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Radio Roma: LND, Bocchietti contro Belloli

A cura di Massimiliano Giacomini

Tensione e voglia di chiarezza. Questo è quanto è emerso nell’ultimo Consiglio di Lega andato in scena il 7 maggio scorso nella sede della Lnd. Si è cominciato la mattina con un Consiglio di presidenza dove i vice di Area Bocchietti, Mambelli e Morgana senza giri di parole hanno chiesto a Belloli cosa stesse succedendo alla Lega. Sembrerebbe essere stato Sandro Morgana, ex presidente del Comitato siciliano, a prendere subìto la parola per chiedere lumi all’attuale numero uno dei dilettanti, le preoccupazioni maggiori nascono dalla mancanza di governance, che ha detta dei vice presidenti è una situazione creata dallo stesso Belloli che non ha voluto mai dare spazio alle loro professionalità. Inoltre: “Una voce! Un tumulto sale dalla città, una voce esce dal Tempio! È la voce del Signore; egli ricompensa i suoi nemici secondo le loro azioni”. Dal libro di Isaia, la traduzione volgare si è trasformata poi in “Vox Popul, Vox Dei”. E dalle sacre stanze romane, e non solo, le voci del popolo iniziano a parlare di due esposti presentati, un paio di settimane fa, da due ex dipendenti della Lnd, con accuse pesantissime nei confronti di Felice Belloli. Massimo riserbo sul contenuto della segnalazione all’autorità e sui nomi delle dipendenti coinvolte. Proprio su questo punto si è accesa la miccia all’interno del Consiglio di presidenza, visto che Belloli è stato ascoltato dalla Procura Federale, i vice presidenti hanno cercato di capire se le domande degli uomini di Palazzi fossero inerenti ai due esposti, ma il presidente Lnd ha affermato con decisione di non sapere niente dei due esposti e che la PF aveva voluto sapere del caso del Cr Lombardia e del Torneo delle Regioni. Proprio su quanto accaduto emergono i primi dettagli con Belloli che avrebbe firmato l’accordo con la società svizzera, che non possedeva nessun requisito per poter lavorare per la Lnd, il 7 novembre e cioè una settimana prima di essere eletto numero uno della Lega Dilettanti. Tornando ai due esposti, Bocchietti avrebbe chiesto a Belloli se si sentiva tranquillo e sereno e che la risposta affermativa di quest’ultimo sia stata fedelmente riportata in verbale. Per chiudere sul Torneo delle Regioni a pagare dovrà essere il Cr Lombardia anche se Baretti ha sempre affermato di non voler mettere mani al portafogli, da riportare una battuta di un presidente del Nord che durante il Consiglio di Lega alla domanda: dove si giocherà il prossimo Torneo delle Regioni, avrebbe sussurrato: “In Svizzera”. Al Consiglio di Lega era presente anche Carlo Tavecchio che ha voluto portare alla luce, come avevamo anticipato, il problema del vincolo che deve essere rivisto e corretto anche per le indicazioni / pressioni che stanno arrivando dal Governo, dal Coni e dai tribunali ordinari che in due sentenze, l'ultima quella di Verbania, hanno affermato che il vincolo fino ai 25 anni è quanto meno anacronistico. A spalleggiare Tavecchio ci ha pensato Alberto Mambelli, contestato apertamente solo da tre Regioni, Trentino, Friuli e Umbria, che ha chiesto alla Lega di guardare al futuro  visto che a 18 anni i ragazzi sono liberi di scegliere ogni aspetto della propria vita sarebbe giusto che decidessero anche se cambiare società sportiva  o  no garantendo a quest'ultima un indennizzo stabilito dalla FIGC. Un periodo così difficile per le Leghe non si riscontrava dai tempi di Giulivi. La Lega Pro perde il suo presidente per sei mesi e ritrova il direttore generale Francesco Ghirelli, reintegrato dal Tribunale, un vero e proprio unicum nel mondo giurisprudenziale, mettendo così, nuovamente, in cattiva luce l’operato dell’attuale governance della Lega di Firenze che aveva licenziato ingiustamente un proprio dipendente. Nella sede della Lega Pro si dice ci siano due dg ma qualcuno afferma che Cipollini, che prese il posto di Ghirelli, non è mai stato realmente contrattualizzato proprio perché il finale di questa storia non era stato ancora scritto. Mentre il collegio di garanzia del CONI assicurava che: “la mancata approvazione del bilancio consuntivo determina solo la necessità di riproporre la delibera di approvazione del bilancio. Non ha valore di un atto formale di sfiducia”, dando una boccata di ossigeno a Macalli & co.

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  Scritto da redazione_piemonte il 25/05/2015
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