Serie A: la Juve regola la Samp, il Toro sbanca Lecce
Vittorie in coppia per le squadre torinesi
Un Toro concreto, cinico e dalla forte personalità impiega tre minuti per mettere in ghiaccio la vittoria di Lecce, poi controlla con lucidità una gara divenuta sempre più spigolosa e torna dal Salento con tre punti preziosi e una ritrovata continuità di prestazione. Una Juve schizofrenica fa, disfa e va sulle montagne russe contro il fanalino di coda Sampdoria, generosa e nulla più, riuscendo a gioco lungo a far emergere la propria superiore caratura e a tornare al successo al termine di una partita ricca di colpi di scena, miglior viatico per il cruciale impegno europeo di giovedì a Friburgo.
Le rappresentanti del calcio sotto la Mole possono archiviare con un sorriso di coppia la 26ª giornata di campionato. Prima a scendere in campo, nell'anticipo domenicale dell'ora di pranzo, la squadra di Juric, che sul sempre ostico terreno del Via del Mare presentava la novità Gravillon nel "braccino" di destra di una linea difensiva completata da Schuurs e Buongiorno. Sugli esterni la consolidata efficacia di Singo e Rodriguez, mentre le chiavi del centrocampo erano affidate a Ilic e Linetty. Fra i trequartisti veniva riproposto Radonjic al fianco di Miranchuk (entrambi molto ispirati) a supporto del terminale offensivo Sanabria.
I granata prendevano subito in mano il controllo dell'iniziativa tramite un articolato fraseggio di qualità teso a stanare gli avversari per colpirli con inserimenti in verticale e iniziative sulle fasce laterali. Il Lecce, dal canto suo, cercava di pungere con giocate di rimessa.
Nel giro di tre minuti, poco oltre il 20', il Toro metteva l'ipoteca sulla sua affermazione grazie allo schema su calcio piazzato con cui Miranchuk pescava l'inserimento di Singo sul secondo palo ed all'irresistibile sgroppata di Radonjic che serviva a Sanabria la palla per un gol di rapina da bomber vero.
I salentini accusavano il colpo mentre il Toro continuava a tenere alta la pressione in un contesto caratterizzato da crescente nervosismo (censurabile su tutti il parapiglia scoppiato dopo l'intervento di Ilic su Strefezza) ed entrate sempre più dure. I torinisti erano bravi a mantenere lucidità e testa fredda, rientrando negli spogliatoi per l'intervallo sul doppio vantaggio e soprattutto senza subire cartellini rossi.
Ripresa col pilota automatico inserito. La sterilità della reazione leccese e il confronto, sempre spezzettato, favorivano l'atteggiamento conservativo della squadra di Juric, che poteva rifiatare anche con le sostituzioni "ruolo per ruolo". Poche emozioni e porta di Milinkovic-Savic mai in pericolo sino al triplice fischio che sanciva la meritata vittoria torinista.
Rinfrancato da due successi consecutivi, il Toro potrà ricevere domenica pomeriggio la capolista Napoli con la leggerezza d'animo di chi non avrà nulla da perdere.
Pazza Juve tra freschezza giovanile, pericolose amnesie, errori in corso d'opera e ritorno di fiamma per una vittoria più complicata del previsto a causa del proprio autolesionismo a spese di una volitiva Sampdoria. Infortuni e squalifiche portavano Allegri a rimescolare la formazione, schierando il rientrante Bonucci in luogo di Alex Sandro al centro della difesa, De Sciglio a far rifiatare Cuadrado assieme a Kostic sugli esterni, mentre a centrocampo il sempre più determinante Rabiot veniva affiancato dal già solido Fagioli e dall'ancora acerbo Barrenechea. Positiva in avanti la prestazione di Miretti nelle vesti di vice Di Maria, con Vlahovic che al contrario non vede ancora la luce in fondo al tunnel.
Scampato il pericolo (e non ascoltato il campanello d'allarme) delle prime due incursioni di Gabbiadini, i bianconeri cominciavano sorprendentemente a macinare gioco con buon ritmo, alternando manovre avvolgenti a imbucate in verticale e spunti sulle fasce (Kostic su tutti), facendo leva anche e soprattutto sulla freschezza e la sfrontatezza della propria "lineaverde". Unico neo il continuo chiamare il proprio centravanti al dialogo con i compagni facendo da boa, invece di servirlo con cross calibrati o lanci in profondità che ne esalterebbero le caratteristiche.
Gli stacchi perentori di Bremer e Rabiot sui deliziosi inviti di Kostic e Miretti sembravano far passare i titoli di coda sul confronto quando si era appena esaurito il primo quarto di gara, ma la Vecchia Signora diventava vittima della fatale combinazione fra leggerezze di gioventù e stanchezza mentale della vecchia guardia, che portavano a considerare troppo presto i tre punti già in tasca.
Madama staccava la spina e nel giro di due minuti subiva la clamorosa rimonta dei blucerchiati, venendo presa d'infilata dalle manovre in velocità finalizzate da Augello e Duricic. Basiti, gli uomini di Allegri smarrivano di nuovo le loro certezze e restavano in balìa dei ringalluzziti avversari fino al riposo, con più di un brivido che correva lungo la loro schiena e quella dei tifosi.
L'intervallo portava consiglio oltre alla sferzata del mister livornese e gli innesti del più "robusto" ed esperto Locatelli in luogo di Barrenechea e di Cuadrado per Bonucci con arretramento di De Sciglio in difesa, davano nuova linfa alla Signora per una ripresa a senso unico.
La Juve tornava avanti grazie alla percussione di Rabiot graziato dal VAR (le immagini a disposizione non chiarivano se avesse stoppato o meno la palla col braccio) dopo lo scambio con Fagioli, poi la sceneggiatura del confronto con i liguri riservava altri colpi di scena. Vlahovic non riusciva a superare il periodo nero spedendo sul palo il rigore procuratogli da Cuadrado che avrebbe potuto chiudere la partita, quindi la Juve insisteva nell'offensiva centrando l'incrocio con il colombiano e fallendo una ghiotta opportunità col subentrato Soulé, mentre il risultato restava formalmente appeso a un filo anche se la Sampdoria latitava dalle parti di Szczesny.
Solo in pieno recupero gli juventini potevano tirare un sospiro di sollievo quando l'inzuccata dello sfortunato centravanti serbo deviata contro la traversa di Turk (terzo legno di serata, come a Roma) veniva ribadita in rete da Soulé, che festeggiava così il suo battesimo del gol in serie A. Rimessasi in carreggiata in campionato pur con qualche apprensione di troppo sconsigliata ai deboli di cuore, la Vecchia Signora dovrà ora recuperare uomini ed energie in vista della cruciale trasferta tedesca di Europa League che giovedì la vedrà affrontare il Friburgo e del sempre sentito derby d'Italia di domenica sera in casa dell'Inter.
Fotografia: Virgilio Sport