in ogni momento del gioco e nei frangenti cruciali dell'incontro, l'esempio costante per trascinare i compagni hanno incoronato il capitano torinista uomo della partita, ma la prestazione di tutta la squadra di Mazzarri è stata impeccabile. Atteggiamento convincente e propositivo nonostante le innumerevoli assenze sin dal fischio d'avvio, accettando sì di soffrire e stringere i denti di fronte all'incalzare offensivo romanista, ma non mancando mai di andare a pressare alto a partire dagli attaccanti (pregevole in questo senso la dedizione di Berenguer e Verdi, oltre a quella del solito "Gallo") e di schermare con i disciplinati ed efficaci Lukic e Rincon le fonti del gioco giallorosso.
Ben disposta ed ordinata la difesa, su cui si stagliava ancora una volta un Sirigu in versione Nazionale, i granata approfittavano della serata da polveri bagnate delle bocche da fuoco avversarie ed il loro recupero palla con ficcanti ripartenze in verticale diventava la chiave di volta della partita, come testimonia lo sviluppo delle azioni che hanno portato alla doppietta di Belotti.
Anche gli episodi hanno premiato il Toro, con gli errori sotto porta di De Silvestri, Lukic e Berenguer che non hanno pesato sull'economia della gara, Izzo graziato dal secondo cartellino giallo e il VAR che ha fatto in pieno il suo dovere, richiamando, seppur tardivamente, Di Bello e inducendolo a concedere il rigore che ha chiuso i giochi. Trascurabili le difficoltà, specie nella ripresa, sugli esterni, dove De Silvestri ha faticato a contenere le iniziative romaniste, mentre Aina è apparso finalmente all'altezza della situazione.
La vittoria di Roma ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la bravura di Mazzarri nel preparare ed interpretare le partite giocando tatticamente sull'avversario, con il Toro che si è mostrato ancora una volta squadra a proprio agio più in trasferta, dove può contenere e ripartire, che in casa. Riuscire a "fare la partita" anche tra le mura amiche dell'Olimpico Grande Torino e trovare continuità di rendimento e risultati, saranno i prossimi passi da compiere da parte dei granata.
Sorride anche la Juve, che ha piegato la resistenza del Cagliari solo nella ripresa al termine di una gara dominata, con modalità differenti nella due frazioni, dal primo all'ultimo minuto. Scialbi i quarantacinque minuti iniziali, in cui di fronte alla passività degli isolani, i quali si limitavano a chiudere gli spazi nella loro metà campo ripartendo una sola volta con Nainggolan, i bianconeri mantenevano il totale controllo dell'iniziativa accompagnata però da ritmi bassi non sufficienti a fare breccia nell'accorto schieramento difensivo avversario. L'ostinazione nel voler andare alla conclusione sempre per vie centrali al termine improbabili triangolazioni e l'imprecisione nelle ultime giocate facevano il resto, tanto che l'unica vera occasione arrivava dal colpo di testa di Demiral su angolo di Pjanic, che si stampava sulla traversa.
I guizzi dei singoli sbrogliavano la matassa nella ripresa. Ronaldo era scaltro ad approfittare del retropassaggio suicida di Klavar e stappava una partita complicata. Dopodiché la Juve ritrovava ritmo, accelerazioni, pressing alto e fraseggi in verticale più rapidi, ma ci voleva ancora uno spunto individuale di Dybala per provocare il rigore con cui il portoghese metteva in ghiaccio il successo. La gioia personale di Higuain e il timbro con cui CR7 si portava a casa il pallone arrivavano addirittura in contropiede, punendo forse eccessivamente i sardi sbilanciati in avanti nel tentativo di riaprire la gara.
Nota positiva la porta inviolata, anche se ad aiutare un reparto difensivo attento e quasi mai impensierito da avversari spenti e remissivi, sono stati i legni che hanno negato a Simeone e Joao Pedro la soddisfazione del gol. Oltre alla batteria offensiva, tra i singoli bianconeri hanno convinto Cuadrado, accorto in copertura e più propositivo di Danilo e De Sciglio in attacco, Rabiot, che ha mostrato qualche segnale di crescita, e il ritrovato Douglas Costa. In ombra e sempre enigmatico Ramsey. Sorbito il brodino corroborante dopo la delusione della Supercoppa, la Juve dovrà continuare fin dalla prossima insidiosa trasferta di Roma nel suo cammino di crescita e ricerca d'identità, per proseguire nella corsa al vertice in campionato e farsi trovare pronta alla fase decisiva della Champions League.