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Dopo la Lombardia, spunta la Calabria

A cura di Massimiliano Giacomini

Led e Calabria. Una società vicina alla famiglia di Carlo Tavecchio, nata pochi mesi prima di avere l'appalto per illuminare il nuovo campo federale del Cr calabrese, è al centro di una polemica mica da ridere innescata dal quotidiano La Repubblica. Polemica acuita dal fatto che l'organ House LND "Il calcio illustrato" abbia pubblicizzato la società comasca in pompa magna. Abbiamo sentito il presidente della LND Felice Belloli, chiamato suo malgrado in causa, per sapere se porterà, come atto dovuto, gli incartamenti riguardanti il caso Led e Cr Calabria alla procura federale: «La procura è già al corrente di quanto riportato dal quotidiano nazionale, se dovessero chiedere a noi - ci spiega il numero uno della LND - dei dati o degli approfondimenti saremo a loro completa disposizione».

Non sembra esserci pace per Carlo Tavecchio così come non è nuovo a polemiche il Comitato calabro che è passato da Antonio Cosentino al genero Saverio Mirarchi. Proprio quest'ultimo è stato tempo fa dirigente del Cr e allenatore di una società quando questo era ancora possibile, ma da poco tempo la norma (che chiameremo Mirarchina) è cambiata, su richiesta di Melchiorre Zarelli numero uno del Cr Lazio, e ora un dirigente di Comitato non può più allenare. La stranezza è che prima fosse concesso. Solo nell'ultimo Consiglio di Lega di due settimane fa, il presidente Belloli, aveva chiesto ai presidenti di affidare proprio alla Calabria il nuovo Torneo delle Regioni 2016, mozione passata all'unanimità ma che ora, dopo l'inchiesta de La Repubblica, appare quanto meno inopportuna.

Sarebbe il caso che la decisione venisse congelata almeno fino a quando non sia stata fatta del tutto chiarezza, anche perché siamo certi che ora come ora non ci sarebbe l'unanimità nei confronti della candidatura calabrese. Sul fronte Finanza e Lega, le fiamme gialle sono entrate a piazzale Flaminio il 6 Marzo e si sussurra che stiano visionando in particolare, come vi avevamo anticipato, i conti sull'acquisto della sede. Sul caso Comitato Lombardia e i 200 mila euro Belloli ha affermato che: «Avete scritto delle (bip, tradotto…) inesattezze». Assolutamente no. Abbiamo scritto, primi e unici, quello che è realmente accaduto con Giusepe Baretti che ha minacciato le dimissioni: «No Giuseppe non si sarebbe mai dimesso – afferma Belloli -. E’ stato fatto un errore perché non potevamo dare il mandato ad una società straniera e quei 200 mila euro sono andati per gli anticipi agli Hotel. La penale di 70 mila Euro non mi risulta». La penale c'è ed è, euro più euro meno, di quella cifra e Baretti le dimissioni le avrebbe date. Poi si sono trovate le contromisure e sono rientrate. Anche dal comitato affermano che i 200 mila euro sono stati usati per gli hotel ma allora perché Baretti avrebbe minacciato di dimettersi? Glielo chiederemo a breve.

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  Scritto da redazione_piemonte il 31/03/2015
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