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Edizione provinciale di Torino


Ancora delusioni per le squadre torinesi in serie A

Il Toro non va oltre al pari casalingo con la Salernitana, la Juve ko sul campo del Sassuolo

Un Toro dai due volti sbaglia l'approccio alla partita, è costretto ad inseguire, poi cambia passo, agguanta la Salernitana e sfiora il successo, ma deve ancora una volta rimandare l'appuntamento con la vittoria. Una Juve abulica e priva di nerbo, apparsa svuotata mentalmente e fisicamente dopo le fatiche e le emozioni di Europa League, mette in scena una recita censurabile in casa del Sassuolo in una delle sue peggiori prestazioni stagionali e inizia nel peggiore dei modi i dieci giorni decisivi dentro e fuori dal campo per la sua annata e il suo futuro.

Il campionato di serie A continua ad essere avaro di soddisfazioni per le paladine del calcio all'ombra della Mole. Primi a scendere in campo in un pomeriggio tipicamente primaverile i granata, che in un "derby dei colori gemelli" erano chiamati a rialzare la testa contro la Salernitana di Paulo Sousa. Speculari gli schieramenti tattici, con la linea difensiva torinista composta da Djidji, Buongiorno e Rodriguez che inizialmente faticava a prendere le misure a Dia, Piatek e Candreva, mentre sulle fasce laterali Singo e Vojvoda impattavano il confronto con Bradaric e Kastanos. Juric affidava le chiavi del centrocampo alla freschezza di Ilic e Ricci (poi infortunatosi e rilevato da un più offensivo Vlasic) che duellavano alla pari con Vilhena e Nicolussi Caviglia. Le note più liete per i torinisti arrivavano dal reparto avanzato, autore di una prestazione in crescendo, in cui gli ispiratissimi Radonjic e Miranchuk creavano scompiglio nella retroguardia avversaria imbeccando il mobile e determinato Sanabria, rivelatosi ancora una volta decisivo.

L'avvio era però da dimenticare, con il Toro, distratto e poco reattivo, che perdeva palla centrocampo e veniva infilato dall'articolata manovra in verticale con continui inserimenti a rimorchio che portava alla conclusione vincente dal limite di Vilhena. Passato un altro brutto spavento con il palo centrato dal tiro-cross di Candreva, il Toro si scuoteva a cominciava a reagire alzando ritmi e baricentro, illuminato dalle accelerazioni di Radonjic.

Solo la traversa, che respingeva la deviazione autolesionistica di Gyomber, negava ai granata di casa il pareggio prima dell'intervallo, ma a coronamento di un buon avvio di seconda frazione la squadra di Juric lo otteneva meritatamente grazie alla stilettata del suo centravanti paraguaiano su imbucata di Miranchuk. Ristabilita la parità le due squadre sembravano accontentarsi di un punto che serviva ad entrambe quantomento per muovere la classifica. Quando lo scatenato Radonjic da un lato e Kastanos dall'altro tentavano di spezzare lo sterile equilibrio, erano la parate di Ochoa e la chiusura di Rodriguez a congelare il risultato.

Per il Toro un altro piccolo passo che non lo fa però uscire dal limbo di metà classifica, con la sgradevole sensazione di essere protagonista dell'ennesima stagione incompiuta. Prossimo appuntamento, sabato all'ora dell'aperitivo, l'ardua trasferta sul campo della pimpante Lazio.

Enigma Juventus sempre più profondo. Dopo averla sfangata tra determinazione e un pizzico di fortuna sul palcoscenico europeo di fronte allo Sporting Lisbona, i bianconeri, vestendo di nuovo l'inutile quanto improbabile divisa dai colori psichedelici in omaggio al marketing, scendevano quasi in gita turistica a Reggio Emilia, fornendo una prestazione da teatro dell'assurdo degna di un beckettiano "Aspettando Godot", dove il nulla l'ha fatta da padrone.

Lenta, priva di idee, poco reattiva nei contrasti, eccessivamente imprecisa e dedita agli infruttuosi lanci lunghi quando non riusciva a trovare sbocchi, la squadra di Allegri, schierata con un 3-5-2 che si trasformava in 4-4-2 in fase di ripiegamento, faceva il gioco del Sassuolo, attento in copertura e pronto a punzecchiare di rimessa.

In una prima frazione soporifera l'unica nota positiva era lo sfrontato dinamismo dell'esordiente classe 2002 Barbieri, mentre nel settore nevralgico Paredes continuava ad essere un oggetto misterioso e la mal assortita coppia d'attacco Milik-Vlahovic risultava non pervenuta. Nessun tiro in porta su ambo i fronti, con gli unici sussulti dati dalle conclusioni a lato dei neroverdi Bajrami e Frattesi.

Dopo l'intervallo il canovaccio tattico non cambiava, poi la squadra di Dionisi, rinvigorita dall'ingresso di Defrel, provava a vincere metterndo alle corde una Vecchia Signora che mostrava tutte le sue rughe. Perin si superava in un paio di occasioni, il generoso Gatti prima salvava sulla linea poi deviava la sfera colpendo un clamoroso autopalo, quindi l'errore nel rinvio di Fagioli (il secondo, grave, in altrettante partite, con crisi di pianto e scenetta da libro Cuore in panchina dopo la sostituzione) consegnava al sinistro di Defrel il pallone del successo emiliano.

Allegri correva ai ripari quando i buoi erano già scappati dal recinto. Gli innesti di Cuadrado, Di Maria e Chiesa davano una sferzata nel ritmo e nell'incisività alla sonnacchiosa manovra bianconera, ma Consigli era prodigioso nell'alzare sopra la traversa il colpo di testa a botta sicura di Rabiot e la serpentina in area del Fideo non trovava la conclusione vincente. Anche la mossa della disperazione di gettare nella mischia il redivivo Pogba in un epilogo neppure troppo caldo sortiva gli effetti sperati e la Juve doveva così incassare a sorpresa la seconda sconfitta consecutiva, che pone nuovi interrogativi sulla capacità della squadra di giocarsi le proprie carte in un finale di stagione che si preannuncia convulso.

Per la Juve si sono aperti nel modo peggiore i dieci giorni che lasceranno un segno indelebile sul suo futuro. Mercoledì ci sarà l'atteso pronunciamento del Collegio di Garanzia del Coni sulla penalizzazione, giovedì il ritorno dei quarti di finale di Europa League a Lisbona, domenica sera la sfida di prestigio alla capolista Napoli e il 26 aprile il secondo atto della semifinale di Coppa Italia con l'Inter. Impossibile fare previsioni su come Madama uscirà dal frullatore.

Fotografia: sito ufficiale Torino FC

 

 

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  Scritto da Luca Ceste il 17/04/2023
 

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