Serie A: la zampata di Vlahovic decide il derby della Mole
La Juventus la spunta di misura sul Torino in una gara caratterizzata dalla paura di perdere
Un derby caratterizzato più dalla paura di perdere che dalla voglia di vincere va alla Juventus grazie ad una zampata di Vlahovic ad un quarto d'ora dalla fine, che fa sorbire un brodino ricostituente ai convalescenti bianconeri dopo i disastri contro Milan e Maccabi Haifa e allunga il digiuno di vittorie nella stracittadina dei granata, ancora una volta vittime a gioco lungo dei loro endemici difetti.
Problemi di formazione e tensione palpabile su ambo i fronti al fischio d'inizio. Davanti a Milinkovic-Savic, per distacco il migliore dei suoi evitando ai granata un passivo maggiore, Juric schierava una difesa a tre con Schuurs impegnato a fare a sportellate con Vlahovic (dopo un buon avvio perderà alla distanza il confronto con il serbo), Djidji e Rodriguez a contenere, senza troppi patemi per la verità, l'impreciso ed evanescente Kean, con lo svizzero chiamato anche a salire in pressione su McKennie. Nel settore nevralgico Lukic e Linetty si neutralizzavano con Locatelli e Rabiot, mentre sulle corsie esterne si fronteggiavano con alterne fortune Cuadrado e Lazaro, Kostic e Aina. Il tridente obbligato, quanto leggero e poco pungente del Toro, formato da Vlasic, Radonjic e Miranchuk, veniva invece preso in consegna, anche in questo caso senza correre eccessivi rischi, da Danilo, Bremer e Alex Sandro.
Lineare quanto scontato lo schema tattico della prima frazione di gioco. Squadre molto coperte e qualche timido tentativo di pressione alta per recuperare palla e ribaltare il fronte, vanificato sulla sponda granata da un'intensità inferiore a quella vista in precedenti occasioni e su quello bianconero da un'eccessiva imprecisione nel palleggio in uscita, indice di un'evidente insicurezza.
Unico sussulto, dieci minuti prima dell'intervallo, la raffica di conclusioni di Vlahovic, Locatelli e Rabiot sventate da Milinkovic-Savic che risvegliavano pubblico e addetti ai lavori dal torpore generale di una prima frazione povera di contenuti e di emozioni.
Più vivace la ripresa, quando le maglie cominciavano ad allargarsi su ambo i fronti concedendo qualche spazio in più alle iniziative dei singoli e alle verticalizzazioni in profondità. Il portiere granata era ancora bravo ad opporsi alla conclusione "strozzata" di Locatelli, poi il Toro trovava un po' di coraggio e chiamava Szczesny alla parata su Vlasic e sulla percussione di Lazaro.
Con il passare dei minuti la squadra di Juric perdeva di intensità e compattezza e quella di Allegri, scrollatasi di dosso le tensioni di inizio gara, era abile a proporsi di rimessa. Clamorosa l'occasione fallita a porta vuota da Kean su invito di Kostic, quindi attorno alla mezz'ora gli episodi che facevano pendere l'ago della bilancia della stracittadina in favore della Vecchia Signora, evidenziando i pregi degli uni e i difetti degli altri. Miranchuk da posizione favorevole non sfruttava la passività degli avversari in chiusura e calciava a lato riportando ancora una volta in luce la cronica difficolta e la poca concretezza offensiva torinista.
Sull'altra sponda emergevano le qualità dei singoli. Vlahovic, finalmente autore di una convincente prestazione in crescendo, dapprima chiamava di testa Milinkovic-Savic a tenere ancora inviolata la propria porta, poi sgusciava alle spalle di tutti sulla "spizzata" di Danilo in seguito al corner di Cuadrado e decideva la partita sfruttando il calo di concentrazione difensiva della squadra di Juric, divenuto una pericolosa costante nei finali di gara.
Epilogo di nuovo bloccato e privo di occasioni. Gli innesti del recuperato Pellegri, di Singo e Karamoh movimentavano senza però incidere sull'efficacia della manovra granata, mentre la Juventus, in cui in apertura della ripresa Bonucci aveva rilevato l'infortunato Bremer, una volta passata in vantaggio si copriva ulteriormente, finendo con un blindato 4-5-1 dopo l'ingresso di Paredes per Vlahovic, lasciando in avanti il solo Milik, sostituto dell'impalpabile Kean. Madama non correva così rischi e il triplice fischio di Mariani premiava la maggiore intraprendenza dei bianconeri, mentre i granata, imprigionati nei loro limiti e nelle loro lacune, vedevano di nuovo infrangersi il sogno di fare bottino nel derby, uscendo per l'ennesima volta a mani vuote dal campo.
Archiviate gioie ed amarezze della stracittadina, le due paladine del calcio sotto la Mole sono già proiettate ai prossimi impegni di campionato. Prima a scendere in campo venerdì sera la Juventus, che ospiterà l'insidioso Empoli con l'imperativo di dare continuità ai risultati e proseguire la risalita in classifica. Il Torino, dopo la parentesi di Coppa Italia di martedì contro il Cittadella, andrà a rendere visita domenica all'ora di pranzo alla lanciatissima Udinese, in una trasferta sulla carta improba.
Fotografia: www.torinofc.it