La Juve vince a fatica col Verona, Toro in affanno
Juve in versione Diogene ancora alla ricerca di se stessa, Toro bloccato e in regresso che fallisce un'altra prova di maturità. L'inizio d'autunno è grigio per il calcio sotto la Mole. Sul fronte bianconero, archiviata con discreto travaso di bile la scellerata serata di Madrid, in cui gli uomini di Sarri hanno gettato al vento a causa delle solite insicurezze difensive sulle palle inattive una vittoria già confezionata, mettendosi nella scomoda posizione di dover rincorrere anche in Champions, la partita col Verona è stato un nuovo episodio della saga dal titolo “L'unica cosa buona è il risultato”. Il pressing asfissiante e sfrontato dei gialloblu, unito all'intraprendenza e al coraggio degli scaligeri, hanno messo ancora una volta a nudo le attuali lacune di una squadra che sta incontrando difficoltà, forse impreviste alla vigilia, nel cambiare pelle (foto goal.com).
Difesa ballerina, poco reattiva e precipitosa negli interventi, in affanno – specie nella seconda parte di gara – ogni qual volta la palla giungeva in area; centrocampo non sempre efficace in fase di filtro e con inserimenti offensivi dosati col contagocce; attacco sovente affidato alle individualità sono state le note più negative di un pomeriggio in cui solo le parate del “sempreverde” Buffon, la concretezza e la fortuna negli episodi decisivi hanno tenuto a galla i bianconeri, consentendo loro di intascare, ben oltre i meriti, tre punti preziosissimi. L'impressione è che la Juventus sia ancora a metà del guado e che il percorso per metabolizzare il cambio di registro voluto da Sarri richieda molto tempo. Due esempi su tutti: la difficoltà nel difendere alto aggredendo l'avversario invece di rifugiarsi in un più comodo e proficuo arretramento chiudendo i varchi e la ricerca quasi scolastica (come se si volesse compiacere il tecnico) quanto sterile del fraseggio offensivo, con le reti sinora arrivate quasi esclusivamente grazie a verticalizzazioni a coronamento di azioni manovrate di rimessa.
Note dolenti anche in casa granata. Dopo l'imprevisto stop col Lecce, in cui il Toro ha fatto la fine di Icaro, scottandosi e ricadendo fragorosamente a terra per aver osato volare troppo in alto vicino al sole del primato in classifica senza possedere la concentrazione e l'umiltà necessarie, è arrivato quello in casa della Sampdoria che ha riportato alla luce la brutta copia della squadra di Mazzarri.
Superato dai blucerchiati nel ritmo e nella fame di punti sin dalle battute iniziali, il Toro ha cercato di reggere il confronto affidandosi ad un nuovo assetto nel reparto difensivo (Lyanco e Bremer in luogo dei criticati Djidji e Bonifazi) e ad un centrocampo solido ma poco dinamico e ispirato in fase di impostazione, mentre in avanti Belotti e Zaza sembravano avere le polveri bagnate dal temporale che si stava abbattendo su Genova, tant'è che l'occasione più pericolosa veniva creata dal solito inserimento offensivo dell'encomiabile Izzo. Quando la gara sembrava incanalata sui binari di un non esaltante, ma comunque positivo, risultato ad occhiali, la formazione di Di Francesco riusciva a sfruttare con scaltrezza e cinismo un episodio a suo favore, inducendo proprio Lyanco all'errore e portandosi in vantaggio con Gabbiadini.
A quel punto la partita cambiava copione e si tornava a vedere la squadra granata fragile mentalmente e incapace di reagire che troppo spesso in passato aveva gettato la spugna alla prima difficoltà incontrata. I liguri sfioravano diverse volte il raddoppio legittimando il successo e solo i provvidenziali interventi di un Sirigu sempre in forma eccellente evitavano agli ospiti un passivo più pesante. Fuori luogo, a fine gara, le nuove lamentele di Mazzarri nei confronti dell'arbitraggio e dell'operato del VAR. Anche se gli episodi, nella circostanza per la seconda volta consecutiva a sfavore, possono incidere sull'esito di una gara, le cause della momentanea crisi granata vanno ricercate altrove.
Martedì sarà intanto di nuovo tempo di campionato con il turno infrasettimanale. La Juventus, chiamata finalmente a convincere oltre che a muovere la classifica, sarà di scena in casa dell'insidioso Brescia, che tenterà di strappare uno scalpo importante nella serata del ritorno di Balotelli; necessari più che mai da parte dei bianconeri personalità, determinazione e concretezza realizzativa. Il Torino chiuderà giovedì il cartellone ospitando il Milan in un confronto tra due squadre in cerca di riscatto. L'augurio dei tifosi dell'Olimpico è quello di tornare a vedere in campo un po' di tremendismo granata.