Serie A: la Roma espugna di misura lo stadio Grande Torino
Decide la sfida un rigore di Dybala nei primi minuti

Massimo risultato con il minimo sforzo per la Roma, che nel confronto con il Torino di sabato pomeriggio vigilia di Pasqua espugna per 1-0 lo Stadio Olimpico Grande Torino.
Per i granata si tratta dell’ennesima battuta d’arresto nella corsa verso l’Europa dopo il pareggio ottenuto cinque giorni prima contro il Sassuolo, un obiettivo senza dubbio alla loro portata considerato il livello tecnico delle contendenti ma nel quale spesso ci si chiede se la squadra creda davvero.
Al contrario per i giallorossi, seguiti anche nel capoluogo piemontese da una nutrita tifoseria calda ma corretta che non ha mai lesinato cori di incitamento per i suoi beniamini, si tratta di un importante balzo in avanti verso la conquista di un posto in Champions League, che li porta direttamente al terzo posto nella classifica del campionato di serie A guidata saldamente dal Napoli a sole cinque lunghezze dai cugini della Lazio.
Il successo degli uomini di Mourinho è frutto di un gol su rigore segnato dopo soli otto minuti di gioco, viziato da un errore in disimpegno di Buongiorno che liberava al tiro Zalewsky, conclusione impattava sul braccio del difensore granata Schuurs proteso nell’estremo tentativo di sbarrare la porta al romanista.
Nessun dubbio per l’arbitro Colombo di Como che assegna senza esitazioni il penalty, trasformato da Dybala con potente tiro centrale contro il quale nulla poteva il portiere Milinkovic Savic.
La reazione dei granata portava a un paio di volate sulla fascia sinistra di Radonjic, la lasciato solo in entrambe le circostanze, senza il tempestivo supporto dei compagni che tardavano nel seguire le avanzate del giocatore serbo, ed a una conclusione al volo da fuori area di Rodriguez, autore nel complesso di una buona prova, che si spegneva di poco a lato di Patricio.
Il portiere giallorosso diventava però protagonista nella ripresa grazie a un fulmineo balzo con cui negava il meritato pareggio dei granata togliendo dall’angolo alto della sua porta il pallone colpito di testa da Miranchuk.
Il Torino sfiorava ancora il pareggio poco dopo l’ora di gioco con Pellegri, subentrato a Sanabria, in evidente difficoltà nel liberarsi dalla marcatura di due piloni della difesa romanista come Smalling e Llorente, abile nel girarsi al limite dell’area e calciare di poco a lato.
Partita nel complesso avara di emozioni e di bel gioco, vissuta in larga parte su confronti a centrocampo, dove le due squadre si annullavano a vicenda, e soprattutto su lunghi lanci del portiere e dei difensori granata nel tentativo di imbeccare qualche compagno per un’iniziativa individuale che potesse portare al sospirato pareggio.
Alla squadra di Juric, forse un po’ troppo azzardato nello schierare dal primo minuto il diciannovenne centrocampista Gineitis al posto di Vlasic o Adopo, inseriti soltanto a un quarto d’ora dal termine, è mancata proprio la manovra collettiva, con volate sulle fasce ora del sempre generoso Singo ora di Radonjc, una mancata intesa tra i vari reparti che spesso si manifesta a favore di un gioco basato troppo sulle iniziative dei singoli.
Sul fronte opposto la Roma decideva di lasciare in panchina l’ex di lusso Belotti, che raccoglieva parecchi applausi quando lo speaker ha annunciato le formazioni delle due squadre ma aspramente contestato dai tifosi della Curva Maratona che non hanno ancora digerito la sua partenza e dimostrato il loro malumore con l’inequivocabile striscione “Non ti possiamo insultare perché non ti fanno giocare”, e inserire solo negli ultimi minuti il rientrante Abraham, abile allo scadere dei 90’ nel liberarsi in area di due difensori granata prima di sparare il pallone sopra la traversa.
Evidente l’obiettivo di Mourinho di portare a casa i tre punti sfruttando ogni minimo varco lasciato dal Torino, rinunciando a far la partita ed imporre il suo gioco, strategia che si dimostrava vincente grazie all’episodio iniziale che spianava la strada verso questa importante vittoria della sua squadra.
