La Juve rialza la testa col Sassuolo. Disfatta del Toro col Milan
La Juventus rialza la testa, ritrova i suoi campioni e, seppur fra qualche sbavatura di troppo, espugna il campo del Sassuolo tenendo in vita una flebile speranza di entrare in zona Champions. Un Torino irriconoscibile e stranamente privo di stimoli si consegna invece allo scatenato Milan, subendo un'umiliante scoppola casalinga (la seconda con sette gol al passivo in due stagioni) che lo costringe a soffrire ancora prima di tagliare il traguardo della salvezza. Prosegue quindi l'altalena del travagliato campionato delle paladine del calcio sotto la Mole.
La squadra di Pirlo era chiamata perlomeno ad una reazione d'orgoglio dopo avere quasi definitivamente compromesso l'accesso all'Europa che conta nella sciagurata partita interna con i rossoneri. I bianconeri hanno questa volta risposto presente, risultando più volitivi e determinati rispetto alle recenti uscite e finalmente concreti. Gara disputata a viso aperto quella del Mapei Stadium, dove la Vecchia Signora si affidava ad un accorto schieramento 4-4-1-1 che doveva in primo luogo chiudere spazi e linee di passaggio al Sassuolo per ripartire in profondità.
Nonostante ciò la Juve pativa il pressing e il giro palla con improvvise verticalizzazioni dei neroverdi, continuando a commettere troppi errori in fase di disimpegno e di impostazione. Ne è testimonianza l'azione che portava Bonucci a commettere il fallo da rigore su Raspadori. Ad evitare a Madama lo scivolone nel baratro era Buffon, che ipnotizzava il superficiale Berardi (nella foto di Goal.com) e dava ai compagni la scossa mancata in circostanze analoghe tre giorni prima.
Riscoprendo un sempre apprezzabile spirito "operaio", la Juve sfruttava al meglio le ripartenze sorprendendo in verticale la sbilanciata squadra di De Zerbi e concretizzando due volte col ritrovato cinismo di Rabiot e Ronaldo, quest'ultimo di nuovo presente anche in fase di pressing e di dialogo con i compagni. Dopo l'intervallo un canovaccio tattico fin troppo scontato vedeva gli emiliani mantenere il possesso dell'iniziativa nel tentativo di riaprire la partita, mentre la Juve si abbassava serrando le linee e rifiatando di rimessa. La triangolazione in verticale che portava Raspadori ad infilare Buffon metteva ancora una volta il dito nella piaga di una concentrazione difensiva che i bianconeri faticano a tenere per l'intera gara, ma lo spauracchio della rimonta subita veniva spazzato via dai contropiedi letali con cui Dybala ristabiliva le distanze e il palo fermava la perla di un Ronaldo di nuovo protagonista, legittimando il successo juventino impreziosito dal centesimo gol in bianconero del fantasista argentino e dell'asso portoghese. Agevole l'amministrazione del doppio vantaggio nel finale, quando il Sassuolo, ormai sfiduciato, si spegneva definitivamente.
Sabato all'Allianz Stadium andrà in scena il derby d'Italia con l'Inter, in cui la Vecchia Signora sarà chiamata all'impresa contro i freschi campioni d'Italia, condizione necessaria per sperare ancora in un ingresso in Champions, che però non dipenderà più solo dai risultati dei bianconeri.
Nel mercoledì di campionato a lasciare a bocca aperta è stato il Torino, spazzato via come un fuscello dal ciclone Milan. Difficile trovare le parole per commentare la sconcertante prestazione della squadra di Nicola, che forse inconsciamente convinta di avere già raggiunto la salvezza ha affrontato l'impegno con lo spirito di un'amichevole, considerando quasi inevitabile la sconfitta e proiettando la mente già al successivo e decisivo confronto con lo Spezia.
Al netto delle prodezze balistiche dei rossoneri, i granata sono apparsi impalpabili, privi di mordente, troppo distratti in ogni fase tattica (disastrosa soprattutto quella difensiva) e nei fondamentali più elementari, mentre non ha certo giovato alla causa l'aver lasciato a riposo capitan Belotti, il cui spirito e attaccamento alla maglia sarebbero almeno serviti da sprone per i compagni.
Neanche l'orgoglio è venuto in soccorso dei torinisti, i quali, compromesso il risultato nella prima frazione, dopo l'intervallo hanno completamente staccato la spina lasciando praterie agli avversari e crollando in maniera verticale, palesando grosse carenze di personalità. Troppo facile per gli inarrestabili Theo Hernandez, Rebic e compagni, che non sazi hanno anche centrato due legni.
Mister Nicola dovrà ora far cancellare in fretta la sciagurata prestazione dalla testa dei suoi giocatori e convogliare tutte le energie fisiche e mentali rimaste negli ultimi tre impegni stagionali, perché l'aritmetica non permette ancora al Toro di rilassarsi.