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Un salutare tuffo nel passato

Nel 1982 Felice Colombo cede il Milan a “Giussy” Farina a pochi mesi dalla retrocessione in Serie B. Nella stagione successiva i rossoneri ritornano in A. Il 13 dicembre 1985 Gianni Nardi, creditore di Farina per 7 miliardi, presenta richiesta di sequestro delle azioni della Ismil (finanziaria del Milan). Farina nel dicembre 1985 si trasferisce in Sudafrica. Dietro di sé lascia una scia di insolvenze: i giocatori e i dipendenti non percepiscono gli stipendi, i debiti sono considerevoli. Arrivano anche le dimissioni. Il 17 dicembre Berlusconi ammette di voler acquistare il pacchetto di maggioranza. Il 30 dicembre Nardi conferma che non ha intenzione di ritirare la richiesta di sequestro delle azioni di Farina. Il 31 dicembre un ufficiale giudiziario si reca in via Turati, ma le azioni non si trovano. Il 2 gennaio Farina sostiene di aver dato le azioni alla figlia Marisol per giocare (!?!) e di non sapere dove siano finite. Il 4 gennaio la Fininvest fa un'offerta di 40 miliardi. L’8 gennaio Farina ottiene dagli azionisti il consenso dell’approvazione del bilancio 1985. Il 13 gennaio su pressioni di Rivera, Rosario Lo Verde viene eletto presidente pro-tempore. Il 15 gennaio un ispettore della Federcalcio inizia il controllo della contabilità, che presenta un buco per circa 3 miliardi. Il 22 gennaio Rivera accusa Berlusconi di voler acquistare il Milan a poco prezzo in attesa del fallimento. L’ispettore della Federcalcio riscontra delle irregolarità, il Milan rischia la messa in mora. La Guardia di Finanza scopre che non sono stati versati i contributi Irpef. Il 25 gennaio un gruppo di imprenditori, di cui fa parte anche Gianni Nardi, annuncia l’intenzione di acquistare le azioni. Il petroliere Dino Armani si dichiara disposto a salvare il Milan a patto che Nardi rinunci al sequestro delle azioni di Farina. Anche l’immobiliarista Cabassi si dichiara disponibile. Ma il 29 gennaio la cordata si ritira. Rivera si dimette.
Il 10 febbraio presso lo studio dell’avvocato Vittorio Dotti, legale della Fininvest, e i legali di Nardi, Locatelli e Casella, suggellano con Paolo Berlusconi la conclusione della trattativa. La data fatidica però è il 20 febbraio. Silvio Berlusconi di ritorno in aereo da St Moritz comunica a Marcello Dell’Utri e a Fedele Confalonieri, suoi compagni di viaggio, di voler acquistare il Milan. Nello studio del commercialista interista Pompeo Locatelli vengono firmate le carte. Le azioni sono intestate a Rete Italia del Gruppo Fininvest e ritirate da Paolo Berlusconi. Lo staff: Giancarlo Foscale, amministratore delegato della Fininvest, Adriano Galliani direttore della Divisione Televisiva, Fedele Confalonieri amministratore delegato del Giornale Nuovo e della Fininvest Comunicazioni, Vittorio Dotti legale del Gruppo Fininvest e Cesare Cadeo, presentatore televisivo. Silvano Ramaccioni viene confermato team manager, Ariedo Braida ds, Paolo Taveggia dg, Umberto Gandini dirigente, Vittorio Mentana capo ufficio stampa. Il 24 marzo Berlusconi sul palco del teatro Manzoni diventa presidente e primo azionista. In luglio sul campo dell’Arena di Milano atterrano tre elicotteri dai quali sbarcano dirigenti, giocatori e tecnici. Berlusconi arriva a bordo del suo Augusta 109, la musica di sottofondo è la Cavalcata delle Valchirie. I giocatori ricevono un calice d’argento firmato Cartier. La rosa è rinforzata con gli acquisti di Donadoni, Massaro, Galli, Galderisi e Bonetti. L’allenatore è Liedholm, ma il Barone a cinque giornate dal termine viene nominato dt, mentre Fabio Capello è il nuovo allenatore. Il Milan aggancia il quinto posto a pari merito con la Sampdoria. Lo spareggio, vinto 1-0 con un gol di Massaro, permette ai rossoneri di qualificarsi in Coppa Uefa.
La svolta tecnica arriva dopo alcune sconfitte in Coppa Italia. Il 3 settembre 1986 a San Siro nel girone eliminatorio il Milan gioca contro il Parma di Sacchi. La sconfitta per 1-0 brucia. Il replay il 25 febbraio 1987 sempre a San Siro nel secondo turno a eliminazione diretta. Il risultato è sempre 1-0 per il Parma. Il Milan poi fa cilecca anche al Tardini. Sacchi, che non ha mai allenato in A, ha conquistato Berlusconi. Capello cede il testimone. E’ l’inizio di un’epopea.

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  Scritto da Tiziano Crudeli il 26/02/2016
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