Serie A: pari del Toro contro la Fiorentina, crollo Juve ad Empoli
Un Torino di piccolo cabotaggio intasca un punto contro la Fiorentina e si avvia verso un tranquillo finale di campionato privo però di stimoli e obiettivi particolari. La Juventus incappa in una settimana che definire nera sarebbe un eufemismo e crolla ad Empoli sotto il peso degli eventi. Le rappresentanti del calcio sotto la Mole zoppicano nel confronto incrociato con le toscane che ha caratterizzato la 36ª giornata di serie A.
Pari e patta fra Torino e Fiorentina, che dividono la posta in palio in una classica partita di fine stagione dominata a lungo dall'equilibrio con due sussulti nella prima metà della ripresa.
Nella circostanza Juric imperniava la linea difensiva su Djidji, chiamato a contenere le iniziative di Sottil, Schuurs, che prendeva in consegna Kouamé, e Buongiorno, il quale si sdoppiava fra supporto al compagno di reparto e proiezioni offensive, divenendo poi decisivo nell'azione del pareggio. Sugli esterni operavano Singo e Rodriguez, mentre nel settore nevralgico del campo Ricci si annullava con Barak ed era così Ilic ad avere maggiore spazio per l'impostazione. I ripiegamenti di Sanabria ad ostacolare alla fonte la creazione del gioco viola erano supportati da Vlasic, che forniva anche la consueta dose di dinamismo e fantasia, con Karamoh dedito a cercare soluzioni in profondità.
La squadra di Italiano, dopo le felici fatiche di coppa, optava per un atteggiamento tattico prudente ed accorto, lasciando l'iniziativa ai granata, i quali si affidavano inizialmente al giro palla ed all'impostazione dal basso con successive verticalizzazioni, senza però avere il ritmo e l'intensità per sorprendere gli avversari. Con il passare dei minuti il tecnico croato chiamava i suoi ad alzare baricentro e pressing e le azioni toriniste diventavano più ficcanti, portando alla conclusione Vlasic, Rodriguez e Karamoh. A mancare erano però sempre, come spesso accaduto in questa stagione, la lucidità nell'ultimo passaggio e la determinazione al momento del tiro, con il Toro che raccoglieva meno di quanto seminato e il risultato saldamente ancorato al nulla di fatto.
La mossa tattica attuata da Italiano nell'intervallo, con l'esclusione di Sottil, l'inserimento di Jovic come punta centrale, lo spostamento a destra di Kouamé e l'inversione di fascia di Saponara, sorprendeva in avvio di ripresa il Toro, tornato in campo con atteggiamento mentale troppo "morbido", che capitolava al primo affondo dei toscani, i quali sfruttavano proprio un cross dalla fascia di Kouamé per la testa di Jovic, "dimenticato" da Schuurs.
Incassato il gol la squadra di Juric accusava una decina di minuti di sbandamento, riuscendo però a rituzzare le conclusioni di Barak e Saponara. Passato lo spavento ed inserita nuova linfa con gli innesti di Ola Aina, Lazaro e Miranchuk, i granata riprendevano il controllo delle operazioni e riequilibravano la situazione grazie allo spunto di Buongiorno che esaltava l'istinto del bomber di Sanabria, il quale bruciava sul tempo Igor e girava in rete.
Nell'ultimo quarto di gara le energie calavano su ambo i fronti e le squadre si mostravano paghe di un pareggio che rappresentava un altro passo avanti in una stagione già ampiamente positiva. Sabato i granata saranno impegnati sul terreno dello Spezia, nell'inconsueto suolo di arbitro delle residue speranze di salvezza dei liguri.
Dato l'addio ai sogni di gloria europei a Siviglia, dove per l'ennesima volta nelle ultime stagioni ha pagato dazio ai dettagli in campo internazionale venendo ribaltata dai più concreti e "scafati" andalusi, la Juventus viveva un lunedì surreale trasformatosi in un umiliante tracollo sportivo.
Dapprima la pantomima della nuova, pilatesca penalizzazione inflitta con sadismo dalla Corte Federale d'Appello un quarto d'ora prima di scendere in campo ad Empoli, pesante nell'entità (10 punti) ma non tale da tagliare fuori del tutto i bianconeri dalla zona coppe, salvo tenere in canna il colpo di una nuova penalizzazione da sparare per completare l'opera con il nuovo processo per la manovra stipendi e le plusvalenza bis nel caso i bianconeri si qualifichino in extremis per le competizioni UEFA del prossimo anno. Poi la sconcertante prestazione sul terreno toscano, dove la Vecchia Signora questa volta gettava alle ortiche di suo la possibilità di rientrare con una vittoria addirittura in corsa per la Champions League.
L'approccio alla gara della squadra di Allegri (spinta probabilmente da una reazione nervosa) era positivo, ma lo slancio juventino si infrangeva sulla traversa centrata dal colpo di testa di Milik e sulle occasioni fallite da Vlahovic e Kostic. Alla prima difficoltà i giocatori di Madama crollavano mentalmente e uscivano dalla partita, agevolando con le loro superficiali ingenuità il compito dell'incredulo Empoli, che scartava il cioccolatino gentilmente offerto e lo gustava in due bocconi. L'entrata fuori tempo di Milik su Cambiaghi che causava il rigore del vantaggio azzurro di Caputo e l'immobilismo della fase difensiva sull'azione d'angolo concretizzata da Luperto dopo il miracolo di Szczesny tre minuti dopo, erano i segnali di una resa precoce quanto definitiva da parte di una squadra con la vecchia guardia ormai sulle ginocchia e svuotata, e con le nuove leve tecnicamente valide ma ancora prive del carattere del giocatore da grande squadra, che si esalta soprattutto nelle difficoltà.
Dal 20' del primo tempo andava in scena la lunga agonia della Juventus, incapace di organizzare una reazione degna di tale nome, con tutti i componenti della squadra fuori giri. In apertura di ripresa la situazione degenerava ulteriormente. Vlahovic calciava con indolenza alle stelle un pallone che chiedeva solo di essere spedito in porta, quindi era emblematico il pressing feroce con cui Akpa-Akpro "dragava" la sfera dai piedi di un Alex Sandro ormai oltre il viale del tramonto per innescare il delicato e beffardo tocco della doppietta personale di Caputo.
La squadra di Zanetti continuava a menare le danze con Szczesny protagonista nel limitare il passivo, mentre la Juve si affidava ai soli spunti individuali che premiavano con il gol della bandiera la determinazione di un almeno volitivo Chiesa. La serata da tregenda dei bianconeri aveva il suo degno epilogo in pieno recupero, quando l'ennesimo svarione (rinvio errato di Kean) e la difesa presa di nuovo d'infilata, permettevano a Piccoli di calare l'umiliante quaterna.
La Juve avrà ora quasi una settimana per leccarsi le ferite e cercare di riordinare le idee in vista del posticipo casalingo di domenica sera contro il Milan, forse l'ultima occasione per rialzare la testa e dare un senso ad una stagione surreale.
Nella fotografia tratta dal sito ufficiale del Torino FC: Sanabria in azione contro la Fiorentina.