Pari pirotecnico della Juve col Sassuolo, il Toro ipoteca la salvezza
Juve sulle montagne russe in capo a una partita schizofrenica al termine della quale riesce ancora una volta a rimanere a galla avvicinandosi allo scudetto, Toro finalmente compatto, determinato e concreto, che sfodera una delle sue migliori prestazioni stagionali e manda in archivio il discorso salvezza.
Umori opposti sui due versanti calcistici del Po al termine del nuovo turno infrasettimanale di un campionato dal finale giocoforza in versione centrifuga. Sempre più sconcertante la squadra di Sarri, che nonostante rimanga saldamente al comando della classifica ha fornito in casa del pimpante e sbarazzino Sassuolo un'altra prestazione che definire enigmatica sarebbe un eufemismo. Un quarto d'ora di spettacolo con doppio vantaggio, poi il ritorno preoccupante del buio totale.
I bianconeri si sono di nuovo illusi di poter amministrare la situazione in scioltezza senza dover soffrire e hanno lasciato progressivamente campo al dinamismo degli emiliani calando il ritmo ed abbassandosi troppo. Errore puntualmente castigato dalla truppa di De Zerbi, che ha sfruttato con letali ripartenze manovrate dal palleggio ubriacante la disastrosa fase difensiva avversaria, a partire dall'incapacità di fare filtro a centrocampo per finire con le inesistenti chiusure difensive.
Il monumentale Szczesny (in assoluto il migliore in campo e salvatore della patria juventina) consentiva a Madama di andare al riposo ancora avanti, ma al rientro in campo la "sindrome di San Siro" colpiva ancora e i bianconeri venivano ribaltati incassando altri due gol in tre minuti, che gettavano sale sulle ferite delle leziose uscite palla al piede (maldestro il tentativo di Bentancur che provocava il fallo sfruttato da Berardi per il gioiello del pari) e di una difesa in affanno anche sotto il profilo fisico, che pare avere dimenticato i fondamentali del mestiere (emblematico lo sviluppo dell'azione della rete di Caputo).
Se compattezza, personalità e filo logico nel gioco appartengono ormai alle Juventus del recente passato, i bianconeri sono almeno riusciti a conservare la reazione caratteriale e i colpi dei campioni con cui hanno evitato un altro clamoroso scivolone. Nel finale difese allegre e portieri protagonisti su ambo i fronti, per un pareggio che probabilmente soddisfa nessuno.
La strada dell'epilogo di stagione della Juventus sembra segnata: l'unica via da percorrere per tagliare per primi il traguardo è raccogliere le residue energie fisiche e nervose, fare leva sulle individualità badando al sodo in fase conclusiva e cercare di ritrovare un minimo di compattezza difensiva. Per il gioco, lo spettacolo ed altre amenità varie care agli esteti ci sarà eventualmente spazio in futuro. Lunedì sera nuovo passaggio cruciale contro la Lazio. Fallire non sarà più consentito.
Il Toro può finalmente sorridere e guardare con serenità ai prossimi impegni. Nello scontro salvezza da dentro o fuori con il Genoa i granata hanno fornito una prestazione da squadra matura, conquistando una meritata e convincente vittoria che ha messo in evidenza le caratteristiche migliori del ritrovato gruppo di Longo. Inizio contratto con qualche rischio di troppo sventato da un Sirigu per il quale diventa difficile trovare nuovi aggettivi, quindi avanzamento del baricentro e maggiore pressione sugli avversari. Efficace lo schieramento offensivo con due punte di ruolo supportate dal trequartista Verdi e grande attenzione sui calci piazzati, con Bremer che prima faceva le prove generali, quindi bucava di testa l'incerta difesa del Grifone. Sbloccato il risultato, i torinisti lo amministravano con personalità fino al riposo mantenendo il controllo dell'iniziativa.
L'ultima fiammata genoana ad inizio ripresa trovava di nuovo un baluardo insuperabile nel portiere granata, dopodiché Belotti (l'altra àncora di salvezza torinista in questa travagliata stagione) si caricava da vero capitano la squadra sulle spalle diventando uomo ovunque. A colpire in positivo la serenità con cui il Toro conteneva la seppur timida reazione rossoblu e il cinismo nel contropiede che portava al gol d'autore di Lukic per il raddoppio ed alla fantastica galoppata con cui il Gallo chiudeva la partita andando a segno per la settima giornata consecutiva. Al termine gioia giustificata e troppo a lungo repressa per Longo e i suoi ragazzi, che domenica a Firenze potranno quasi fare passerella nella prima tappa di un finale di campionato in cui cercare ancora qualche soddisfazione (fotografia: www.torinofc.it).