La Juve cade a Cagliari, un rimaneggiato Toro cede con onore alla Roma
Lo scudetto appena conquistato non cancella i difetti e le lacune della Juventus, che non onora l'ennesimo titolo di campione d'Italia e a Cagliari va incontro ad una figuraccia francamente evitabile che non si addice ad una squadra di rango, mentre il Torino ha ormai staccato la spina e di fronte alla Roma stabilisce il record negativo di sconfitte a testimonianza di una stagione da archiviare più in fretta possibile.
Penultima di campionato dal sapore amaro per le due torinesi costrette al palo. Alla Sardegna Arena la squadra di Sarri mette in scena la replica di una stucchevole rappresentazione vista troppe volte durante quest'annata in cui i bianconeri si sono confermati "nonostante" il loro tecnico. Approccio svagato alla partita, difesa immobile modello belle statuine trafitta al primo affondo avversario concretizzato dal quasi esordiente Gagliano (che risulterà decisivo anche nell'azione del raddoppio rossoblu), costante quanto infruttuosa pressione offensiva ostinatamente per vie centrali che s'infrangeva di fronte all'ermetica retroguardia cagliaritana, ricerca indisponente del solo Cristiano Ronaldo, ossessionato dalla rincorsa ad Immobile per il titolo di cannoniere e regolarmente ingabbiato dagli avversari. Se a ciò aggiungiamo l'inesistenza della manovra sulle fasce laterali e qualche errore di mira di troppo, completiamo un quadro a tinte fosche diventato nero come la notte isolana in occasione della seconda rete della squadra di Zenga al tramonto della prima frazione. Nella circostanza l'antologia degli errori juventini mostrava i suoi fiori migliori: palla persa a centrocampo sul pressing avversario, tardiva chiusura di Bonucci e Buffon non irreprensibile sul velenoso diagonale di Simeone.
Senza storia la ripresa. La Juve non è squadra da rimonte e accusa sempre di più il mal di trasferta. Bastava un Cagliari determinato, accorto e protetto da un Cragno in serata di grazia per incartare i velleitari di reazione avversaria, mentre Buffon si riscattava evitando il tracollo. In campo si salvava solo la volitiva prestazione degli Under 23 impiegati, con il guizzante Zanimacchia su tutti, mentre fuori lasciava interdetti la polemica di Sarri nei confronti della Lega per l'eccessiva concentrazione delle partite. Priva di fondamento e indicativa di un personaggio che non ha ancora interiorizzato lo stile Juve.
Sabato sera chiusura casalinga con la Roma e annessa premiazione. Doveroso un congedo almeno dignitoso, per mantenere l'imbattibilità dell'Allianz Stadium e non raggiungere in negativo la prima Juve di Marcello Lippi del '94-'95, scudettata con ben sette sconfitte. Poi l'assalto al Lione per il quale serviranno altro passo, determinazione e condizione fisica rispetto a quelli mostrati nelle ultime uscite.
Capitolo Torino. Di scoppiettante e divertente nella gara casalinga con la Roma c'è stata solo l'alternanza delle reti, che ha finito per premiare come da copione i giallorossi. Comprensibile il turn over attuato da Longo, che anche a causa di assenze e squalifiche ha dato spazio a Ujkani tra i pali e Singo (nella foto di www.torinofc.it molto positiva la sua prestazione) sulla fascia destra, mentre capitan Belotti tirava il fiato e l'inedito tridente offensivo poteva contare su Berenguer e Verdi alle spalle di Zaza. La ripartenza granata sorprendera la retroguardia giallorossa con Berenguer imbeccato da Zaza che saltava Pau Lopez e insaccava. L'incapacita torinista di difendere è ormai risaputa e quasi immediatamente Dzeko sfuttava la triangolazione dei compagni per pareggiare. Dopodiché l'incornata di Smalling su angolo metteva il dito nella piaga della disposizione difensiva granata sulle palle inattive e il palo su cui si infrangeva la punizione di Kolarov evitava una ripresa di pura accademia.
Timida reazione dei ragazzi di Longo dopo l'intervallo, ma un'altra ingenuità di Djidji in area su Dzeko mandava Diawara sul dischetto per l'allungo ospite. Estemporanea quanto pregevole la sgroppata di Singo che, complice Pau Lopez, riapriva la partita, ma il Toro non aveva più la forza per acciuffare il pareggio e la squadra di Fonseca gestiva in tranquillità vedendosi anche annullare dal VAR la quarta rete di Dzeko.
Al termine al Toro rimane il poco invidiabile record del proprio numero di sconfitte in campionato (20), mentre le reti subite sono 67. Peggio in un torneo a 20 squadre i granata fecero solo nel 1950-'51 con 69 gol incassati. Numeri da profondo rosso di un'annata che tutto l'ambiente non vede l'ora di mandare in archivio. Domenica a Bologna, l'ultimo atto.