Juve non va oltre al pari a Verona, Toro bloccato dal Covid
I sogni della Juventus di rientrare nella corsa scudetto sfumano definitivamente a Verona, dove i bianconeri perdono per strada altri due punti palesando impietosamente i difetti strutturali e caratteriali di una stagione che sta assumendo i connotati del fallimento, mentre il Torino viene fermato dal Covid e, dopo essere stato costretto a rinviare la partita contro il Sassuolo, vede appesa ad un filo anche la trasferta di martedì in casa della Lazio.
Il Bentegodi si è rivelato di nuovo fatale alla Vecchia Signora, che per la seconda volta in stagione è stata costretta a spartire la posta con la pratica e volitiva compagine di Juric. Forzato e inevitabilemente condizionato dalle assenze lo schieramento tattico scelto da Pirlo, che con un 3-5-2 tramutatosi in 3-4-2-1 in fase offensiva riusciva inizialmente a sorprendere gli scaligeri, grazie anche ad una discreta aggressività supportata da un buon ritmo.
L'inedito trio centrale difensivo composto da Demiral, De Ligt e Alex Sandro sopperiva alle assenze dei compagni di reparto, mentre sulle corsie esterne Chiesa e Bernardeschi si facevano preferire in fase di spinta, pagando dazio nei ripiegamenti difensivi. Il settore nevralgico continuava ad andare a corrente alternata e così la creazione degli spazi era affidata ai guizzi di Kulusevski e ai tagli di Chiesa. Al momento di finalizzare, Madama mostrava però tutte le rughe che le solcano il volto da inizio stagione. Da un lato un Ronaldo troppo isolato in avanti (foto Eurosport), a disagio nel ruolo di prima punta e spesso avulso dal gioco con l'unico, egoistico obiettivo di aumentare il proprio bottino personale di reti invece di trascinare la squadra come un vero leader dovrebbe fare; dall'altro la cronica incapacità dei centrocampisti di inserirsi e la loro scarsa concretezza in fase realizzativa (da matita blu gli errori commessi da Rabiot e Ramsey).
Mandata in archivio una prima frazione che dopo un avvio a viso aperto per i restanti minuti vedeva le due squadre bloccate rispettarsi e rischiare il meno possibile, in apertura di ripresa giungeva secondo copione l'acuto del "solito" fuoriclasse portoghese (che almeno nelle conclusioni a rete non ha smarrito il suo cinismo ed al momento ha ben poche alternative fra i compagni), il quale imbeccato dallo spunto di Chiesa illudeva i tifosi bianconeri.
Sbloccato il risultato, dopo una prima ora di gioco tutto sommato positiva, con la partita in mano e la situazione apparentemente sotto controllo, la Juve ancora una volta si smarriva. Evidente il calo fisico nella mezz'ora conclusiva di fronte al crescendo dei gialloblu, che mostravano inequivocabilmente di avere più gamba e determinazione. Agli uomini di Pirlo faceva anche difetto la personalità, con la squadra quasi incapace di far fronte alla situazione di difficoltà. I centrocampisti, il cui ritmo calava vertiginosamente, commettevano troppi errori sia in interdizione, sia in fase di impostazione, i bianconeri continuavano ad arretrare il baricentro senza riuscire più a ripartire con efficacia e il posizionamento gioco forza fuori ruolo degli interpreti del pacchetto arretrato (Demiral e Alex Sandro su tutti) faceva il resto. L'azione del pareggio di Barak era solo l'emblematico quanto inevitabile suggello di una ormai comprovata, enorme, difficoltà della squadra di Pirlo a mantenere il vantaggio.
I due legni centrati nel corso della gara (complici le decisive deviazioni di Szczesny) legittimavano quanto meno il pareggio ottunuto dall'Hellas, mentre la ciliegina sulla torta di un'altra serata sprecata dai bianconeri arrivava al 90', con l'ennesima punizione ostinatamente ed egoisticamente calciata da Ronaldo e finita sulla barriera. Forse il lusitano potrebbe andare a lezione in materia dal proprio allenatore e quest'ultimo farebbe bene anche ad incaricare altri tiratori. Proseguendo di questo passo la Juve continua a privarsi inspiegabilmente di un'arma offensiva importantissima.
Dopo il mezzo passo falso di Verona, la lotta per conquistare un posto in Champions League si fa sempre più ardua per i bianconeri e i rischi lungo il cammino aumentano in maniera esponenziale. A questo punto non sono davvero più ammessi passaggi a vuoto, a cominciare dal prossimo doppio impegno casalingo contro Spezia e Lazio.
Il Covid sgambetta invece il Torino, con otto contagiati fra i calciatori più un esponente dello staff. Inevitabile, da regolamento, la richiesta e l'accettazione del rinvio della partita con il Sassuolo. Dall'esito dei nuovi tamponi dipenderà la possibilità dei granata di viaggiare alla volta di Roma per incontrare martedì la Lazio. In caso di nuove positività, l'Asl potrebbe imporre il fermo come avvenuto per il Napoli lo scorso ottobre nell'ormai famosa gara non disputata contro la Juventus.