Regole e giustizia, se il calcio è al contrario. Alpignano docet
Non lo scopriamo certo noi che le cose a volte vanno all'incontrario di come sarebbe normale aspettarsi. Il calcio, metafora per ogni occasione, anche alle nostre latitudini, offre conferme continue. L'ultima in ordine di tempo arriva dall'Eccellenza e precisamente da Alpignano. Come ogni anno, specie in questo periodo di inizio stagione, la segreteria della società biancoblù surge agli onori delle cronache per la sua capacità di scovare squalificati in campo e mietere punti. Il sistema è perfetto, perché in maniera infallibile riesce a pizzicare ogni giocatore con una squalifica appesa, e poco importa che magari abbia giocato in Lombardia in Prima Categoria. Il ricorso è matematico. Un lavoro certosino, impeccabile, da applaudire. Da invidiare. E invece ti accorgi che il mondo comincia a girare all'incontrario quando l'Alpignano, che non avrebbe motivo per nascondersi, prova con tutte le sue forze a spegnere il più possibile le luci che si accendono su ciò che dovrebbe essere un vanto, il rispetto delle regole. Il gioco è in difesa, a indietreggiare, manca poco che quasi si chieda scusa. La retorica del 'risultato del campo' – dicono - troppe volte ha lasciato polemiche lunghe anni e per strada anche qualche amicizia. L'anno scorso il San Mauro all'andata perse tre punti che si rivelarono sanguinosi per la corsa alla salvezza, e la gara di ritorno non passò alla storia per le carezze...A dare una mano poi c'è anche il 'cecchino', il primo a volere l'anonimato, desideroso di evitare attenzioni, ma soprattutto possibili discussioni. Noie, insomma. L'Alpignano asseconda, proprio come si farebbe con il proprio migliore bomber. Anche perché non è detto che per dispetto quello stesso cecchino, con matita rigorosamente siglata L.C.,possa in qualche modo vendicarsi...