La Juve va ko contro la Lazio, il Toro regola la Fiorentina
Una Juventus in versione gigante dai piedi di argilla crolla sotto il peso sempre più opprimente delle proprie lacune e vede avanzare all'orizzonte nuvoloni neri piuttosto preoccupanti, mentre il Torino dei piccoli passi riesce finalmente a trovare continuità di risultati e rendimento riportandosi in una posizione di classifica che fa abbozzare sulle labbra dei granata un velato sorriso.
Ancora una giornata di alti e bassi per le formazioni subalpine nel massimo campionato di calcio. Il campanello d'allarme suonato nella gara interna contro il Sassuolo non è servito a ridestare l'attenzione dei giocatori di Madama e gli scricchiolii uditi contro la compagine emiliana hanno portato alla voragine apertasi di fronte a quella di Simone Inzaghi al termine di una gara caratterizzata comunque da aspetti paradossali. Per la prima mezz'ora di gioco si è vista una delle migliori versioni stagionali della Juventus, con i bianconeri aggressivi e determinati che hanno costretto i laziali sulla difensiva. Dopo il meritato vantaggio il solito narcisismo ha di nuovo condizionato gli uomini di Sarri, incapaci di concretizzare le occasioni create per allungare e mettere “in ghiaccio” la partita. Quando gli Aquilotti hanno cominciato a volare avanzando il baricentro la Juventus si è smarrita, venendo tradita da una fase difensiva sempre più disastrosa e da un inspiegabile crollo della tenuta mentale (foto sport Virgilio).
Rivitalizzati i biancocelesti con uno sciagurato posizionamento su azione d'angolo al tramonto della prima frazione (fatto salvo che con la testa fossero già negli spogliatoi per l'intervallo, cosa già di per sé grave per una squadra di alto livello, viene da chiedersi perché Sarri continui ostinatamente a chiedere ai propri giocatori di marcare a zona sui calci piazzati avversari), la Vecchia Signora ha fallito per eccesso di sufficienza un nuovo colpo del k.o. ad inizio ripresa (vero Dybala?), poi, quando la gara sembrava essere sotto controllo, non è stata in grado di fare fronte mentalmente alle avversità (leggi la serie di opinabili decisioni arbitrali contrarie) e agli episodi che hanno fatto cambiare il corso della partita.
In inferiorità numerica dopo l'espulsione di Cuadrado, la Juventus, invece di ricompattarsi per uscire almeno indenne dall'Olimpico, ha clamorosamente offerto il fianco alle verticalizzazioni (difesa stile belle statuine distratte sulla rete del sorpasso laziale di Milinkovic-Savic) e ai contropiedi avversari (frutto questi di un assetto in fase di copertura tutto da rivedere), col solo monumentale Szczesny a tenerla a galla sino alla stoccata finale di Caicedo.
L'Inter, pur frenando, ha allungato in vetta e la Lazio si è pericolosamente avvicinata. Il prosieguo dell'annata bianconera non può prescindere dal consolidamento della difesa e dal recupero della concretezza offensiva per non vanificare un potenziale comunque notevole, nonché di tutti gli effettivi di un centrocampo falcidiato dagli infortuni. Ma soprattutto devono tornare la concentrazione e la fame di successo tipiche del recente passato. Con i numeri sinora mostrati e l'utopia del gioco spettacolare di là da venire, la Juventus rischia seriamente di ritrovarsi a fine stagione a mani vuote su tutti i fronti.
Chi ha ritrovato il sorriso è invece il Torino. Tornati a fare bottino, pur tra molte ombre, nella trasferta di Genova, i granata sono apparsi in crescita contro la Fiorentina, mostrando un'apprezzabile continuità di rendimento. Positiva soprattutto la prima frazione di gioco, dominata con autorevolezza dalla squadra di Mazzarri, che ha sfruttato al meglio il 3-4-2-1 iniziale proposto dal proprio tecnico. Difesa e centrocampo solidi hanno consentito alle sgroppate di Ansaldi (il migliore in assoluto) e al dinamismo di Verdi e Berenguer di supportare al meglio il combattivo Zaza, schierato titolare come unica punta dopo le recenti tensioni con l'allenatore e in grado di ripagare la fiducia accordata segnando la rete del meritato vantaggio.
Sbloccata la situazione, il Toro non ha avuto difficoltà a disporre di una Fiorentina troppo remissiva, che solo ad inizio ripresa ha tentato una reazione. Nella circostanza i granata hanno mostrato di sapere soffrire contenendo con ordine le iniziative dei viola e punendoli con cinismo grazie alla galoppata di Ansaldi che ha di fatto chiuso i giochi. Una vittoria da Toro non è però tale senza qualche patema e il forcing finale della squadra di Montella, sfociato nella rete della bandiera siglata da Caceres, ha fatto correre più di un brivido lungo la schiena dei tifosi granata. Il solito Sirigu, aiutato dai compagni, ha però fatto buona guardia, consentendo al Toro di intascare il secondo successo consecutivo e di continuare nella risalita in classifica. La prossima trasferta di Verona sarà un ulteriore banco di prova nel percorso di crescita granata.