Serie A: Juventus e Torino tornano ad assaporare la vittoria
I granata superano l'Udinese, i bianconeri sbancano Salerno
Un turno di campionato chilometrico, spalmato fino al martedì, riporta il sorriso in coppia alle rappresentanti del calcio sotto la Mole al termine di un curioso incrocio fra i colori granata e bianconeri. Il Torino regola di misura l'Udinese, mentre la Juventus torna ad assaporare i tre punti e la vittoria in trasferta sbancando in scioltezza Salerno.
Archiviata la delusione dei quarti di finale di Coppa Italia, in cui ha lasciato troppo campo alla Fiorentina reagendo tardi e dovendo ancora una volta salutare la competizione prima della sua fase cruciale, il Toro si è rituffato nel campionato proseguendo contro l'Udinese la sua striscia positiva che l'ha fatto salire alle porte della zona europea.
Di fronte ai friulani mister Juric teneva fede al suo schieramento tattico abituale, imperniando davanti a Milinkovic-Savic la linea difensiva su Djidji, Schuurs e Buongiorno. Sulle corsie esterne brillava a destra la prestazione di Aina (tra i migliori in campo), cui faceva il pari Vojvoda sulla fascia opposta, mentre nel settore nevralgico Ricci e Linetty si calavano sempre di più nel ruolo di interditori e costruttori di gioco. Le novità arrivavano dal tridente offensivo "fluido", dove una maglia da titolare veniva indossata a sorpresa dal frizzante Karamoh (che all'esordio nell'undici iniziale ripagherà in pieno la fiducia dell'allenatore) al fianco di Miranchuk, a supportare l'unica punta di ruolo Sanabria.
Le battute d'avvio avevano un incedere più lento rispetto alle recenti uscite dei torinisti, con squadre speculari, tatticamente accorte, che cercavano di sorprendere gli avversari puntando su manovre aggiranti alternate a rare verticalizzazioni. Su ambo i fronti mancava però la profondità e le difese avevano vita facile sugli attacchi.
Dopo la mezz'ora il Toro alzava il baricentro aumentando la pressione e l'Udinese andava in sofferenza nel palleggio e nelle manovre in uscita. Karamoh aveva un paio di buone opportunità, ma mancava l'affondo decisivo. Chiave di volta della gara l'apertura di ripresa, con il suggerimento di Aina per il taglio di Karamoh (nella foto di www.torinofc.it) che regalava ai granata la rete del successo convalidata dal VAR dopo l'iniziale annullamento per fuorigioco. Il match-winner doveva poi lasciare il posto per infortunio a Vlasic, mentre la partita si faceva più frizzante, con la squadra di Sottil costretta dallo svantaggio ad avanzare il proprio baricentro creando qualche apprensione a quella di Juric.
Il Toro aveva però più spazi per agire di rimessa e, pur calando d'intensità, conteneva senza troppi problemi il forcing bianconero, reggendo bene anche nei duelli individuali. Lucidità e concentrazione rimanevano ben presenti sino al triplice fischio e il raddoppio sfiorato in contropiede da Seck suggellava una vittoria meritata.
Il secondo successo stagionale sui friulani consente al Toro di sorpassarli in classifica e di salire nelle posizioni che cominciano a valere un posto al sole. Prossima prova di maturità l'anticipo di venerdì sera in casa di un Milan desideroso di riscatto dopo i passi falsi dell'ultimo periodo.
Dopo i segnali di ripresa mostrati in Coppa Italia nel vittorioso confronto con la Lazio che l'ha proiettata in semifinale dove incontrerà l'Inter ad aprile, la Juve era chiamata a riprendere la marcia anche in campionato. A differenza della disastrosa gara contro il Monza, la squadra di Allegri approcciava al meglio l'insidiosa trasferta di Salerno. Ormai consueto lo schieramento tattico, con i "titolarissimi" in difesa, vale a dire Danilo, Bremer e Alex Sandro, mentre sulla corsia di destra veniva dato spazio a De Sciglio, con Kostic ad agire sul fronte opposto. Nel settore nevralgico positive le prove dello sfortunato Miretti (ben rimpiazzato dopo l'infortunio da Fagioli), Locatelli e Rabiot; ispiratissimo Di Maria e di nuovo in palla, sorretto da condizione fisica e determinazione agonistica ritrovate Vlahovic, vero mattatore della serata con una doppietta e un assist, seppur "involontario".
La Juventus aveva l'umiltà e il merito di mettersi sullo stesso piano degli avversari nelle battute d'avvio, quando la gara era intensa, spigolosa e decisamente fisica. Con il passare dei minuti gli uomini di Allegri facevano valere la loro maggiore caratura e il cinismo, come in occasione del rigore del vantaggio, quando Miretti sfruttava l'intempestività in chiusura di Nicolussi Caviglia propiziando la chirurgica esecuzione dagli undici metri dell'attaccante serbo.
Passati in vantaggio, i bianconeri controllavano agevolmente la partita, pungevano con le rapide combinazioni in verticale degli inarrestabili Vlahovic e Di Maria e sferravano il colpo del k.o. al tramonto della prima frazione con l'incursione di Kostic in seguito alla svirgolata del connazionale, che metteva il dito nella piaga dell'approssimativa disposizione della retroguardia salernitana.
Il canovaccio tattico non cambiava dopo l'intervallo ed i primi minuti della Vecchia Signora erano devastanti. Fagioli intercettava l'ennesimo errore in disimpegno dei granata innescando Vlahovic per il sinistro della terza rete, mentre Di Maria centrava la traversa.
Un comprensibile rilassamento faceva correre qualche brivido lungo la schiena di Szczesny, poi le urla di Allegri sommate ai cambi riportavano la concentrazione e Madama inseriva il pilota automatico controllando il gioco e centrando ancora il legno della porta avversaria con Kean, a suggello di un'affermazione rivelatasi più agevole di quanto pensato alla vigilia. Prossimo ostacolo sulla strada della risalita in classifica la Fiorentina nella gara interna di domenica all'ora dell'aperitivo.