Serie A: pari della Juve a Bologna, il Toro ko di misura
Un Torino gagliardo tiene testa all'Atalanta ma paga cari gli episodi e vede sfuggire via la Dea nel finale rimanendo a bocca asciutta. La Juventus, sempre più indecifrabile, dà qualche segnale di risveglio ma sconta tutti i suoi limiti attuali e torna da Bologna con una pareggio che ha le sembianze dell'occasione sprecata, chiudendo alla meno peggio una settimana nera. Poche le soddisfazioni per le rappresentanti del calcio sotto la Mole anche dopo la 32ª giornata di serie A.
Nell'anticipo del sabato sera i granata affrontavano a viso aperto la squadra di Gasperini con atteggiamento tattico speculare e non disdegnando di mettere la contesa sul piano dei duelli individuali. Da tali premesse scaturiva un incontro intenso sul piano fisico quanto bloccato sotto il profilo tattico, specie nella prima frazione, piuttosto avara di occasioni da rete.
Se il reparto arretrato torinista con Djidji, Schuurs e Buongiorno, quest'ultimo efficace anche in fase propositiva, riusciva a contenere le sgroppate del temuto Hojlund supportato da Koopmeiners e Pasalic, al pari di Ilic e Linetty nel settore nevralgico di fronte a De Roon ed Ederson, la compagine di Juric pagava dazio sulle corsie esterne, in particolare a destra, dove Lazaro andava in costante difficoltà contro lo spumeggiante Zappacosta, mentre Rodriguez aveva il suo da fare ad arginare le incursioni di Maehle. Sulla trequarti non convinceva Karamoh, preferito a Vlasic per rimpiazzare l'infortunato Radonjic e sostituito dal fantasista croato ad inizio ripresa. Miranchuk dal canto su cercava di svariare per imbeccare Sanabria, che al ruolo di terminale offensivo alternava ripiegamenti utili a cucire il gioco e a favorire gli inserimenti offensivi dei compagni.
Il Toro scontava però la sua sterilità offensiva e le difficoltà nel confezionare l'ultimo passaggio per mettere i propri giocatori davanti a Sportiello e così era la galoppata dell'ex di turno Zappacosta, imprendibile per Lazaro, a rompere l'equilibrio al tramonto del primo tempo complice l'errato piazzamento di Milinkovic-Savic.
L'ingresso di Vlasic dava più imprevedibilità ed incisività alle iniziative granata in apertura di ripresa, mentre i restanti cambi "ruolo per ruolo" servivano a Juric per mettere energie fresche in campo, senza però riuscire a portare l'inerzia del confronto sul versante granata. Era invece Gasperini a pescare il jolly con le sostituzioni, esaltando le ficcanti verticalizzazioni di rimessa nerazzurre grazie agli innesti di Boga e Zapata, che si riveleranno decisivi.
Ad un quarto d'ora dal termine, come un lampo, il pareggio granata scaturito dalla rapacità da bomber vero di Sanabria, abile a ribadire in rete la fiondata di Miranchuk respinta da Sportiello. Riequilibrato il risultato la squadra di Juric gestiva senza particolari affanni la situazione, ma quando un punto prezioso sembrava ormai in tasca doveva arrendersi al terzo lampo della serata, ovvero la strepitosa dimostrazione di potenza e determinazione con cui Zapata inventava il gol che regalava il successo agli orobici.
Smaltita la delusione per la sconfitta, ma sempre più consapevoli dei propri mezzi data la qualità della prestazione offerta, i granata si ritufferanno nel clima campionato già mercoledì, quando affronteranno a Marassi il fanalino di coda Sampdoria nell'ultimo turno infrasettimanale della stagione.
Dopo essersi consegnata all'Inter con un inspiegabile atteggiamento remissivo nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, la Juventus viveva a Bologna un'altra serata sulle montagne russe, facendo intravedere qualche segnale di ripresa ma evidenziando allo stesso tempo i limiti, soprattutto caratteriali, che ne hanno condizionato tutta la stagione.
Nella circostanza Allegri optava per un più propositivo 4-3-3 "duttile", con Cuadrado, Gatti, Danilo ed Alex Sandro sulla linea difensiva; Fagioli, Locatelli e Rabiot a centrocampo; Chiesa, Milik e Kostic in avanti, trasformato spesso in 3-5-2 in fase di ripiegamento con il posizionamento come "quinti" sugli esterni di Cuadrado e Kostic.
L'avvio era tuttavia in salita a causa del rigore del vantaggio rossoblu decretato dal VAR a distanza (monitor di campo non funzionante) per il contatto fra Danilo ed Orsolini e viziato in partenza dell'azione da una spinta dell'esterno felsineo ad Alex Sandro.
A differenza delle precedenti uscite, la Juve reagiva con carattere e riusciva finalmente a dare efficacia alla sua manovra grazie alle verticalizzazioni che premiavano gli inserimenti delle mezze ali, favoriti dal movimento ad "allargare" degli attaccanti esterni.
I bianconeri peccavano però di eccessiva titubanza e scarsa "cattiveria" agonistica in fase conclusiva e permettevano ad uno Skorupski in serata di grazia di esaltarsi su Fagioli e di neutralizzare con irrisoria facilità il rigore (di nuovo concesso da remoto dal VAR) calciato in maniera grottesca da Milik, mentre sull'altro fronte Barrow risultava una vera e propria spina nel fianco della non impeccabile retroguardia juventina.
Dopo l'intervallo la Vecchia Signora pativa ancora la vitalità della squadra di Thiago Motta, poi Allegri, con la mossa della disperazione, gettava in campo la "linea verde" e soprattutto l'innesto di Iling-Junior dava la scossa cambiando volto alla prestazione dei bianconeri. Le incursioni sulla sinistra del talento inglese fruttavano la rete del meritato pareggio di Milik (nella foto di Eurosport, la sua esultanza dopo il gol), facevano correre un brivido a Skorupski e confezionavano il traversone sui cui sviluppi Soulé (rivedibile il suo apporto) calciava incredibilmente in curva nel finale.
L'atteggiamento più spregiudicato di Madama lasciava però spazio alle ficcanti ripartenze dei petroniani, ma per sua fortuna la ripresa si trasformava su ambo i fronti in una saga degli errori, con Posch, Zirkzee ed Aebischer che graziavano Szczesny, provvidenziale nel recupero su Cambiaso.
Il triplice fischio consentiva alla Juve di interrompere la serie di sconfitte consecutive, lasciandole al contempo l'amaro in bocca per non essere tornata alla vittoria in una gara alla portata che le avrebbe consentito di scavalcare la Lazio insediandosi sulla piazza d'onore in classifica. Fondamentale per proseguire la corsa alla Champions League, in attesa di nuove eventuali penalizzazioni da parte della giustizia sportiva, fare bottino pieno nella partita casalinga di mercoledì contro il Lecce.