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L'erba del vicino (non) è sempre più verde

Donnarumma l'esempio

 

Quando in un club le cose non vanno per il verso giusto allora forse è il caso di dare spazio a qualche giovane, soprattutto se ha ottenuto numerosi consensi. Il Milan ha avuto il coraggio di puntare su uno in particolare, che oggi è titolare inamovibile, in un ruolo dove oltre alle doti tecniche e fisiche era indispensabile una lunga esperienza. Gigio Donnarumma a 16 anni e 8 mesi nella scala dei valori ha scavalcato Diego Lopez, trentaquattrenne ex Real Madrid. Già, ma la storia di Gigio è risaputa e dopo iniziali perplessità oggi tutti gli addetti ai lavori lo ritengono un fenomeno. Il problema quindi non è Donnarumma, anzi proprio il ragazzo di Castellamare di Stabia è la dimostrazione che al di là delle indubbie doti naturali spesso ci vuole coraggio nell’aprire le porte della prima a squadra ai migliori esponenti del settore giovanile, soprattutto quando la squadra necessita di un ricambio generazionale visti i risultati scadenti che sta ottenendo. La tendenza comunque è puntare su giovani portieri. L’Atalanta punta su Luca Sportiello, 23 anni, il Frosinone su Nicola Leali, 22 anni. Il Genoa su Luca Perin, 23 anni, il Verona su Pierluigi Gollini, 20 anni.

Molti ragazzi sono stati ceduti in prestito e in comproprietà con diritto di riscatto. Occhio al giovane bomber rossonero Andrea Petagna, classe 1995: 1,88 di altezza, nazionale Under 20 dirottato a maturare prima a Latina poi ad Ascoli. Oltretutto da noi le punte made in Italy che sembravano molto promettenti (vedi Zigoni e Beretta…) si perdono per strada. A volte si corre il rischio di cedere definitivamente per un tozzo di pane alcuni giocatori inizialmente sottovalutati che nel giro di qualche stagione primeggiano a livello internazionale nell’élite dei cannonieri come l’ex milanista Pierre Emerick Aubameyang, arrivato a 18 anni e poi ceduto in prestito prima al Dijon, poi al Lille, al Monaco e al Saint Etienne che nel 2012 lo ha riscattato per 1 milione e 800mila euro per poi cederlo nel 2013 per 13 milioni al Borussia Dortmund. Di Andrea Petagna già quando militava nella Primavera del Milan si diceva un gran bene, ma aveva il vizio di specchiarsi nella sua riconosciuta bravura e così spesso cercava la giocata individuale a scapito della manovra corale. Allora meglio spedirlo a farsi le ossa in club dove per non sparire nell’anonimato è costretto a lottare su ogni palla. Per un attaccante comunque i gol sono un biglietto da visita fondamentale.

Sempre in tema di goleador di belle speranze, ecco il romanista Sadiq Umar, diciotto anni, nigeriano, 1,92 di altezza, giocatore di talento. Nella Roma nelle apparizioni in prima squadra ha messo a segno 2 reti. La sua storia però non è sofferta come tanti suoi coetanei. Intanto ha genitori titolari di un negozio di mangimi per animali a Kaduna, un centro vicino a Abuja nel cuore della Nigeria. Una famiglia modesta ma dignitosa. Sadiq è stato acquistato insieme ad Abdullah Nura, poliedrico difensore–centrocampista per 5 milioni di euro quando avevano sedici anni. Svezzati dalla Lavagnese, poi alla Primavera dello Spezia dove Sadiq ha realizzato  26 gol in 34 partite. Poi rientrato alla base nella Primavera giallorossa ha segnato 14 gol di cui 4 nella Youth League e ha pure trovato spazio in prima squadra.

Essere profeta in patria non è semplice. Anche perché c’è la convinzione che l’erba del vicino sia sempre più verde. Così si trascurano i giovani che stanno crescendo nel proprio vivaio. Oggi si parla un gran bene di Stefano Sensi, classe 1995, 168 cm di altezza che la Juventus in collaborazione col Sassuolo ha già acquistato dal Cesena soffiandolo all’agguerrita concorrenza. Il minuscolo playmaker della squadra romagnola sta dimostrando di essere sulla strada del primo Verratti. E’ ancora troppo presto per sbilanciarsi, ma probabilmente il Milan ha in casa il futuro regista della squadra. Manuel Locatelli, classe 1998, 184 cm di altezza, oltre al fisico ha ottima visione di gioco, personalità, tecnica, grinta e determinazione. Insomma è un talento. Oltretutto nel ruolo di playmaker i giocatori di assoluto valore sono merce rara.

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  Scritto da Tiziano Crudeli il 19/01/2016
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