Vittorie per Juve e Toro nel turno infrasettimanale di serie A
Battute Lecce e Sampdoria

La Juventus prima sprinta, poi ondeggia e soffre più del dovuto, ma alla fine piega il mai domo Lecce e centra l'obiettivo di tornare alla vittoria. Il Torino passeggia sui resti della Sampdoria, svolge al meglio il proprio compito senza dannarsi più di tanto e ritrova anch'egli tre punti pesanti da mettersi in tasca. Il turno infrasettimanale di campionato che ha certificato lo scudetto del Napoli ha regalato sorrisi anche alle due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
Rotazioni, slanci di gioventù, cali di tensione, eccessiva prodigalità, un briciolo di sfortuna e un sano pragmatismo finale, sono gli ingredienti della contraddittoria prestazione bianconera contro i salentini. Alla voce pro vanno sicuramente messe le prestazioni dei centrocampisti "linea verde" Fagioli e Miretti, il primo abile a recuperare palloni e ad imbeccare in verticale i compagni saltando la densità attuata dalla squadra di Baroni, il secondo puntuale negli inserimenti. Il saldo diventa negativo se si guardano la scarsa determinazione in fase conclusiva e i marchiani errori sotto porta che non sono e non devono essere archiviati solo come caratteristica dell'inesperienza legata all'età.
Redivivo nel settore nevralgico Paredes, con una prova piuttosto oscura più di lotta che di governo, impreziosita dalla punizione del vantaggio bianconero. Sfortunato De Sciglio, rimpiazzato da un Cuadrado tutta esperienza, sull'altra corsia esterna Kostic ha fornito il consueto apporto di sostanza timbrando nuovamente il cartellino dell'assist in favore di Vlahovic.
Il ritorno al gol del centravanti serbo con una conclusione di tecnica e potenza è stato un'altro degli aspetti positivi di una serata che avrebbe potuto essere ancora più felice e meno tribolata se la malasorte, dopo essersi accanita sul ginocchio del difensore esterno bianconero, non si fosse tramutata in punta del piede di Miretti pescata in fuorigioco dal VAR e in palo che respingeva l'inzuccata a colpo sicuro di Danilo.
Discontinuità, amnesie e superficialità sono gli aspetti che hanno rischiato di far venire l'ennesimo travaso di bile ad Allegri e ai tifosi juventini. Sul banco degli imputati il trio difensivo Bremer-Bonucci-Danilo, di nuovo in vena di regali dagli undici metri agli avversari e troppo spesso pigro nelle chiusure, salvo redenzione nei monenti cruciali del finale.
Dopodiché l'atteggiamento mentale e tattico, con folata iniziale, rallentamento dopo il raddoppio annullato a Miretti quasi la pratica fosse già archiviata, nuova fiammata del 2-1 e tentativo di chiudere i conti ad inizio ripresa seguito da un progressivo arretramento, con calo di ritmo e difficoltà a riproporsi in avanti accentuate dalla mancata finalizzazione delle poche occasioni create (su tutte il contropiede sciupato da Chiesa con Kostic libero ancora adesso a reclamare il pallone).
Il Lecce, ordinato e determinato, restava così in partita fino al termine continuando a pungere con le verticalizzazioni dei propri attaccanti (su tutti Banda e Ceesay), ma al pari degli avversari veniva tradito dalla scarsa precisione e "cattiveria" offensiva.
Szczesny, sempre attento e puntuale quando chiamato in causa, ringraziava in almeno un paio di circostanze e il triplice fischio faceva tirare un sospiro di sollievo a tutto l'ambiente bianconero. Per continuare nella corsa alla Champions League servirà però molto di più, a partire dallo snodo cruciale di domenica all'ora di pranzo in casa dell'Atalanta.
Passeggiata di salute in Riviera per il Toro, che per lunghi tratti della gara ha dato l'impressione di giocare al gatto col topo con una Sampdoria sostenuta in maniera encomiabile dai propri tifosi nonostante una situazione sportivamente drammatica dentro e fuori da campo.
Nella circostanza Juric si affidava ai pretoriani della difesa Schuurs, Buongiorno e Rodriguez, che oltre a disinnescare i tentativi offensivi blucerchiati si proponevano con efficacia in avanti fino a veder premiata l'intraprendenza del prodotto del vivaio granata con il suo primo gol in serie A che sbloccava il risultato.
Positivi Singo e Vojvoda sulle fasce laterali, in mezzo al campo brillavano la freschezza e le geometrie di Ricci e Ilic (sontuoso l'assist di quest'ultimo per Buongiorno). Moto perpetuo sulla trequarti da parte dell'ispirato Vlasic e Seck, preferito in partenza a Miranchuk per supportare Sanabria.
Per mezz'ora i granata alternavano la solita pressione alta alla gestione dei ritmi di gioco, poi, una volta sbloccato il risultato, si scatenavano e solo i provvidenziali interventi di Ravaglia impedivano a Vlasic e Sanabria di arrotondare il bottino già prima dell'intervallo.
Al rientro in campo i torinisti contenevano con maturità le timide e mai pericolose iniziative sampdoriane amministrando il vantaggio senza rischiare nulla, ma allo stesso tempo non forzavano per chiudere la contesa lasciando il risultato pericolosamente in bilico.
La partita veniva però indirizzata definitivamente sul versante granata dagli innesti di Juric. Dapprima il sinistro a giro del neo entrato Miranchuk faceva la barba all'incrocio dei pali, quindi in pieno recupero Pellegri, imbeccato in profondità da una punizione battuta con astuzia da Vojvoda, saltava anche il portiere ligure e metteva la parola fine all'incontro. Deprecabile la sua provocatoria esultanza da ex genoano verso la tifoseria blucerchiata che scatenava il parapiglia finale, evitabile epilogo di una gara corretta e priva di tensioni.
Ritrovati sorriso e vittoria, il Torino cercherà di dare continuità ai propri risultati e di compiere un altro passo in avanti in classifica nello scontro diretto casalingo di domenica pomeriggio con il sempre più sorprendente Monza.
L'esultanza dopo il gol del granata Buongiorno nella fotografia tratta dal sito ufficiale del Torino FC.
