Silvio Mina, progetti e ambizioni dello scout torinese
TORINO – Competenza e professionalità al servizio dei calciatori e delle società calcistiche. Silvio Mina, torinese, da un decennio è entrato nel mondo del calcio dopo aver prodotto delle trasmissioni locali ragazzi su emittenti come Televox e TeleAlpi. «Sono entrato nel mondo del calcio una decina di anni fa quando organizzavo delle feste in discoteca – spiega Silvio Mina – e un mio amico che faceva l'agente mi propose di entrare nel calcio. Così ho iniziato a seguire dei ragazzi e a segnalare i più promettenti a lui. Successivamente ho aiutato dei giocatori a trovare squadra in Eccellenza ed in serie D. Un mio amico di Asti, nel 2015 mi ha poi convinto a rilevare insieme a lui una squadra friulana di serie D».
Conclusa l'esperienza friulana, Silvio Mina è quindi tornato a fare calcio in Piemonte incrociando ad Acqui Terme mister Michele Del Vecchio, uno dei più navigati allenatori del calcio piemontese che tuttora guida l'ambiziosa Tre Valli di Prima Categoria: «E' stato un piacere collaborare con uno dei tecnici più importanti del panorama piemontese e gli ho dato una mano a trovare dei giocatori per la squadra termale che militava in Eccellenza. Inoltre ho aiutato dei giocatori ad accasarsi in formazioni lombarde sempre della massima categoria regionale. All'inizio dell'attuale stagione – prosegue Mina – sono stato collaboratore del Real Torino (squadra del girone D di Seconda Categoria ndr.) ma il rapporto si è interrotto per divergenze».
Importanti e ambiziosi sono i progetti futuri di Silvio Mina: «Sono stato contattato da un gruppo di imprenditori francesi che sta cercando di rilevare il Bangor City, squadra della seconda divisione gallese. In futuro l'obiettivo è quello di aprire una società di calcio oppure di entrare a far parte di una realtà già esistente ma solo di fronte ad un progetto serio e che abbia determinate caratteristiche. Nel mondo calcio – conclude Silvio Mina – regna l'arroganza. Le società di calcio dovrebbero educare i ragazzi ma nella maggior parte dei casi rappresentano un prototipo negativo per le giovani generazioni».