Del tutto inadatti a goderci la Coppa
Movimento contro i triangolari
Evidentemente in Italia abbiamo un problema a organizzare, meglio valorizzare, una competizione come la Coppa Italia. Non importa quale sia la categoria: dalla Serie A alla Terza Categoria il minimo comune denominatore è l'incapacità di trovare la formula giusta per rendere avvincente un torneo invece vissuto (almeno fino alle semifinali) più come un impiccio che come una reale opportunità. Alle nostre latitudini calcistiche il problema è sotto gli occhi di tutti, dopo quest'ultima settimana ancora di più. La formula imperniata sui triangolari fa acqua da tutte le parti e si presta alla proliferazione di cattivi pensieri. E anche quando si scende nel settore giovanile, specie in primavera quando si devono determinare le finaliste le cose non migliorano. Anzi. Tre giorni fa l'Eccellenza ha regalato il caso perfetto: il Borgomanero ha vinto 8-0 contro la Juniores dello Stresa passando il turno per differenza reti ai danni dell'Omegna. Nel balletto delle dichiarazioni, tutti minimizzano, ma è evidente che ci sia un problema di credibilità (e aggiungiamo di rispetto). E se le cose funzionassero il caso potrebbe anche finire sotto la lente della Procura Federale: le società da regolamento sono obbligate a mettere in campo la squadra migliore possibile perché cerchi sempre e comunque la vittoria. Qualcuno lo chiama spirito sportivo. Come si evita tutto questo? Semplice: un bel tabellone con gare di andata e ritorno e tanti saluti alle malignità. E' veramente così difficile? Il numero delle squadre partecipanti non sempre aiuta gli incastri, ma con un po' di applicazione e qualche accorgimento si potrebbero gettare nel cestino classifiche avulse e differenze reti. Ovvio, bisogna studiare un regolamento per tempo. Ora. Non succederà mai. Ci terremo i cattivi pensieri, amen.