La Juve sbanca San Siro, per il Toro un risultato positivo col Verona
La befana calcistica ha regalato dolci e sorrisi in quantità alle due rappresentanti del pallone sotto la Mole, con il Torino che blocca con merito il temuto Verona portandosi fuori dalla zona retrocessione e la Juventus che sfodera una prestazione all'altezza della propria caratura, interrompe l'imbattibilità della capolista Milan e torna in lizza con forza nella corsa ai quartieri alti della classifica.
I granata di Giampaolo proseguono nel cammino di crescita all'insegna della continuità e sembrano aver ritrovato la solidità e la concentrazione venute meno troppo a lungo in passato. Gara equilibrata quella contro gli scaligeri, in cui il tecnico torinista ripropone l'efficace 3-5-2 nel quale Murru rileva Rodriguez sulla corsia di sinistra e Gojak funge da spalla di Belotti. Rinfrancati dalle recenti prestazioni positive, i granata hanno un approccio alla gara volitivo, poi cedono il controllo della manovra all'Hellas, squadra che ha nel suo credo il gioco a viso aperto prediligendo la fase offensiva. Nonostante qualche difficoltà ad uscire dal pressing alto avversario, il Toro chiude senza affanno tutti i varchi concedendo ben poco agli ospiti e non disdegnano di pungere di rimessa. Poche di conseguenza le emozioni, con i portieri pressoché inoperosi fino all'intervallo.
Al rientro in campo i padroni di casa cercavano inizialmente di alzare i ritmi, ma la gara presto si affievoliva e si incanalava sui binari di un pareggio tutto sommato gradito ad entrambe le contendenti, sino alla giocata da applausi con cui a metà frazione il sempre ispirato Zaccagni armava l'imprendibile sinistro al volo di Dimarco.
Andato in svantaggio quasi a sorpresa, il Toro aveva il merito di non abbattersi e di credere nella possibilità di raddrizzare l'incontro. L'inserimento di Verdi dava nuova linfa e imprevidibilità alla manovra dei granata, che avanzavano il baricentro costringendo per la prima volta gli avversari sulla difensiva. Nel finale proprio uno spiovente in area del trequartista mal controllato da Faraoni, consentiva all'avanzato Bremer di insaccare da pochi passi il meritato pareggio.
Al triplice fischio un punto dal peso specifico pesante per i ragazzi di Giampaolo, che possono addirittura rammaricarsi per la mancata vittoria dati i passi falsi di quasi tutte le concorrenti nella zona calda della classifica. Sabato sera altra prova del fuoco in casa della capolista Milan, desideroso di rivalsa dopo lo scivolone con la Vecchia Signora. Visto il Toro dell'ultimo mese, credere nella possibilità di ottenere un risultato positivo non sarà un peccato di presunzione.
Chiamata a sfilare sulla passerella del big match, Madama si rifaceva il trucco, indossava l'abito da sera e tornava a splendere come finora avvenuto solo sul palcoscenico della Champions League. In una gara che avrebbe potuto affossare definitivamente le loro speranze, affrontata al pari dei milanisti con assenze pesanti, i bianconeri ritrovavano la sicurezza nei loro mezzi e a gioco lungo facevano valere una rosa più profonda e di maggiore qualità.
Sicuro il reparto arretrato, con Szczesny ultimo baluardo sempre pronto quando chiamato in causa e Frabotta incisivo nelle sgroppate sulla sinistra, era nel settore nevralgico ed in quello avanzato che la Juventus trovava le chiavi per far suo l'incontro. Bentancur e Rabiot, seppur con qualche passaggio a vuoto e rischiosa rudezza di troppo, avevano la meglio sui dirimpettai, mentre il devastante Chiesa (nella foto di Eurosport) annichiliva Theo Hernandez coronando con due gol ed un palo una serata memorabile.
In avanti, l'assenza di una prima punta di riferimento e l'impalpabile prestazione di Ronaldo, mai nel vivo del gioco quasi fosse l'unico spettatore, per di più non pagante, a San Siro, diventava un'opportunità ben sfruttata dal dinamismo di Dybala (tornato quasi ai suoi standard abituali di genialità e rendimento) e Ramsey a favorire gli inserimenti dei compagni.
Il pareggio di Calabria prima del riposo, viziato da un fallo non rilevato in avvio di azione e favorito dall'errato assetto bianconero in fase di ripiegamento, non scalfiva le certezze della squadra di Pirlo, che tornava ad essere propositiva in avvio di ripresa sino a tornare con merito in vantaggio. Dopodiché il tecnico juventino completava la sua azzeccata opera tattica indovinando i cambi. L'asse Kulusevski-McKennie lo ripagava confezionando il gol che chiudeva il confronto, Arthur congelava la manovra rilevando un Bentancur a rischio secondo giallo, Bernardeschi e Demiral davano solidità nel finale. A differenza di quanto clamorosamente accaduto lo scorso luglio, la Juve non abbassava la guardia una volta ipotecato il successo e tagliava il traguardo senza correre più pericoli.
Riaperto per certi versi il campionato e fatto suonare un campanello d'allarme nelle orecchie della capolista e delle altre rivali per il vertice, i bianconeri dovranno subito voltare pagina e affrontare col medesimo piglio i prossimi impegni contro Sassuolo e Inter, nuovi crocevia per ridurre le distanze dalla vetta.