Turno di serie A con sorrisi bianconeri ed ombre granata
La Juventus si riscatta e ritrova la rotta con una prestazione finalmente degna della sua caratura, mentre il Torino muove la classifica ma subisce l'ennesima rimonta e getta al vento la possibilità di cominciare a dare una sterzata alla sua stagione. Sorrisi in bianconero e ombre granata nel penultimo turno di serie A prima della sosta di fine anno.
Sabato sera scintillante per la banda di Pirlo a Parma, al di là della divisa arancione flou che evidentemente ha ispirato Ronaldo e compagni, autori di una prova capace per lunghi tratti della partita di riportare alla mente l'Arancia Meccanica olandese. Gara iniziata bene e finita meglio per la Vecchia Signora, di cui è piaciuto soprattutto il piglio determinato, aggressivo e concentrato per tutto l'arco dell'incontro, con ricerca del pressing alto anche nei minuti finali quando il risultato era ormai in ghiaccio da tempo.
I bianconeri hanno imposto il loro gioco ad una compagine ducale costretta ad affidarsi ad uno schieramento coperto da cui ripartire per cercare di sorprendere in velocità gli avversari, riuscendo a mantenere inviolata la porta per la terza volta dall'avvio del campionato. Gran parte del merito va dato al "sempreverde" Buffon, che con quattro parate decisive ha ribadito la sua classe sventando le uniche occasioni in cui gli emiliani si sono resi pericolosi e rimediando alle sbavature dei compagni, piccolo neo da asportare in fretta in prospettiva futura nella quasi impeccabile prestazione juventina.
Solido e attento il resto del reparto arretrato, con Alex Sandro dominatore anche in fase propulsiva fino ad innescare Kulusevski per la rete del vantaggio. Ancora a sprazzi la prova del ventenne svedese fra guizzi offensivi e qualche difficoltà nei ripiegamenti, mentre McKennie, Bentancur e Ramsey hanno fornito al settore nevralgico la quantità e la qualità auspicate. Discorso a parte per la coppia d'attacco, tornata bocca da fuoco dopo la disastrosa serata contro l'Atalanta. Lo stacco di testa e il diagonale chirurgico di Ronaldo sarebbero valsi il prezzo del biglietto se il pubblico avesse potuto assistere all'incontro, mentre la generosità e l'intelligenza tattica di Morata hanno aperto spazi, fruttato un assist e regalato allo spagnolo la meritata soddisfazione del suggello personale.
Gettate forse le basi per il nuovo e definitivo decollo, la Juve è ora chiamata a dare continuità al proprio rendimento per restare agganciata al treno di testa e cercare di sferrare l'attacco al vertice a partire dai prossimi scontri diretti. Punto imprescindibile di partenza per esprimere al meglio il suo ragguardevole potenziale sarà quello di approcciare la gara con la stessa determinazione e concentrazione contro qualsiasi avversario, iniziando dalla Fiorentina martedì sera.
Le scorie di una settimana carica di tensioni hanno condizionato il Torino nel delicato impegno casalingo contro il Bologna, da cui i granata sono usciti con un punto e tanto rammarico per la nuova rimonta subita. Dopo la solita carica che capitan Belotti cercava di dare ai compagni prima del fischio d'inizio, mister Giampaolo modificava ancora lo schieramento tattico confermando tra i pali Milinkovic-Savic e coprendosi con una linea difensiva a quattro che faceva leva su Izzo, Lyanco, Bremer e Rodriguez. Interessante, anche se dai risultati inferiori alle attese, l'assetto del centrocampo, con Rincon vertice basso del rombo, Gojak e Linetty mezzali e Lukic rifinitore nel tentativo di portare un briciolo di qualità in più alla manovra e favorire i movimenti offensivi di Belotti e Bonazzoli, presto rilevato da Verdi per infortunio.
I granata risultavano più propositivi rispetto alle precedenti esibizioni, ma avevano difficoltà a perforare le due linee molto compatte dei rossoblu. Gli inserimenti dei centrocampisti latitavano nonostante le punte provassero ad allargare gli spazi ed i torinisti rischiavano sulle giocate di rimessa dei felsinei, nel quadro di un primo tempo equilibrato e dominato dal tatticismo, in cui l'unico sussulto arrivava dalla traversa colpita da Svamberg,
Canovaccio simile dopo l'intervallo. A farla da padrone erano ancora l'estrema accortezza dei due schieramenti e la paura di perdere, con l'importanza della posta in palio a pesare come un macigno. Nessuna emozione fino ad una ventina di minuti dal termine, quando Verdi risvegliava l'ambiente dal torpore sbloccando risultato e Toro su punizione con l'evidente complicità del portiere ospite Da Costa.
I granata sembravano riprendere animo, ma ancora una volta le crepe nella fase difensiva vanificavano i loro sforzi e il vantaggio sfumava nell'arco di dieci minuti. Dapprima era Palacio a graziarli, quindi la combinazione in verticale fra Vignato e Soriano li sorprendeva riportando il punteggio in parità con il secondo gol dell'ex di giornata.
Il Toro doveva così fare buon viso a cattivo gioco ed accontentarsi di un punto che muove la classifica ma lo lascia in piena zona retrocessione, con una miriade di problemi, su tutti la coesione dello spogliatoio, al momento lontani dal trovare soluzione. Mercoledì sera la squadra di Giampaolo farà visita al Napoli: obiettivo non tornare a casa con un sacco di carbone come regalo di Natale.
Fotografia: www.torinofc.it