La Juve supera la Samp, il Toro frena a Venezia in attesa del derby
Una Juventus ormai avvezza a frequentare le montagne russe riesce a domare la Sampdoria al termine dell'ennesima partita fra alti e bassi, conquista la sua prima vittoria casalinga, ma perde per infortunio, almeno fino alla ripresa dopo la sosta per le nazionali, la coppia d'attacco titolare Dybala-Morata.
Il Torino fa il passo del gambero e si impantana nella laguna di Venezia gettando al vento un successo che teneva comodamente in pugno, paga la seconda ingenuità consecutiva di Djidji, vero anello debole di una catena difensiva per il resto ampiamente collaudata, e sciupa la ghiotta opportunità di presentarsi davanti ai "cugini" in classifica alla stracittadina di sabato.
Umori contrastanti quindi per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole al termine del turno di campionato che le ha proiettate verso un derby che, come raramente accaduto nel recente passato, si preannuncia quantomai equilibrato e dall'esito incerto. Juventus sempre dai due volti, si diceva. Brillante l'avvio contro i blucerchiati, con vantaggio repentino grazie alla stoccata di Dybala cui seguivano le occasioni sciupate da Chiesa e Morata che avrebbero potuto chiudere la contesa già dopo una ventina di minuti. L'atteggiamento eccessivamente passivo della squadra di D'Aversa consentiva a quella di Allegri di amministrare agevolmente la situazione e di cercare il raddoppio alternando la manovra aggirante alle combinazioni per l'imbucata centrale e il tiro dalla distanza.
Incrementato il bottino con l'impeccabile esecuzione del rigorista "di emergenza" Bonucci, i bianconeri tornavano vittime della loro discontinuità mentale, staccavano la spina e prima dell'intervallo si facevano di nuovo sorprendere su palla inattiva dallo stacco aereo dell'avanzante Yoshida.
Il riposo serviva a riordinare le idee e Madama rientrava in campo con lo stesso spirito mostrato al fischio d'inizio, sino a festeggiare il primo gol di Locatelli (nella foto di Tiscali Sport) con la sua nuova maglia. Bentancur sfiorava il poker, dopodiché nella Vecchia Signora tornava a palesarsi un evidente calo fisico (caratteristica comune a tutte le gare di questo primo scorcio di stagione, segno di una preparazione atletica non ottimale), con il baricentro che si abbassava pericolosamente e l'iniziativa costantemente in mano ai pur poco incisivi liguri.
L'errore per eccesso di sufficienza di Cuadrado in uscita armava la ripartenza sampdoriana, che sorprendeva la poco concentrata e reattiva fase difensiva avversaria portando Candreva ad assaporare il gol e a riaprire clamorosamente la partita. Negi ultimi minuti di pura sofferenza la banda di Allegri riusciva però ad imbrigliare senza rischiare troppo i tentativi avversari, conducendo in porto la seconda vittoria consecutiva macchiata però dagli infortuni e dall'incapacità, ormai quasi cronica, di tenere inviolata la porta.
Grosso rammarico per il Torino nel posticipo del lunedì sera. A Venezia la squadra di Juric ha ribadito ancora una volta la propria personalità, tenendo a lungo in mano le redini del gioco e cercando quasi sempre di fare la partita di fronte ad un avversario volitivo ma di qualità decisamente inferiore, che la metteva in difficoltà solo con le folate offensive dell'indemoniato Johnsen, vera e propria spina nel fianco sinistro del versante difensivo granata.
Archiviato lo spavento per la rete del norvegese annullata per fuorigioco e frutto proprio di una delle manovre descritte poc'anzi, il Toro riprendeva a macinare gioco nella seconda frazione concretizzando con merito la sua superiorità grazie alla combinazione tra Singo e Brekalo, due fra i migliori in campo. Dopodiché i granata davano l'impressione di poter congelare la gara senza problemi e di gestire con maturità l'esiguo quanto prezioso vantaggio, anche perché le repliche dei lagunari si rivelavano piuttosto sporadiche e inconsistenti. L'ingenuità era però in agguato e a una dozzina di minuti dal termine lo scenario cambiava completamente quando l'irruento e poco accorto Djidji travolgeva in area Okereke rimediando rigore (il secondo di fila regalato agli avversari), espulsione e gol dell'ex di Aramu dal dischetto che mandava in fumo i sogni di vittoria torinisti.
Da brivido per la squadra di Juric l'epilogo dell'incontro, con il Venezia in avanti alla ricerca della rete che avrebbe clamorosamente ribaltato la situazione e il Toro a difendere per lo meno il pareggio. Vietati ai deboli di cuore gli ultimi sessanta secondi del recupero, dalla punizione di Kiyine sventata da Milinkovic-Savic al successivo contropiede di Mandragora che sparava su Maenpaa in disperata uscita, aumentando il rimorso granata.
E sabato, all'ora dell'aperitivo, sarà già tempo di derby all'Olimpico Grande Torino. Le due squadre vi giungono appaiate a sorpresa nel mediocre (soprattutto per la parte bianconera) limbo del centroclassifica, con una Juve ancora cantiere aperto che dovrà letteralmente leccarsi le ferite e cercare continuità ribadendo almeno la supremazia cittadina, mentre il Toro andrà a caccia dopo sei anni dello scalpo di prestigio facendo leva sulle sue caratteristiche tornate "tremendiste", sperando che non vengano vanificate dalle ennesime ingenuità.