Turno infrasettimanale da dimenticare per Juventus e Torino
La Juve per una volta viene tradita dagli attaccanti e getta al vento un'altra occasione per avvicinarsi alla capolista Milan, mentre il Toro incappa in una sconfitta quasi annunciata e sprofonda sempre di più vestendo la maglia nera della classifica assieme al Crotone. Da dimenticare più in fretta possibile il turno infrasettimanale di campionato per le due rappresentanti del calcio subalpino.
Contro l'Atalanta altri due punti sprecati dalla squadra di Pirlo, che paga la serata da incubo della coppia Ronaldo-Morata (mai cosi male da quando vestono il bianconero) e l'ormai cronico eccesso di sufficienza in troppi suoi elementi nell'affrontare ed interpretare le varie fasi dell'incontro. A meno che l'avversario non si chiami Barcellona, gli juventini sembrano incapaci di mantenere alta la concentrazione in tutto l'arco della gara e la garibaldina banda di Gasperini, con Gollini eroe tra i pali, ne ha approfittato per strappare un punto d'oro all'Allianz Stadium, bloccando per la terza stagione di fila la Juve tra le mura amiche (fotografia: Eurosport).
Che la serata di Madama fosse storta lo si era capito in apertura dai clamorosi errori sotto porta dell'accoppiata iberica, ma la perla balistica di Chiesa aveva illuso i bianconeri di poter condurre una partita in discesa. Gli sfrontati duelli "uno contro uno" imposti dagli orobici a tutto campo facevano salire il ritmo sfilacciando gli schieramenti e mandavano in sofferenza il settore nevralgico juventino, spesso in ritardo e poco reattivo nella riconquista delle seconde palle, con il solo McKennie a meritare la sufficienza.
In avvio di ripresa Morata spediva sulla faccia di Gollini la palla del raddoppio e il lassismo di Rabiot nel contendere la sfera a Freuler era la fotografia della serata bianconera, con lo svizzero che fulminava Szczesny. Poi accadeva quello che non ti aspetti: anche gli alieni hanno un lato umano e confidano troppo nei propri mezzi, così Ronaldo contribuiva a rendere gloriosa la serata del portiere nerazzurro facendosi ipnotizzare dal dischetto. Dopodiché Gollini continuava nel suo show imitato sull'altro fronte dal numero uno bianconero, in un finale di gara giocato a viso aperto con il risultato appeso a un filo. Tardivo e infruttuoso l'inserimento di Dybala e poco comprensibile l'ostinata insistenza di Pirlo su un Ronaldo fuori giri.
L'epilogo senza vincitori ne vinti era la giusta conclusione di un confronto che vedeva ancora una volta la Vecchia Signora incassare gol, venire rimontata e non riuscire a superare una big del campionato. Sommato ai punti dilapidati con le "piccole" è un chiaro indice di un'involuzione di rendimento e risultati che preoccupa non solo dalle ultime gare.
Giampaolo rivolta il Toro come un calzino nel tentativo di dare una scossa alla squadra, ma all'Olimpico romano va in scena la cronaca di una sconfitta quasi annunciata. Il 3-5-1-1 granata regge bene nel primo quarto d'ora, poi l'affrettata espulsione di Singo per doppia ammonizione fa saltare i piani del tecnico abruzzese, che rinuncia alla qualità di Gojak per rafforzare la diga sugli esterni inserendo Ansaldi e si dispone in maniera troppo attendistica lasciando il pallino del gioco in mano alla Roma. I torinisti, troppo remissivi, sembravano quasi aspettare la rete del vantaggio avversario, arrivata per merito di Mkhitaryan.
Dopodiché, quasi ispirandosi alla teoria "uruguagia" del maestro Gianni Brera, "difendevano la sconfitta" cercando di restare in partita, ma non avevano quasi mai la forza di uscire dalla loro metà campo per replicare di rimessa e il rigore trasformato da Veretout prima dell'intervallo ipotecava il successo della squadra di Fonseca.
L'ingresso di Edera dava freschezza ai granata in avvio di ripresa, ma la traversa gli impediva di riaprire la gara, quindi Lorenzo Pellegrini affossava ulteriormente i granata. Vicino a prendere un'imbarcata e non avendo più nulla da perdere, il Toro si scrollava (troppo tardi) ogni timore di dosso ed approfittando dell'atteggiamento rilassato di una Roma che aveva ormai staccato la spina, mostrava almeno una reazione d'orgoglio che portava al gol della bandiera realizzato dal solito capitano, mentre Bonazzoli e Bremer facevano correre qualche brivido lungo la schiena di Pau Lopez, magra consolazione in una serata di buio pesto.
Da sabato nuove prove d'appello per le torinesi. La Juve scenderà in campo nell'anticipo a Parma su un terreno e contro una squadra notoriamente ostici, con l'imperativo di non lasciare più punti per strada. Domenica all'ora di pranzo il Toro ospiterà il Bologna in un altro match della verità da far venire i brividi.