La Juve torna alla vittoria, continua a stupire il Toro di Juric
La Juventus rischia di affondare definitivamente nel golfo di La Spezia, poi si aggrappa alla scialuppa di salvataggio che ha in Chiesa il suo simbolo, ritorna a galla e conquista la prima vittoria in campionato al termine di una serata in cui l'unica cosa buona è rappresentata dal risultato. Il Torino supera di slancio un altro esame di maturità, confeziona una partita quasi perfetta contro la Lazio, ma nel recupero rovina la prestazione con una distrazione difensiva e si mette in tasca solo un punto dal sapore beffardo. Nonostante il finale rocambolesco, il turno infrasettimanale di Serie A ha riportato il sorriso su entrambe le sponde del Po calcistico subalpino.
Nell'anticipo del martedì in terra ligure la squadra di Allegri è stata per lunghi tratti imbarazzante, rischiando un tracollo che avrebbe avuto del clamoroso aprendo ufficialmente la crisi. Sterile possesso palla con ritmi bassi, manovra leziosa e compassata quasi mai in grado di creare pericoli all'accorto schieramento difensivo della compagine di Thiago Motta, eccessiva ricerca della triangolazione per arrivare a tirare davanti al portiere erano le ormai croniche pecche che affliggevano la Vecchia Signora nella prima mezz'ora di gioco, cui solo gli spunti individuali di Chiesa e i lanci di Bonucci riciclato regista dalle retrovie causa l'inconsistenza del centrocampo cercavano di porre rimedio.
Proprio una fiondata del difensore viterbese portava alla sponda di Rabiot per il destro vincente di Kean, ma la gioia di Madama durava appena una manciata di minuti, complice la passività della retroguardia sulle seconde palle ed uno Szczesny non irreprensibile, permettendo a Gyasi di sottolineare per l'ennesima partita consecutiva l'incapacità dei bianconeri di mantenere la loro porta inviolata.Da tregenda la successiva mezz'ora, con la Juve smarrita, in confusione, sovrastata dal dinamismo dei liguri, infilata in maniera puerile dal contropiede di Antiste e salvata dalla definitiva capitolazione soltanto dalla provvidenziale pezza messa da Locatelli sulla conclusione a botta sicura dello scatenato giovane francese.
Solo un'iniziativa individuale e la forza nervosa della disperazione unita al poco mestiere rimasto potevano evitare l'irreparabile alla disorientata truppa di Allegri. Così, l'encomiabile quanto rabbiosa caparbietà di Chiesa fruttava il pareggio e la zampata in mischia di De Ligt operava il sorpasso (la sua esultanza nella foto di Virgilio Sport) . Questa volta la Juve riusciva, pur sbandando ancora, a portare a termine l'impresa di conservare il vantaggio, ringraziando anche il suo portiere polacco che abbassava la saracinesca su Maggiore. Il sospiro di sollievo al triplice fischio dell'arbitro dev'essere il punto di partenza per la risalita, a cominciare della partita di domenica all'ora di pranzo contro la Sampdoria.
Continua a crescere il Toro di Juric, tra le sorprese più liete di questa prima parte della stagione. A fare le spese del ritrovato tremendismo granata stava per essere l'ancora indecifrabile Lazio di Sarri, salvata solo dall'ingenuità difensiva granata (aspetto su cui il tecnico croato dovrà lavorare ancora molto) che ha regalato in pieno recupero il rigore del pareggio all'ex dal dente avvelenato Imobile.
Prima frazione per carburare, con fase difensiva perfetta a chiudere ogni varco al centravanti di Torre Annunziata, Mandragora e Pobega centrali del reparto nevralgico di lotta e di governo, Singo e soprattutto il ritrovato Aina a solcare con costanza le corsie esterne, mentre il terminale offensivo Sanabria (fermato solo da Reina e dalla traversa prima dell'intervallo) si rivelava sempre più degno sostituto dell'infortunato capitan Belotti, ben supportato dai trequartisti Brekalo e Linetty.
Avanzato il baricentro nell'epilogo della prima frazione, i granata, nonostante qualche pericolosa infilata subìta sulle ripartenze della Lazio, continuavano a tenere in mano le redini dell'incontro dopo l'intervallo, rivelandosi soprattutto più dinamici e determinati a centrocampo. La fasce laterali erano sempre più terreno di conquista, azzeccati i cambi (finalmente ruolo per ruolo con gli uomini giusti al posto giusto) e il vantaggio siglato da Pjaca ad un quarto d'ora dal termine il meritato frutto della mole di gioco prodotta.
La decisiva parata di Reina sul nuovo tentativo del croato, il colpo di testa di Djidji terminato a lato di un nulla e la smanacciata di Vania Milinkovic-Savic sull'inzuccata di Immobile sembravano legittimare la terza vittoria consecutiva granata, ma quando il recupero era già iniziato l'unico errore commesso dal difensore ivoriano, che abbatteva ingenuamente Muriqi in area, mandava il sogno in fumo.
Ripartire dalla prestazione, mantenendo concretezza e concentrazione sino al triplice fischio, devono essere i punti di riferimento cui il Toro dovrà affidarsi fin dalla trasferta di lunedì sera a Venezia.