Serie A: la Juve vince a Bergamo, Toro raggiunto nel finale dal Monza

La Juventus dà segni di continuità, sfata il tabù Atalanta e compie un deciso passo in avanti nella corsa alla Champions League presentandosi al meglio alla semifinale di Europa League con il Siviglia, altro snodo cruciale della sua travagliata stagione. Il Torino fornisce una nuova prestazione autorevole, domina a lungo il Monza ma si fa raggiungere nel finale dagli indomiti brianzoli e, complici valutazioni arbitrali opinabili, si mette in tasca un solo punto con una buona dose di rammarico. Turno di campionato con tante luci offuscato solo da qualche ombra per le due rappresentanti del calcio all'ombra della Mole.
Mezzogiorno di fuoco per la truppa di Allegri nel confronto diretto in chiave europea sul sempre ostico terreno dell'Atalanta. Contro i bergamaschi il tecnico livornese rispolverava al centro della difesa Rugani dandogli in consegna il temuto Zapata e venendo ripagato da una prova impeccabile, mentre Danilo e Slex Sandro dovevano fronteggiare le iniziative dei trequartisti Koopmeiners e Pasalic, con licenza di avanzare nell'impostazione della manovra. La sorpresa positiva arrivava dalla corsia esterna di sinistra, dove Iling-Junior, gettato nella mischia alla prima da titolare, con la sua freschezza faceva passare un brutto pomeriggio a Zappacosta divenendo poi decisivo, mentre Cuadrado forniva il consueto apporto di quantità e qualità sull'altro fronte. Battaglia uno contro uno nel settore nevralgico tra Fagioli, Locatelli e Rabiot e i dirimpettai nerazzurri; Di Maria svariava su tutto il fronte offensivo cercando di togliere punti di riferimento alla linea difensiva avversaria, già alle prese con le puntate ed i ripiegamenti di Milik.
I bianconeri sorprendevano gli orobici con un inizio volitivo culminato nel tiro a giro di Di Maria che lambiva il palo, quindi rigraziavano la buona sorte per la prima volta nella giornata, quando il montante respingeva il colpo di testa di Scalvini. Con il passare dei minuti la squadra di Gasperini cresceva di intensità nel pressing ed avanzava il baricentro rendendo difficile l'impostazione juventina. Qui la Vecchia Signora dimostrava di saper soffrire, si chiudeva a riccio, murava le conclusioni avversarie e rischiava solo sull'imprecisa girata di Pasalic.
Ad inizio ripresa la fiammata con cui Iling-Junior recuperava palla sulla trequarti, lanciava Rabiot e andava a concludere l'azione incanalando la gara sui binari bianconeri. Con l'Atalanta a totale trazione anteriore (quattro i giocatori offensivi impiegati da Gasperini), la Juve continuava a fare leva su una difesa accorta, graziata nuovamente del palo su cui si infrangeva il tiro di Zappacosta, e poteva agire di rimessa mancando però il colpo del k.o. in contropiede.
Szczesny rispondeva presente sulla punizione di Koopmeiners, quindi gli innesti di Pogba, Chiesa a Kostic agevolavano la gestione del vantaggio e le ripartenze. Finale elettrico, con cori razzisti nei confronti di Vlahovic, gara interrotta, appello dello speaker dello stadio, maxi recupero concesso da Doveri e vendetta del centravanti serbo con il gol del raddoppio nell'ultima azione e l'esultanza provocatoria punita da regolamento con l'ammonizione. Mentre Gasperini nelle interviste del dopo partita riconduceva a maleducazione gli insulti razzisti, sono attesi nei prossimi giorni gli auspicati provvedimenti del giudice sportivo nei confronti dei tifosi e della società atalantina.
Sul campo, la Juve si giocherà una gran fetta della stagione giovedì sera nella semifinale casalinga d'andata di Europa League contro il Siviglia, mentre in campionato cercherà domenica sera di allungare la striscia positiva ospitando una Cremonese tornata a sorpresa in corsa per la salvezza e da prendere con le molle.
Schieramenti speculari e arguzie tattiche fra Torino e Monza, entrambi tesi e fare breccia puntando sull'incisività in verticale e tenuti a galla dalle parate di Di Gregorio e Milinkovic-Savic, tra i migliori in campo. Pareggio giusto dato l'andamento complessivo dell'incontro (un tempo a testa), ma che lascia ancora una volta il rammarico in casa granata per non essere riusciti a mantenere il vantaggio e per alcune decisioni dell'arbitro friulano Zufferli (su tutte la trattenuta di in area di Rovella a Ricci in pieno recupero non ravvisata come fallosa nemmeno dal VAR), che hanno obiettivamente penalizzato i torinisti.
Nella partita a scacchi fra i due tecnici, Juric si affidava nel reparto arretrato a Djdji, Buongiorno e Rodriguez, confermava in mezzo al campo la gioventù ispirata di Ricci ed Ilic, mentre sulle corsie esterne puntava sul dinamismo di Lazaro e Vojvoda. Puntuali nello svariare sulla trequarti Miranchuk e Vlasic, con il peso dell'attacco come di consueto sulle spalle di Sanabria.
Esaurita l'iniziale fase di studio era il Toro ad assumere il controllo delle operazioni, sfruttando le incursioni degli esterni per i servizi a rimorchio in favore dei trequartisti. Di Gregorio era però bravo a sbarrare la strada a Vlasic, Miranchuk e Vojvoda, mentre il VAR annullava la rete del fantasista russo per un tocco di mano ad inizio azione di Sababria e Milinkovic-Savic si opponeva a Ciurria.
In apertura di ripresa il piano tattico di Juric dava frutti con l'ennesima combinazione in verticale che portava Sanabria a siglare la rete del vantaggio granata. Dopodiché il Toro doveva fronteggiare la reazione monzese, che lasciava però spazio alle manovre di rimessa dei giocatori di Juric.
Squadre spaccate e ribaltamenti di fronte caratterizzavano un finale di gara con il risultato sempre in bilico. Se da un lato i granata non riuscivano a chiudere i conti con Miranchuk (ancora Di Gregorio in spolvero), dall'altro rischiavano sulle conclusioni di Carlos Augusto. L'assetto difensivo della squadra di Juric sembrava però reggere e solo la magia di tacco di Pessina e il successivo assist di Petagna per la bordata di Caprari lo facevano saltare ristabilendo la parità.
Oltre alla beffa, in pieno recupero arrivava pure il già citato danno della trattenuta di Rovella a Ricci lanciato a rete in area, che neanche dopo lunga revisione al VAR veniva giudicata da rigore. Il Toro usciva così dal campo con un solo punto in tasca ed una rabbia agonistica da cercare di trasformare in vittoria domenica all'ora di pranzo in casa di un Verona determinato a proseguire la sua corsa verso la salvezza.
Fotografia: www.juventus.com
