Serie A: colpo esterno del Toro con la Lazio, Juve beffata dal Napoli
Rappresentanti del calcio all'ombra della Mole in altalena anche dopo la 31ª giornata di serie A.
Un Torino maturo, solido, concreto e convincente piazza il colpaccio in casa della Lazio e torna a riassaporare il gusto della vittoria. La Juventus, al termine di una settimana da montagne russe, viene beffata dal Napoli pagando oltre misura errori propri e opinabili interpretazioni della squadra arbitrale. Rappresentanti del calcio all'ombra della Mole in altalena anche dopo la 31ª giornata di Serie A.
La copertina se la prendono con merito i granata, che espugnano il versante biancoceleste dell'Olimpico romano. Nella circostanza mister Juric si premura di chiudere spazi e linee di passaggio alla squadra di Sarri, accettando il confronto fisico a uomo a tutto campo e replicando con un buon possesso palla alternato ad incursioni in verticale ed inserimenti sulle corsie esterne.
Davanti a Vanja Milinkovic-Savic, che vincerà il confronto a distanza con il fratello Sergej, fanno buona guardia Djidji, il rientrante Schuurs e Buongiorno, mentre sulle fasce laterali è costante l'apporto di Singo e Rodriguez. Nel settore nevralgico di qualità la prestazione di Ilic (la sua esultanza dopo il gol nella foto tratta dal sito ufficiale del Torino FC), autore della rete decisiva e migliore in campo, ben supportato da Linetty. Sulla trequarti Radonjic e Vlasic hanno confermato il loro buon momento di forma al pari di Sanabria, sempre pronto ad insidiare la difesa degli aquilotti.
Archiviate le fiammate iniziali con il colpo di testa di Zaccagni neutralizzato con qualche patema da Milinkovic-Savic e la conclusione di Radonjic che chiamava Provedel all'intervento, andava in scena una lunga partita a scacchi con molto agonismo e poche emozioni fino al lampo dalla distanza di Ilic che risolveva la partita complice il maldestro tentativo di parata del portiere biancoceleste.
Nella ripresa il Torino dava il meglio di sé difendendo con ordine e costringendo la Lazio ad andare al tiro solo con conclusioni da fuori area. Gli ispirati Radonjic e Vlasic continuavano a pungere di rimessa, mentre la retroguardia granata aveva buon gioco ad arginare gli ultimi tentativi della squadra di Sarri, arrembanti quanto privi di lucidità e pericolosità.
Il triplice fischio regalava tre punti e un ritrovato sorriso al Toro, che sabato sera sarà impegnato in un altro suggestivo e impegnativo confronto con l'Atalanta.
Messasi alle spalle un giovedì di passione in cui ha riottenuto (in attesa del nuovo giudizio) i 15 punti in classifica ed è approdata alle semifinali di Europa League al termine di una prestazione da catenaccio d'altri tempi in quel di Lisbona, la Juventus, schierata in maniera sorprendentemente coraggiosa dal suo tecnico, cercava di rallentare la corsa del Napoli verso lo scudetto.
Date le precarie condizioni di Bremer e Alex Sandro, Allegri lanciava nella mischia in difesa Gatti e Rugani assieme a Danilo, i quali incontravano meno difficoltà del previsto nell'arginare Lozano e Osimhen. Cuadrado era chiamato a fare il pendolo fra linea arretrata e centrocampo per contenere Kvaratskhelia con l'ausilio di Soulé (ben adattatosi all'inusuale ruolo di mezzala) e riproporre l'azione. Gli interni Locatelli e Rabiot duellavano con Anguissa e Dombelé al pari di Kostic sulla fascia sinistra contro Di Lorenzo, mentre Miretti veniva riproposto da "sottopunta" con il doppio compito di supportare Milik e schermare la prima impostazione di Lobotka.
A differenza di altre esibizioni, i bianconeri partivano con buon piglio impegnando Meret con Cuadrado e Milik, poi venivano irretiti dalla ragnatela di passaggi partenopea e costretti (pur rischiando poco) sulla difensiva in un crescendo di agonismo tollerato dall'arbitro Fabbri con la nota stonata del mancato cartellino rosso a Gatti per il "gancio" rifilato al fantasista georgiano, che potrebbe però costargli la squalifica nel caso venga richiesta la prova televisiva.
Avvio di ripresa sulla falsariga della prima frazione, con la squadra di Spalletti padrona del controllo delle operazioni e quella di Allegri che non rinunciava a replicare. Il tecnico livornese lasciava nulla di intentato inserendo Chiesa e Di Maria, che completavano insieme a Milik un ambizioso quanto rischioso tridente offensivo sostenuto alle spalle da Soulé. L'ingresso di Fagioli in luogo del giovane argentino riequilibrava solo in parte l'assetto e nello schieramento della Vecchia Signora cominciava ad aprirsi qualche falla di troppo.
Nell'ultimo quarto di gara salivano in cattedra gli azzurri, rinvigoriti dai nuovi entrati Elmas e Zielinski. Osimhen andava tre volte vicino al gol, ma la Juve, mai doma nello spirito, aveva la forza di piazzare la zampata in contropiede col Fideo. L'urlo di gioia dello Stadium veniva però ricacciato in gola dalla chiamata del VAR per l'intervento ad inizio azione di Milik su Lobotka e dal successivo annullamento di Fabbri, molto opinabile dato il metro di giudizio utilizzato per tutto l'incontro dal fischietto romagnolo nel valutare contrasti simili.
Dopo il danno, per i bianconeri arrivava anche la beffa, ma mai come in questo caso chi è causa del suo mal deve piangere se stesso. Vizi antichi erano fatali a Madama nel concitato finale. Il "cascatore" Cuadrado anziché calciare a rete andava in cerca di un improbabile rigore, il fronte destro juventino rimaneva sguarnito, con i giocatori che evidenziando un preoccupante calo di lucidità tardavano nel ripiegamento, Szczesny era miracoloso in uscita su Osimhen, ma sul prosieguo dell'azione il cross di Elmas e la fucilata al volo di Raspadori castigavano impietosamente la passività di una squadra troppo altalenante, specie nei momenti topici degli incontri.
La Juventus passava così nel giro di pochi minuti dalla gioia per una ritrovata vittoria alla scioccante amarezza della terza sconfitta consecutiva, acuita dalla scatenata festa scudetto dei rivali, che per la quarta volta nella loro storia facevano bottino pieno fra andata e ritorno contro i bianconeri.
Mercoledì, altro snodo cruciale della stagione nella semifinale di ritorno di Coppa Italia in casa dell'Inter, che avrà a disposizione Lukaku, graziato dal presidente federale Gravina. Domenica sera, nuova rischiosa trasferta a Bologna.