Torinesi in altalena in serie A: poker Toro, crisi della Juve
I granata sferrano il poker alla Salernitana, la Juve si inchina al Napoli
Psicodramma di una Juve masochista, che serve su un piatto d'argento due succulenti cioccolatini ad un Napoli comunque superiore, vanifica quel poco di buono fatto vedere nella prima frazione di gioco ed esce sconfitta dal "Maradona" rimanendo ancorata alla zona retrocessione, con la peggiore partenza in campionato dal 2015-2016 (anche in quel caso un punto dopo tre gare, seguito però dalla inarrestabile rimonta che portò allo scudetto).
Rinascita del Toro, che comincia a carburare e a trarre vantaggio dagli acquisti dell'ultima ora nel mercato estivo, fa il suo travolgendo a gioco lungo una Salernitana non attrezzata per la massima divisione, incamera la prima vittoria stagionale e può guardare con maggiore fiducia al cammino di crescita che lo attende.
Gioie e dolori, dunque, per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole dopo il terzo turno di serie A. Aperitivo molto indigesto quello andato di traverso nell'anticipo del sabato ai sempre più sconcertanti bianconeri. Costretto a schierare una formazione di emergenza a causa del tardivo rientro alla base dei sudamericani dopo gli impegni con le nazionali, il pragmatico Allegri faceva di necessità virtù affidandosi ad uno schieramento molto accorto (che in alcuni frangenti definire catenacciaro non sarebbe stato blasfemo) imperniato su un 4-4-1-1 in fase difensiva, con l'avanzamento degli esterni Bernardeschi e Kulusevski a supporto di Morata nelle rare sortite offensive.
Approfittato con cinismo grazie alla caparbietà del centravanti spagnolo del regalo confezionato in apertura da Manolas (il primo della sagra degli errori che caratterizzerà Napoli-Juve), la Vecchia Signora lasciava il pallino del gioco ai partenopei senza correre pericoli, ma anche senza riuscire a produrre azioni degne di nota nonostante qualche buono spunto di Locatelli, mentre Kulusevski non capitalizzava il secondo omaggio della serata fornito da Insigne, che avrebbe probabilmente chiuso la contesa.
Partita in ghiaccio e pilota automatico inserito per condurre la nave del successo in porto? Per la Juventus di questi tempi è una pia illusione, tant'è che all'alba della seconda frazione i fantasmi di un avvio di campionato da incubo tornavano a materializzarsi e i bianconeri entravano in modalità autolesionista. Dopo l'ennesima papera di Szczesny, sempre più sprofondato nel tunnel dell'insicurezza del quale per ora non si vede la fine, i giocatori di Allegri si scioglievano come neve al sole palesando una preoccupante fragilità mentale all'insorgere delle prime difficoltà e l'incapacità di gestire l'imprevisto e reagire. Il calo fisico e i troppi errori di concetto ed esecuzione contribuivano ad amalgamare la frittata, servita in seguito al grottesco tentativo di autogol di Kean, emulo dei migliori Niccolai e Francesco Morini del passato. La squadra di Spalletti ringraziava e intascava una vittoria perlomeno cercata con maggiore determinazione rispetto agli avversari, pur non avendo quasi mai impegnato il portiere polacco di Madama.
L'impresa per mister Allegri si fa sempre più ardua. Dare un'identità, riuscire a far rendere al meglio un gruppo con evidenti carenze strutturali e qualitative (specie nel settore nevralgico) e inculcare nuovamente una mentalità "da Juve" anche nell'ormai sazia vecchia guardia, sarà la sfida da vincere per non vivere una stagione nel limbo dell'anonimato. Malmoe e il lanciatissimo Milan le prossime prove d'appello che non faranno di certo dormire sonni tranquilli all'ambiente juventino.
Sorride invece la sponda granata della città. Il Toro, pur orfano del suo infortunato capitan Belotti, comincia ad assumere la fisionomia voluta da Juric e i nuovi arrivi stanno ripagando gli sforzi fatti sul mercato. Contro la fragile matricola Salernitana, ha subito destato buona impressione Zima, utile tassello a completare il raparto difensivo assieme a Bremer e Rodriguez, mentre Pobega ha bagnato l'esordio con un gol e Praet ha messo in luce sprazzi di dinamismo nel quarto d'ora in cui è stato impiegato.
Buone notizie anche dal centrocampo, in cui Lukic e Mandragora hanno alternato qualità e quantità nell'impostazione della manovra, con Ansaldi, migliore in campo con un'incursione vincente vanificata solo dal fuorigioco e due splendidi assist, e Singo dominatori delle corsie esterne. Apprezzabile anche il movimento dei trequartisti di giornata Linetty e Pjaca a supporto dell'implacabile terminale offensivo Sanabria (nella foto di www.torinofc.it il suo stacco vincente per il gol dell'1-0).
Seppur il rapporto di forze in campo con la squadra di Castori fosse impari, i granata, chiamati a fare la partita, hanno avuto il merito di assolvere in pieno al compito (cosa successa di rado in passato) e di concretizzare la superiorità mostrata conducendo in porto la vittoria. A voler trovare il pelo nell'uovo, ha lasciato ancora qualche perplessità la difficoltà a sbloccare il risultato nonostante un primo tempo dominato quasi costantemente, qualche eccesso di sufficienza nei disimpegni difensivi (leggi il rischio corso da Milinkovic-Savic sulla pressione dell'ex Bonazzoli) e il piazzamento della retroguardia sulle palle alte, come testimoniano il palo colpito di testa da Di Tacchio e la rete sfiorata da Duric a metà ripresa.
Valore aggiunto invece gli inserimenti in zona gol dalle retrovie, con la conferma della costanza di Bremer e la lieta sorpresa di Pobega, centrocampista per altro non nuovo ad andare a segno. Dopo il raddoppio del difensore brasiliano la Salernitana mollava gli ormeggi palesando tutta la sua fragilità e il Toro chiudeva la pratica dilagando in un festoso finale in cui anche Lukic trovava il suo meritato premio di giornata. Nella trasferta di venerdì sera in casa dello spumeggiante Sassuolo la squadra di Juric dovrà cercare di salire un altro gradino nel proprio cammino di crescita.