Serie A: turno di campionato in altalena per Juventus e Torino
Successo dei bianconeri contro la Fiorentina, granata sconfitti di misura in casa del Milan

Tornano ad andare in altalena le due rappresentanti del calcio sotto la Mole. Il Torino tiene testa per un tempo al Milan, ma quando comincia a frullargli in testa l'idea di poter gelare la Scala del calcio con un altro acuto dopo quello fatto sentire in Coppa Italia, il sontuoso colpo di testa di Giroud ne spegne le speranze e lo condanna a restare al palo dopo tre risultati utili consecutivi.
La Juventus fa bottino pieno contro la Fiorentina grazie all'inzuccata di Rabiot, al termine di una partita spigolosa e scorbutica in cui ha avuto un ruolo determinante la tecnologia a disposizione del direttore di gara e nella quale i bianconeri hanno come al solito concretizzato meno di quanto creato, chiudendosi a riccio nel finale e rischiando oltre il dovuto sino al triplice fischio.
Ad aprire l'ennesimo turno di campionato spalmato per esigenze televisive e di coppe europee più a lungo del Festival di Sanremo, erano i granata nell'anticipo del venerdì sera che li vedeva impegnati nella tana di un Diavolo scottato dagli ultimi risultati negativi. Pur tenendo fede al suo consolidato modulo tattico, mister Juric si prendeva il lusso di stupire un'altra volta pubblico e addetti ai lavori con scelte innovative. Confermata la difesa con Djidji, Schuurs e Buongiorno davanti a Milinkovic-Savic, la sorpresa arrivava dal settore nevralgico, dove i compiti di lotta e di governo erano affidati ai muscoli e al dinamismo dei giovani Adopo e Gineitis (per il Primavera lituano si trattava dell'esordio in serie A). Sulle corsie esterne Rodriguez veniva riportato al suo ruolo originario, mentre sull'altro fronte operava Singo. Qualità nei trequartisti grazie a Vlasic e Miranchuk, a supporto della punta Sanabria, che si sdoppiava tra partecipazione alla manovra e conclusioni a rete.
Il ritmo, il pressing e l'accortezza tattica dei granata imbrigliavano un farraginoso Milan per tutta la prima frazione di gioco, creando più di un grattacapo alla formazione di Pioli. Le migliori occasioni erano infatti del Toro e solo un Tatarusanu in gran serata negava per due volte a Sanabria la gioia del meritato vantaggio. In apertura di ripresa, quando Linetty rilevava Gineitis, i torinisti commettevano l'errore di pensare di poter gestire la gara e calavano d'intensità, mentre i rossoneri, in un'inedita quanto inguardabile divisa grigioverde militare, avanzavano progressivamente il baricentro. La botta di Singo sventata dal portiere romeno era il canto del cigno del Toro, poi Milinkovic-Savic metteva in due circostanze una pezza su Leao e Giroud, dovendosi infine inchinare alla magia del francese che risolveva l'incontro.
La rete subita sembrava svuotare di energie la squadra di Juric, che non riusciva a cambiare l'inerzia della partita neppure con la girandola dei cambi (unica azione degna di nota l'inserimento di Karamoh con colpo di testa di poco a lato). Il Milan amministrava così il vantaggio senza troppi patemi, sfiorava il raddoppio con Hernandez e incamerava tre punti d'ossigeno puro. Il Toro faceva invece il passo del gambero, tornando ad essere la squadra che riceve complimenti ma esce suo malgrado a mani vuote dal campo. Nel prossimo turno di campionato, che i granata saranno chiamati a chiudere lunedì sera nell'impegno casalingo contro la Cremonese, l'imperativo sarà quello di ritrovare la via del successo.
Varianti tattiche e prove di tridente di qualità per Allegri nella Juve che doveva affrontare l'insidiosa Viola. Scontato l'assetto difensivo, con Danilo, Bremer ed Alex Sandro che non dovevano faticare più di tanto per arginare gli abulici Gonzalez, Kouamé e Ikoné davanti ad uno Szczesny quasi inoperoso, le novità arrivavano dal centrocampo a quattro, dove i centrali Locatelli e Rabiot interpretavano al meglio una gara fatta di rudezze, contrasti e strappi in accelerazioni verticali, mentre gli esterni De Sciglio e Kostic prevalevano sui dirimpettai Biraghi e Dodò. In avanti, ai lampi ed ai guizzi di classe di Di Maria facevano da contraltare la generosità, non sempre accompagnata dalla necessaria lucidità, di Chiesa e Vlahovic.
Nervi tesi e scintille fin da subito, tenendo fede ad un'atavica rivalità, che il fischietto di Fabbri faticava a tenere sotto controllo, poi Madama saliva di tono con inserimenti sulle fasce e cambi di fronte che vedevano dapprima Kostic fallire clamorosamente il vantaggio, poi vederselo negare da Terracciano, che in seguito si superava ancora sul tocco di testa di Rabiot innescato dal cioccolatino di Di Maria, salvo doversi arrendere alla segnalazione dell'orologio del direttore di gara che certificava il superamento della linea di porta da parte del pallone. Sull'immediata reazione viola Locatelli si ergeva due volte a baluardo consentendo alla Juve di andare avanti al riposo.
Nella ripresa la Vecchia Signora tornava fedele all'ortodossia allegrista amministrando il vantaggio con un progressivo arretramento del baricentro (complice anche la spinta avversaria) e cercando di sfruttare le manovre di rimessa. Su una di queste il suo centravanti serbo raddoppiava, ma a salire in cattedra era ancora la tecnologia, con il VAR che annullava per un millimetrico fuorigioco di una porzione di spalla.
Il subentrato Kean confermava il suo poco brillante stato di forma divorando in un paio di minuti altrettante occasioni, poi il tecnico livornese faceva professione di pragmatismo e di eccessiva prudenza (o timore) rimpolpando il centrocampo a scapito dei terminali offensivi.
La Juve andava giocoforza in sofferenza arroccandosi ai limiti della propria area e lasciando sempre più spazio all'incalzare dei rivali, i quali prima sfioravano il pareggio beffa con Jovic, quindi lo centravano al tramonto della gara con la rasoiata di Castrovilli. Il travaso di bile veniva evitato ad Allegri ed ai tifosi juventini dal VAR, che richiamava Fabbri a valutare l'influenza della posizione di fuorigioco di Ranieri (il tallone in questo caso), con conseguente annullamento del gol.
Tirato un sospiro di sollievo e ritrovato in parte il sorriso, la Vecchia Signora si fionda ora nella nuova avventura continentale che giovedì la vedrà impegnata nell'andata del play-off di Europa League contro il Nantes. In campionato, a cominciare dalla trasferta di domenica a La Spezia, i bianconeri dovranno recuperare concretezza e cercare di chiudere prima le partite, per evitare di aggiungere ulteriori difficoltà a quelle cui già devono fare fronte in campo e fuori.
Fotografia: Virgilio Sport.
