Serie A: 2° successo di fila per la Juve, il Toro sbanca Udine
La Juventus dà continuità ai risultati, travolge l'Empoli senza eccessiva fatica e mette in mostra qualche progresso sul piano del gioco, della determinazione e della mentalità, proseguendo nel suo percorso di risalita. A Udine il Torino riassapora la vittoria che mancava dal 5 settembre ritrovando concretezza, concentrazione e maturità per tutto l'arco della gara. Campane a festa per le due rappresentati del calcio sotto la Mole dopo l'undicesima giornata di campionato.
Ad aprire le danze era la Juve nell'anticipo del venerdì contro l'insidiosa squadra toscana. Allegri riproponeva il 3-5-2 caratteristico di questo periodo bianconero, ovviando all'assenza dell'infortunato Bremer con l'inserimento in difesa di Rugani al fianco del rispolverato Bonucci e del polivalente Danilo, riciclato nel "braccetto" di sinistra. Sulle corsie esterne prova in crescendo di Kostic (che deve comunque trovare ancora maggiore precisione nei cross) e altalenante di Cuadrado, il quale alternava assist, e giocate di qualità a momenti di amnesia e difficoltà in fase di ripiegamento, specie nella prima frazione di gioco.
Nel settore nevralgico McKennie riusciva a dare concretezza (anche realizzativa) al suo movimento che spesso lo portava a ridosso delle punte, Locatelli si calava con maggiore efficacia nel ruolo di regista e Rabiot era finalmente autore di una prestazione di sostanza, premiata al termine dalla sua prima doppietta in bianconero. Sul fronte offensivo si registrava la piacevole sorpresa di Kean, volitivo, determinato e pungente, cui faceva da contraltare negativo la scialba prova di Vlahovic, generoso e combattivo quanto poco incisivo.
Sbloccato in apertura il risultato con Kean, la Vecchia Signora ricadeva nell'antico errore di allentare la presa lasciando campo alla squadra di Zanetti, che non rinunciava mai a proporre gioco tenendo sempre all'erta gli avversari, con Szczesny bravo a turare le falle lasciate dai compagni di reparto. Sull'altro fronte i bianconeri mancavano il raddoppio con Kean e McKennie e andavano al riposo con un vantaggio al solito esiguo.
Copione totalmente diverso nella ripresa. Madama aveva il merito di allungare subito grazie all'inzuccata del suo centrocampista texano proseguendo nello sfruttamento delle palle inattive (aspetto che aveva lasciato a desiderare in avvio di stagione) e una volta messa in ghiaccio la partita si liberava dalle tensioni, prendeva in mano il gioco e dava vita ad un crescendo di intensità e determinazione supportato da una buona condizione atletica, visto di rado in precedenza. L'Empoli per contro spariva dal campo, vanificando quanto di buono aveva mostrato nei primi quarantacinque minuti. Le parate di Vicario lo salvavano sulle conclusioni a botta sicura dei subentrati Miretti e Milik (che sciupava anche un clamoroso colpo di testa), mentre nel finale il punteggio assumeva dimensioni consistenti grazie alla doppietta del redivivo francese.
Vinte per la prima volta due partite consecutive in stagione, la Juve affronterà martedì la trasferta di Champions League in casa del Benfica. Nella capitale portoghese quasi l'ultima spiaggia non solo per non uscire dal massimo torneo continentale, ma anche per non lasciare del tutto l'Europa. Sabato poi, testa di nuovo al campionato andando a rendere visita al Lecce.
Dopo le amarezze del derby, il Toro archivia con autorevolezza la pratica Cittadella in Coppa Italia e sfata il tabù dei colori bianconeri ritrovando ad Udine sorrisi e vittoria che in campionato mancavano dal successo casalingo di misura a spese del Lecce del 5 settembre. Mister Juric rivoluziona la difesa, schierando Zima, Schuurs e Buongiorno davanti a Milinkovic-Savic. Sulle corsie esterne rinnovata fiducia ad Aina e Lazaro (tra i migliori in campo), mentre le chiavi del gioco sono affidate a Ricci, riproposto titolare, e Lukic. Cambiamenti anche in attacco, dove la coppia di trequertisti veniva formata da Vlasic e Miranchuk a supporto del terminale offensivo Pellegri.
Partenza accorta su ambo i fronti, con le squadre che badavano a non scoprirsi in un contesto in cui i friulani risultavano più propositivi, mentre i granata, secondo un copione consolidato, non disdegnavano di recuperare palla ed agire di rimessa sfruttando gli inserimenti sulle fasce laterali.
Proprio da un affondo sulla sinistra di Vlasic nasceva l'azione che portava Miranchuk a servire Aina (bravo a inserirsi a centro area) per la rete del vantaggio granata. I torinisti contenevano senza affanni il ritorno della squadra di Sottil, ma l'ennesimo pasticcio difensivo, indice di una continuità di concentrazione ancora da migliorare, permetteva a Deulofeu di riportare la gara sui binari dell'equilibrio. Dopodiché, la parte finale della prima frazione scorreva via con il Toro attento a chiudere gli spazi limitando la pericolosità del giro palla bianconero, con qualche alleggerimento in contropiede.
Canovaccio tattico simile ad inizio ripresa, poi, forse nel momento migliore dell'Udinese, il Toro ritrovava cinismo e concretezza con l'incornata vincente. Il subetrato Radonjic era bravo a verticalizzare in area per Pellegri, che infilava un non impeccabile Silvestri sul primo palo.
Nell'ultimo quarto di gara la squadra di Juric mostrava compattezza, concentrazione ed equilibrio fra i reparti senza rischiare più di tanto di fronte all'aumentare della pressione di quella di Sottil. Vietato ai deboli di cuore l'epilogo, con i giocatori entrati dalla panchina protagonisti. Dapprima Karamoh si involava in campo aperto vedendosi respingere per due volte la conclusione del k.o., quindi Milinkovic-Savic deviava con la punta delle dita in angolo il tiro a botta sicura di Beto, suggellando la meritata vittoria granata.
Con la classifica e il morale rinfrancati, il Toro domenica sera riceverà il lanciatissimo Milan in un'altra partita da affrontare a mente libera ed in cui non avrà nulla da perdere, ma dove dovrà cercare di fare di tutto per non uscire dal campo con gli applausi e il solito pugno di mosche in mano.
Fotografia dal sito web ufficiale del Torino F.C.