Serie A: la Juve regola il Verona, pari del Toro in casa del Sassuolo
Turno positivo per le squadre torinesi nel massimo campionato
La Juventus regola a fatica il Verona e compie un altro deciso passo nella sua risalita in classifica, vedendo apparire all'orizzonte addirittura la zona Champions League. Il Torino si rimette in marcia e torna dalla trasferta in casa del Sassuolo con un punto raccogliendo forse meno di quanto seminato. Va in archivio all'insegna del moderato ottimismo la 28ª giornata di campioinato per le due paladine del calcio all'ombra della Mole.
Nell'anticipo del sabato sera contro il coriaceo e volitivo quanto sterile Verona, la squadra di Allegri si conferma fedele ai successi di "corto muso", che pur senza rubare l'occhio e strappare applausi si rivelano di importanza capitale per la stagione. Blindata la fase difensiva, con la porta rimasta ancora una volta inviolata, i bianconeri, nonostante rotazioni, assenze assortite e produzione offensiva spesso col contagocce, riescono sempre a fare breccia nella retroguardia avversaria lanciando chiari segnali di solidità e concretezza (anche e soprattutto mentali) ritrovate e ormai assodate nonostante la tempesta in cui sta navigando la società fuori dal campo, che al netto della penalizzazione li farebbero salire sul secondo gradino del podio del campionato alle spalle dell'irraggiungibile Napoli.
Di fronte agli scaligeri mister Allegri rinnovava la fiducia al trio difensivo Gatti-Bremer-Danilo, lasciando rifiatare sugli esterni Kostic, rilevato da De Sciglio, con Cuadrado ad occupare la corsia di destra. La squalifica di Rabiot portava ad affidare le chiavi del centrocampo a Locatelli e Fagioli (di quantità e qualità le loro prestazioni), mentre Barrenechea non superava di nuovo l'esame risultando troppo "scolastico" e venendo rilevato nella ripresa da un più efficace Miretti. Rivoluzione nella coppia d'attacco iniziale, dove il rientrante Milik svolgeva al meglio il ruolo di raccordo e di creatore di spazi per Kean, la cui generosità verrà premiata dal gol decisivo. Peccato che il giovane attaccante, appena scontata la squalifica, sia stato di nuovo tradito dall'irruenza incappando in un cartellino giallo (era diffidato) che gli costerà un altro turno di stop.
Come preannunciato dal tecnico livornese alla vigilia, la Juve ha patito nelle fasi iniziali la fisicità e l'aggressività dei gialloblù, che con un pressing alto soffocavano le fonti di gioco bianconere chiudendo ogni spazio ed impedendo un efficace sviluppo della manovra. Scampato il pericolo sulle insidiose conclusioni di Duda e Depaoli, la Vecchia Signora riusciva ad avanzare il baricentro con il passare dei minuti, ma gli unici rischi Montipò li correva sulle palle inattive. Emblematica in tal senso la punizione dal limite di Danilo deviata dalla schiena di Depaoli sull'incrocio dei pali.
Il canovaccio tattico immaginato dall'allenatore juventino, con l'emergere delle qualità dei propri calciatori a gioco lungo quando l'intensità degli avversari sarebbe calata, si verificava puntualmente nella ripresa. In una delle poche combinazioni in verticale riuscite Miretti e Locatelli mandavano Kean in porta, quindi la Juve amministrava senza eccessivi patemi il vantaggio pur non ricevendo nell'ultima mezz'ora l'apporto desiderato dai subentrati Di Maria, Vlahovic e Kostic.
Il neo di Madama era secondo tradizione quello di non chiudere la gara lasciando il risultato pericolosamente in bilico e Szczesny si doveva così superare in uscita su Lasagna e sul velenoso tiro di Terracciano, mentre Bremer gettava clamorosamente alle ortiche la sponda fornita da Gatti su imbeccata di Di Maria, rendendo palpitanti anche i minuti di recupero.
Messi in tasca altri tre punti, la Juve si tufferà martedì sera nella semifinale d'andata di Coppa Italia contro l'Inter, per poi viaggiare sabato alla volta di Roma, dove in serata chiuderà il turno prepasquale in casa della Lazio, in un nuovo impegno cruciale del suo aprile di fuoco.
Partita difficile da decifrare quella del Mapei Stadium di Reggio Emilia in cui Sassuolo e Torino hanno chiuso lunedì sera il turno di campionato nella riedizione della finale del Torneo di Viareggio andata in scena poche ore prima e vinta dai giovani neroverdi. Alternanza nel predominio territoriale con occasioni da reti su ambo i fronti e contendenti brave a colpire gli avversari forse nel loro momento migliore, per una divisione della posta che se sotto il profilo della classifica può accontentare tutti, sul piano del volume di gioco creato e non concretizzato lascia il solito pizzico di rammarico in bocca ai granata.
La compagine di Juric, che si affidava in difesa a Gravillon, Schuurs e Buongiorno, dopo un inizio guardingo in cui lasciava il controllo delle operazioni ai neroverdi alzava progrssivamente il ritmo giovandosi dell'intensità a centrocampo di Linetty e Ricci e del dinamismo sulle corsie esterne di Singo e Rodriguez, mentre i trequartisti Radonjic e Vlasic apparivano subito in serata, così come il centravanti Sanabria.
Al Toro mancava però la cattiveria agonistica nell'ultima giocata e la continuità nel pressing, nonostante i continui richiami ad accorciare in avanti da parte del tecnico croato. Quando i granata trovavano finalmente l'imbucata giusta era la traversa a negare il vantaggio a Radonjic, poi arrivava la doccia fredda della rete emiliana di Pinamonti giunta al culmine di un'azione che evidenziava impietosamente l'atteggiamento passivo e poco accorto dell'intera fase difensiva torinista.
Andato al riposo sotto di una rete dopo avere a lungo dominato, il Toro continuava ad accusare il colpo in apertura di ripresa di fronte all'incalzare del Sassuolo e veniva salvato dal VAR che portava all'annullamento per fuorigioco del raddoppio siglato da Laurienté al termine di un'impeccabile contropiede.
Passato lo spavento la squadra di Juric aveva il merito di riprendere a macinare gioco pur correndo qualche rischio di troppo sulle ripartenze avversarie e dopo lo slalom dell'ispiratissimo Radonjic fermato solo dalla provvidenziale chiusura di Ferrari, coglieva il meritato pareggio grazie allo spettacolare colpo di testa in avvitamento di Sanabria imbeccato dal neo entrato Lazaro.
L'ultimo quarto di gara viveva dapprima all'insegna dell'equilibrio, quindi i granata calavano e venivano costretti sulla difensiva dal Sassuolo che cercava senza costrutto di rimettere la testa avanti. I cambi effettuati da Juric nei minuti finali consentivano alla squadra di rifiatare e al triplice fischio di Pezzuto il Toro riusciva a mettersi in tasca un punto comunque non disprezzabile. Sabato sarà di scena all'Olimpico Grande Torino la Roma: obiettivo portare a casa un altro scalpo eccellente.
Nella fotografia tratta dal sito web ufficiale del Torino F.C.: l'esultanza del granata Sanabria dopo il gol