La Juve passa in casa del Genoa, il Toro ko di misura con la Lazio
Al Toro non bastano solo orgoglio e determinazione di fronte alla granitica Lazio, che anche aiutata dalla fortuna lascia i granata con un pugno di mosche in mano. La Vecchia Signora indossa uno sfavillante abito da sera, danza accompagnata dai suoi ballerini fuoriclasse, archivia con meno problemi del previsto la pratica Genoa replicando ai biancocelesti e mantiene immutate le distanze dai rivali.
Altalenante per le due paladine subalpine anche il turno infrasettimanale di campionato. Sembrava poter gustare un rinfrescante aperitivo la truppa di Longo, che in apertura di contesa sfruttava la mano galeotta di Immobile in area e mandava sul dischetto Belotti per un repentino quanto inaspettato e forse troppo precoce vantaggio. Dopodiché il tecnico granata prevedeva con umiltà e sagacia tattica uno schieramento speculare rispetto a quello avversario, che riusciva a lungo a contenere e ad incartare i laziali. La difesa a tre imperniata su Lyanco, Nkoulou e Bremer arginava Immobile e Caicedo, mentre sugli esterni De Silvestri e Aina fronteggiavano Jony e Lazzari. Reggeva anche il centrocampo con Lukic, Rincon e Meite, ma in avanti i palloni giocabili per il generoso Belotti e la sua spalla Verdi si riducevano con il passare dei minuti.
A gioco lungo il fortino torinista cominciava a mostrare le prime crepe di fronte al progressivo incalzare degli uomini di Inzaghi, che non agguantavano il meritato pareggio prima dell'intervallo solo per gli errori di mira degli attaccanti e la posizione di fuorigioco di Acerbi. Stesso andamento tattico ad inizio ripresa, quando Luis Alberto trovava l'imbucata vincente per il capocannoniere, che castigava la difesa granata non impeccabile nello schieramento e nella tempestività della chiusura. Il tema della seconda frazione era da quel momento delineato e dall'esito ineluttabile: quasi un monologo offensivo della formazione romana alla ricerca di tre punti di fondamentale importanza, mentre il Toro si difendeva con tenacia ma crescente difficoltà, che neanche le sostituzioni riuscivano ad alleviare. La sfortuna, sotto forma di deviazione alle spalle di Sirigu sulla conclusione di Parolo, faceva svanire il sogno di un risultato di prestigio utile anche alla classifica, premiando al contempo la pressione e la mole di gioco prodotta dai laziali.
Serata di gala per la Juventus a Genova, dove la squadra di Sarri sfoderava una delle sue migliori prestazioni stagionali (fotografia tratta da Sport Mediaset). Al di là del valore dell'avversario, i bianconeri mantenevano costantemente il controllo delle operazioni attuando un pressing coordinato ed efficace. Il rendimento dell'intera squadra era ampiamente al di sopra della sufficienza e il rinnovato ricorso alle conclusioni dalla distanza rappresentava un'utile variante alla ricerca del fraseggio offensivo, mentre Szczesny e il pacchetto arretrato assistevano alla partita quasi da spettatori non paganti.
Solo gli ottimi interventi dell'ex Perin impedivano che il il risultato si sbloccasse, ma dopo l'intervallo veniva premiata la pazienza della Juve, che calava un tris d'assi annichilendo il Genoa con le reti d'antologia di Dybala, Ronaldo e Douglas Costa. Remi in barca e risparmio di energie nell'ultimo quarto d'ora, con il solo neo dello sbandamento collettivo della retroguardia in occasione del gol della bandiera rossoblù di Pinamonti.
Sabato pomeriggio nella probabile canicola dell'Allianz Stadium si tornerà a respirare aria di derby. Nell'occasione la Juve dovrà sfoderare un'altra prestazione all'insegna della concentrazione e della concretezza, facendo leva sul gioco e sulle invenzioni dei suoi campioni per rispettare un pronostico che la vede favorita e continuare a veleggiare al comando della classifica. Il Toro potrà contare sulle tradizionali armi della determinazione e dell'abnegazione agonistica, cercando di imbrigliare i più quotati avversari e di colpirli con giocate di rimessa sfruttando gli eventuali spazi concessi, sperando anche che i bianconeri accusino un calo di tensione dopo tre prestazioni di alto livello. Unico punto fermo di una sfida dalla lettura spesso indecifrabile e sorprendente, è che il pareggio servirà a nessuno.