Serie A: la Juve supera anche l'Udinese, pari del Toro a Salerno

Una Juventus di puro "allegrismo" trova ancora una volta la zampata decisiva nel finale, conquista l'ottava vittoria consecutiva senza subire reti al termine dell'ennesima partita di sofferenza preceduta dallo struggente ricordo di Gianluca Vialli e prosegue la sua corsa nei quartieri alti della graduatoria. Il Torino resta di nuovo incompiuto e si mangia le mani per non aver saputo condurre in porto il successo a Salerno dopo un primo tempo dominato, in cui ha però avuto il torto di lasciare aperta la gara subendo nella ripresa il ritorno degli avversari. Nel secondo turno di campionato dopo la ripartenza le due rappresentanti del calcio sotto la Mole replicano tra luci ed ombre i risultati della giornata precedente.
Sabato di forti emozioni all'Allianz Stadium, stretto prima del via in un lungo abbraccio in memoria di Gianluca Vialli sottolineato dal toccante saluto affidato a Gianluca Pessotto. Sul campo Allegri rivisitava l'undici di partenza rispetto a tre giorni prima, schierando in difesa Danilo, Rugani (concreta e concentrata la sua prestazione, arginando soprattutto il temuto Beto) e Alex Sandro, mentre sulle corsie esterne impiegava McKennie e Kostic. Nel settore nevralgico operavano Rabiot, Miretti e Locatelli, con i primi due che crescevano alla distanza nonostante qualche evitabile errore di misura, mentre l'ultimo risultava ancora troppo nervoso e lontano dal fulcro dell'azione. Ispirato quanto discontinuo Di Maria in posizione di trequartista a supporto di un Kean generoso ma poco incisivo.
Rispolverando un vecchio copione, i bianconeri, pur giocando tra le mura amiche, lasciavano il controllo delle operazioni ai friulani che cercavano di fare la partita con un atteggiamento tattico ordinato ma poco incisivo, mentre sul fronte opposto si registravano le consuete defficoltà a verticalizzare. I colpi di testa di Wallace e Rugani che esaltavano i riflessi di Szczesny e Silvestri erano così i due unici sussulti di un primo tempo equilibrato e soporifero.
Dopo l'intervallo la Vecchia Signora cercava di alzare il ritmo traendo vantaggio dalla girandola di sostituzioni (soprattutto dagli innesti di Chiesa e Paredes), sfruttava meglio i cambi di gioco e le incursioni sulle corsie esterne, ma non aveva la lucidità necessaria sotto misura e nello sfruttamento delle transizioni in campo aperto. La squadra di Sottil dal canto suo pungeva pericolosamente di rimessa ma peccava di concretezza e amministrava con troppa sufficienza il pareggio nell'ultimo quarto di gara, quando sembrava riprendere il controllo delle operazioni.
Così andava in scena l'epilogo ormai divenuto un marchio di fabbrica di Madama, che pur nelle avversità non rinuncia fino all'ultino ad inseguire l'obiettivo facendo leva sulle qualità dei propri singoli quando il tasso agonistico e di concentrazione dei rivali scende. La sventagliata di Paredes pescava oltre la linea difensiva friulana Chiesa, il cui altruismo porgeva a Danilo un cioccolatino solo da scartare che premiava la dedizione del capitano di giornata juventino e rappresentava il miglior viatico in vista del big match di venerdì sera in casa del Napoli capolista.
Torino dai due volti, che torna da Salerno col grosso rammarico di essersi messo in tasca un solo punto (terzo pareggio consecutivo, tutti per 1-1, dei granata) al termine di una partita dominata in lungo e in largo nel primo tempo, in cui la squadra di Juric non ha però avuto il cinismo per chiudere i giochi, mentre nella ripresa dopo il pareggio dei padroni di casa sono riemersi timori ed incertezze che hanno fatto ancora rinviare l'appuntamento con la vittoria.
Rotazioni nella formazione iniziale del Toro, in cui Zima, Schuurs e Buongiorno presidiavano la difesa al pari di Lazaro e Vojvoda sulle fasce laterali. A centrocampo interdizione e sviluppo della manovra venivano affidati a Lukic e Linetty, ma il ritorno più gradito si registrava nel reparto avanzato, dove il tecnico croato riproponeva il centravanti di ruolo Sanabria, che con il suo agire da boa (e in seguito da finalizzatore) apriva varchi per gli inserimenti e le giocate degli ispirati trequartisti Vlasic (fra i migliori in campo) e Radonjic.
Dominio totale del Toro nella prima frazione grazie ad un atteggiamento aggressivo e ad un efficace sfruttamento delle corsie esterne con pungenti verticalizzazioni. La Salernitana andava in crisi ogni volta che veniva attaccata, rischiando parecchio soprattutto sugli sviluppi delle palle inattive. Una decina le occasioni create dai granata, i quali partorivano però la sola rete del provvisorio vantaggio confezionata dal cross di Lazaro e dallo splendido tuffo di testa di Sanabria.
Le parate di Ochoa e il palo sul colpo di testa di Schuurs tenevano a galla la squadra di Nicola, che dopo l'intervallo tornava in campo con un altro piglio, mentre le urla negli spogliatoi con cui Juric riprendeva i suoi per non aver chiuso i giochi e cercava di tenerne alta la concentrazione, non sortivano gli effetti sperati,
In apertura di ripresa, dopo una pausa durata 25 minuti a causa dei problemi al monitor del VAR, il Toro si faceva sorprendere dal contropiede finalizzato da Vilhena nella rete del pareggio. Dopodiché i campani prendevano in mano le redini dell'incontro, complice il regresso dei torinisti, privi delle certezze iniziali e sempre più smarriti.
Rischiato il tracollo sulla conlusione di Piatek, il Torino aveva almeno il merito di riordinare le fila e tornare mentalmente in partita, ma l'ennesimo strepitoso intervento del portiere messicano sulla zampata di Miranchuk e il secondo montante di giornata sul tocco mancino di Rodriguez (decisivo ancora lo zampino di Ochoa), gli impedivano di riassaporare la vittoria, lasciando la bocca amara per l'occasione persa. Prossimo avversario lo Spezia domenica, quando i granata dovranno cercare di riagguantare i tre punti.
Fotografia: Sport Virgilio.
