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Si fa gol a partire dalla tavola

Nel calcio professionistico, l’alimentazione riveste un’importanza fondamentale nella vita di un atleta. Qualunque squadra che militi nella massima serie, possiede all’interno del proprio staff un dietologo, che possa cucire su misura la dieta ad ogni singolo atleta. Ma per i tanti giocatori di squadre dilettantistiche, che per ovvie ragioni di bilancio non possono permettersi un professionista, cosa si può fare? Ovviamente, se uno non ha i piedi buoni, anche se sarà perfetto a tavola non diventerà mai Maradona, ma di certo avrà ripercussioni positive sulla prestazione atletica e sulla propria salute. Per venire incontro agli atleti, la Fifa ha stilato un opuscoletto intitolato "La dieta per il calcio", in cui si tracciano le linee guida per un corretto regime alimentare. Fondamentalmente, i calciatori dovrebbero avere diete bilanciate e varie, che comprendano quantità sufficienti di ferro, rame, manganese, magnesio, selenio, sodio, zinco e vitamine A, C, E, B6 e B12, tutti elementi particolarmente importanti per la salute e le prestazioni. Il miglior modo per ottenere questo risultato consiste nel mangiare cibi ricchi di principi nutritivi come verdura, frutta, fagioli, legumi, cereali integrali, carne magra, pesce, latticini e oli insaturi. La frutta e la verdura devono essere consumate giornalmente. Ma non c’è bisogno di seguire fantomatiche diete che promettono risultati incredibili, a prezzi altissimi per la salute e men che meno ricorrere a sostanze dopanti. Abbiamo la fortuna di vivere in Italia, la patria per eccellenza del buon cibo e a detta degli esperti, anche della sana alimentazione. La dieta mediterranea è stata inserita dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. Con la dieta nostrana, un atleta può tranquillamente ricoprire il fabbisogno di carboidrati, grassi e proteine utili all’esercizio fisico. Attenzione però a non confondere la dieta mediterranea, composta da cereali integrali, pesce, carni bianche, legumi, frutta e verdura di stagione, con la dieta tipicamente occidentale che sta prendendo piede anche da noi, fatta di troppi zuccheri raffinati, bibite zuccherate e cibi industriali. Le cattive abitudini alimentari che purtroppo stanno crescendo, comportano serie conseguenze sulla salute, a partire dall’aumento dell’obesità infantile e non, di alcune malattie quali diabete e patologie cardiovascolari. Tutto ciò influirà anche sulla prestazione: quanti calciatori possono dire di essersi trovati sul campo privi di energie o troppo pesanti per correre a mille? Spesso la causa può essere un pasto pre-gara sbagliato. Cos’è meglio mangiare allora prima di una partita? Innanzitutto, il pasto che precede un match dovrebbe esser consumato almeno due ore prima del fischio d'inizio e includere alimenti a basso contenuto di grassi e fibre, per facilitare lo svuotamento gastrico, a moderato contenuto di proteine e ad alto contenuto di carboidrati, per garantire il mantenimento dei valori di zucchero nel sangue. Ad esempio, 100-150 grammi di pasta o riso al pomodoro o con un cucchiaio d’olio, oppure (se fate colazione), una tazza di tè con un cucchiaino di miele, una fetta di crostata e una spremuta d’arance. 

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  Scritto da redazione_piemonte il 24/07/2013
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