Importante vittoria del Toro a Cagliari, Juve sul velluto col Crotone

Il Torino guarisce finalmente dalla pareggite, centra la prima agognata vittoria della gestione Nicola e strappa con maturità nello scontro salvezza di Cagliari tre punti pesanti come un macigno che lo fanno allungare sulla zona calda. La Juventus stenta a carburare, poi si mette al collo le perle del solito Cristiano Ronaldo e a gioco lungo salta abbastanza agevolmente il non certo invalicabile ostacolo Crotone, risalendo in classifica verso posizioni più consone alla propria caratura. Il lunghissimo turno di campionato versione spezzatino ha questa volta riservato sorrisi su ambo le sponde del calcio subalpino.
Ad aprire le danze in un ormai non più insolito anticipo del venerdì sera sono stati i granata, chiamati alla Sardegna Arena ad una gara da "o la va o la spacca". Mister Nicola confermava l'atteggiamento tattico prudente e coperto già mostrato in altre occasioni, con la sua squadra che lasciava l'inziativa agli avversari, salvo replicare di rimessa. Positiva la prestazione di Mandragora nel ruolo di regista arretrato davanti alla difesa, così come la posizione più avanzata degli interni di centrocampo Lukic e Rincon per cercare di dare maggiore supporto a Belotti e Zaza.
In campo a farla da padrone era però la paura di perdere, da cui scaturiva una gara tatticamente bloccata nella quale i sardi, poco incisivi, non riuscivano a concretizzare la loro, seppur lieve, supremazia.Il canovaccio tattico non cambiava dopo l'intervallo, con emozioni da encefalogramma piatto e occasioni da rete da cercare con la lente d'ingrandimento. Il Toro aveva però il merito di cominciare ad avanzare il proprio baricentro tentando di sfruttare meglio le fasce laterali e di ritrovare il cinismo offensivo perduto, come testimonia il lampo nel buio che portava Bremer ad incornare imparabilmente in rete sul corner di Mandragora.
Passati in vantaggio, i torinisti davano prova di carattere e maturità contenendo senza troppi patemi il ritorno avversario e legittimando il successo con ficcanti giocate di rimessa che portavano Belotti e Rincon a sfiorare il raddoppio, impedito solo dalle parate di un Cragno in gran vena. L'esultanza di gruppo e gli occhi "furbetti" di Antonio Comi e del presidente Cairo a fine partita la dicevano lunga sull'importanza del colpaccio compiuto. Abbonata all'anticipo del venerdì, la squadra di Nicola dovrà ora confermare la tendenza positiva nel prossimo impegno casalingo contro il Sassuolo.
La Juventus ha invece chiuso la giostra del gol nel posticipo del lunedì sera. Il rotondo 3-0 con cui gli uomini di Pirlo si sono sbarazzati del Crotone non deve trarre in inganno, in quanto i bianconeri, reduci dalla sconcertante prestazione di Oporto in Champions League, sono stati molto meno maramaldi di quanto dica il risultato finale. Prima mezz'ora di gioco al piccolo trotto, con iniziativa addirittura lasciata alla cenerentola calabrese, ritmi dopolavoristici, troppi errori di misura, scarsità di idee e palesi difficoltà nell'approcciare la manovra contro una squadra compatta. Unico a cercare di cambiare passo Chiesa, mentre Kulusevski era evanescente ed i centrocampisti finivano spesso per pestarsi i piedi a vicenda.
Nel finale della prima frazione la Juve cercava di velocizzare le giocate cambiando sovente il fronte dell'azione, ma la balistica faceva difetto a Ramsey, Ronaldo e De Ligt e la traversa negava la gioia del gol al gallese. Come da copione, era il fuoriclasse portoghese a calarsi prima dell'intervallo nel ruolo di "deus ex machina", togliendo ancora una volta le castagne dal fuoco alla Vecchia Signora con due colpi di testa da manuale del calcio.
Ripresa sul velluto per la squadra di Pirlo. Dopo la fiammata iniziale il Crotone si disuniva e Madama trovava maggiori spazi andando più volte vicina alla terza rete, sino a trovarla con la zampata dell'incursore McKennie sugli sviluppi dell'angolo battuto da Chiesa. Note liete, prima del triplice fischio, la prova di spinta e contenimento sulle corsie esterne di Alex Sandro e Danilo (anche se quest'ultimo incappava in un cartellino giallo pesante che lo escluderà dalla sfida con l'Hellas), il minutaggio concesso a un Morata in ripresa (la Juve ha bisogno come il pane del suo apporto al centro dell'attacco) e l'esordio in serie A dei giovani Fagioli (personalità spiccata quella del ragazzo) e Di Pardo.
Per restare in pianta stabile in zona Champions e provare a giocarsi tutte le carte a disposizione in caso di passi falsi della capolista Inter, la Juve dovrà trovare la continuità di risultati mancata finora, a cominciare dall'insidiosa trasferta di sabato sera a Verona, su un campo e contro un avversario da sempre ostici.
Fotografia: Goal.com
