Serie A: Toro bloccato in casa dal Verona, la Juve passa a Cremona
Il Toro si incarta con il fanalino di coda Verona e spreca una grossa occasione per ripartire di slancio. La Juve brutta, sporca, cattiva e più cinica che mai sfrutta in extremis un colpo di biliardo di Milik, lascia la volitiva e sfortunata Cremonese con un pugno di mosche in mano e prosegue la sua striscia vincente continuando a mantenere la porta inviolata.
Ripresa di campionato dai due volti per le paladine del calcio sotto la Mole. Il convulso turno infrasettimanale ha riservato un pomeriggio per nulla danzante ai granata di Juric. Sempre alle prese con le assenze, il tecnico croato optava per una formazione che ha lasciato più di un dubbio specie per quanto riguarda le scelte nel reparto avanzato, risultato "spuntato" e poco incisivo. Se di fronte all'estremo baluardo Milinkovic-Savic agiva la collaudata linea difensiva composta da Djidji, Schuurs (in azione nella foto tratta dal sito ufficiale del Torino FC) e Rodriguez, le corsie esterne erano affidate a Lazaro e Vojvoda e lo sviluppo del gioco alla qualità ed alla quantità di Lukic e Ricci, in attacco lasciava a desiderare l'impiego di Vlasic come "falso nove" supportato dai trequartisti Radonjic e Miranchuk, con la rinuncia al centravanti di ruolo Sanabria.
Ne scaturivano difficoltà a fare breccia nella retroguardia scaligera con la manovra torinista che finiva per arenarsi ai limiti dell'area gialloblù, mentre sull'altro fronte il centravanti-boa Dijuric e le sue "spizzate" a favore degli inserimenti dei compagni tenevano desta la difesa torinista. L'equilibrio quasi privo di emozioni caratterizzato da molti duelli individuali veniva interrotto al tramonto della prima frazione proprio da Dijuric, che anticipava tutti di testa sul corner battuto da Lazovic.
Nella ripresa il Toro appariva più volitivo, ma per raddrizzare la situazione doveva affidarsi ad una perla balistica dai venticinque metri di Miranchuk, mentre l'inserimento di Sanabria per Radonjic a metà ripresa non era sufficiente a cambiare l'inerzia della gara. Era anzi il Verona a creare qualche pericolo con insidiosi cross non sfruttati dai propri avanti (clamoroso l'errore di Lazovic), mentre in pieno recupero Lukic spediva a lato di testa il pallone gentilmente regalato dall'uscita a vuoto di Montipò, accrescendo il rammarico granata per l'ennesima occasione casalinga sciupata. Domenica all'ora di pranzo la squadra di Juric dovrà cercare di non farsi andare di traverso l'insidiosa trasferta in casa della Salernitana dell'ex mister Nicola.
Allegrismo puro con qualche brivido di troppo, una buona dose di fortuna e un lungo, gioioso, sospiro di sollievo finale per la Juve a Cremona. Così come i "cugini" granata, anche i bianconeri dovevano far fronte alle assenze, cui il tecnico livornese sopperiva con scelte azzardate, mentre i suoi giocatori ricadevano nell'errore di approcciare l'incontro in maniera troppo morbida. Davanti al compatto schieramento grigiorosso gli juventini agivano troppo spesso per linee orizzontali senza riuscire a verticalizzare le giocate, soffrendo oltre misura il dinamismo avversario. La squadra di Alvini era così brava a riconquistare palla e a ribaltare il fronte prendendo d'infilata la difesa di Madama, apparsa particolarmente in sofferenza nella catena di destra fra il titubante Gatti e lo spaesato Soulé (molto meglio il talento argentino in fase offensiva e conclusiva), mentre Bremer e Danilo rimediavano col mestiere.
I due gol annullati alla Cremonese per fuorigioco millimetrico e intervento falloso rilevato con severità suonavano come campanello d'allarme al pari dell'inconsistenza a centrocampo di McKennie, Locatelli e Fagioli, con Miretti non ancora del tutto a suo agio nel ruolo di "sottopunta" libera di svariare e Milik troppo isolato in avanti benché cercasse anche di proporsi a cucire la manovra.
La Vecchia Signora doveva fare di necessità virtù e si affidava alle conclusioni dalla distanza, che vuoi per difetto di mira, ma soprattutto per gli interventi di un Carnesecchi particolarmente reattivo, non sortivano gli effetti sperati.
Secondi quarantacinque minuti con le due squadre in altalena. La Juventus alzava ritmo e baricentro trovando giovamento soprattutto dagli ingressi di Chiesa, Rabiot e Kean, ma sbatteva contro la saracinesca tirata giù dal portiere grigiorosso; la Cremonese continuava a sfruttare di rimessa i varchi concessi da una retroguardia avversaria non sempre lucida e dalle maglie pericolosamente allentate. Solo il palo sulle conclusioni di Dessers e Afena Gyan e il guizzo di Szczesny su Valeri negavano ai lombardi un vantaggio tutto sommato meritato.
Finale di gara secondo copione. La Cremonese, bella quanto poco concreta, scontava ancora una volta la propria sterilità offensiva, mentre la Juve dimostrava di crederci fino alla fine e capitalizzava le maggiori qualità dei suoi singoli con il colpo di biliardo su punizione di Milik che carambolava sul palo prima di finire in rete castigando forse l'unica incertezza della serata di Carnesecchi.
La banda di Allegri intascava così un'altra pesantissima vittoria di "corto muso", metteva in fila il settimo successo consecutivo mantenendo la porta inviolata (quella bianconera è la migliore difesa del torneo con soli 7 gol subiti), blindava il tezo posto ed accorciava sulla capolista Napoli sconfitta a Milano dall'Inter. Sabato alle 18 l'impegno casalingo con l'Udinese per confermarsi e proseguire nella risalita.