Serie A: vittorie per Torino e Juventus nel turno infrasettimanale
I granata superano la Sampdoria, i bianconeri vincono in casa dell'Hellas Verona
Un Toro solido e concreto archivia il passo falso di Bologna, pur non incantando regola all'inglese con un gol per tempo la fragile Sampdoria e si rimette in marcia. Massimo risultato con il minimo sforzo per la Juve, che subisce durante tutta la gara l'intensità e l'intraprendenza dell'indomito fanalino di coda Verona, ma fa quadrato, piazza con cinismo il colpo vincente e grazie anche alla buona sorte (leggi VAR magnanimo) centra la quinta vittoria consecutiva mantenendo oltretutto la porta inviolata e rientra di slancio in zona Champions League. Larghi sorrisi dopo il turno infrasettimanale di campionato per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
In una serata tipicamente autunnale con pioggia battente, Juric rivoluzionava la linea difensiva schierando Zima, Schuurs e Rodriguez, mentre affidava le fasce laterali a Singo e Vojvoda, con Ricci e Linetty ad operare "di lotta e di governo" nel settore navralgico del campo. Indovinata la mossa tattica di impiegare il tridente leggero, con i movimenti intercambiabili di Radonjic, Miranchuk e Vlasic a tenere in costante apprensione la retroguardia blucerchiata.
Con le due squadre bloccate e gli spazi intasati, a stappare la partita non poteva che essere un'iniziativa dei singoli, puntualmente arrivata alla mezz'ora con il recupero palla di Miranchuk seguito dalla tambureggiante progressione in verticale di Vlasic concretizzata dalla rapida girata in area di Radonjic (in azione nella foto tratta dal sito ufficiale del Torino FC).
Passati in vantaggio, i granata, che nel frattempo avevano dovuto rinunciare all'infortunato Schuurs rimpiazzato da Buongiorno, contenevano senza rischiare la sterile reazione dei liguri andando al riposo meritatamente avanti.
Il Toro serrava le fila con personalità ad inizio ripresa quando doveva fronteggiare la sfuriata doriana alla ricerca del pareggio e chiudeva i conti al primo affondo. Questa volta lo strumento scelto era la manovra aggirante, che portava Vojvoda a servire dalla sinistra Vlasic, il quale da centro area raddoppiava "fotocopiando" la rete del vantaggio siglata da Radonjic.
Nell'ultima mezz'ora la squadra di Juric non abbassava la guardia mantenendo alta la concentrazione e si chiudeva a doppia mandata respingendo le volitive quanto sterili iniziative d'orgoglio dei liguri. Il triplice fischio sanciva il ritorno alla vittoria del Torino, che domenica, nell'ultimo impegno prima della sosta per i Mondiali, renderà visita all'incostante Roma di Mourinho.
Rinvigorita nel morale dal prestigioso successo sull'Inter, la Juve appariva invece svuotata di energie e priva della giusta tensione sul campo tradizionalmente ostico di Verona. La squadra di Allegri, che riproponeva l'ormai consolidato modulo 3-5-2, subiva nel primo quarto d'ora il dinamismo degli scaligeri che andavano a velocità doppia rispetto ai bianconeri. Se da un lato il trio difensivo Bremer-Bonucci-Danilo imbrigliava Duric e limitava le incursioni di Kallon e Lasagna, sulle corsie esterne Cuadrado e Kostic avevano il loro da fare a contenere le iniziative dei dirimpettai, al pari dei centrocampisti Fagioli, Locatelli e Rabiot, spesso costretti ad accettare l'uno contro uno in cui spesso avevano la peggio.
Con il passare dei minuti la Juve riusciva ad avanzare il baricentro, ma i gialloblù chiudevano gli spazi e la poca intensità costringeva gli uomini di Allegri a cercare infruttuose manovre aggiranti per linee orizzontali, con gli attaccanti Milik e Kean più dediti al lavoro di raccordo che a quello di finalizzazione.
Dopo l'intervallo era sempre l'Hellas a fare la partita, con la Vecchia Signora che però cominciava a trovare maggiori spazi e a pungere di rimessa. Le qualità dei singoli facevano la differenza dopo un'ora di gioco, quando Milik recuperava palla e serviva Rabiot, il quale verticalizzava per Kean, bravo a trafiggere Montipò.
Sbloccato il risultato Allegri cercava di congelare il vantaggio inserendo dalla panchina forze fresche "ruolo per ruolo", ma il finale era di nuovo di sofferenza con il punteggio in bilico e la squadra di Bocchetti che si riversava in avanti. Il VAR questa volta dava una mano a Madama, dapprima ignorando un chiaro fallo di mano in area di Danilo, quindi chiamando di Bello alla revisione che portava a ribaltare il giudizio sul contatto fra Bonucci e Verdi, togliendo il rigore assegnato in un primo momento ai gialloblu. Epilogo vietato ai deboli di cuore, con la stilettata al volo di Di Maria che faceva correre un brivido lungo la schiena di Montipò ed Alex Sandro che si immolava con una fallo da ultimo uomo che gli costava l'espulsione ma salvava il risultato.
La Juve, di nuovo "brutta, sporca e cattiva" ma dannatamente vincente, intascava così tre punti fondamentali per la classifica che la riportano in zona Champions League e le consentono di preparare con spirito giusto lo scontro diretto di domenica sera con la Lazio.