Il Toro pareggia a Bologna, la Juve archivia la pratica Spezia
Il Torino cerca i tre punti con maggiore convinzione rispetto agli avversari, ma manca di concretezza offensiva e a Bologna deve accontentarsi di un pareggio che porta un contributo minimo ad una classifica sempre più anonima. La solita Juventus sparagnina centra, come avvenuto quattro giorni prima in Coppa Italia, il massimo risultato con il minimo sforzo e pur soffrendo oltre il prevedibile intasca contro lo Spezia tre punti molto pesanti per la sua rincorsa ad un posto in Champions League. La domenica di campionato ha riservato ancora una volta soddisfazioni con il contagocce alle due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
Primi a scendere in campo nel pomeriggio i granata, con Juric che pur mantenendo fede al consueto modulo 3-4-2-1 doveva apportare alcune variazioni all'undici iniziale date le assenze di Milinkovic-Savic, Lukic e Praet. Davanti a Berisha la difesa era imperniata sul trio Djdji, Bremer e Rodriguez, insidiosi anche in avanti, sulle fasce operavano Singo e Vojvoda, mentre le chiavi del gioco erano affidate a Mandragora e Ricci, quest'ultimo all'esordio da titolare con una prestazione sufficiente. Sul fronte offensivo i trequartisti Pobega e Brekalo dovevano sostenere capitan Belotti, apparso nella circostanza troppo isolato dall'azione.
Archiviata l'inziale fase di studio, era il Toro ad osare di più cercando di prendere alto i felsinei con un buon pressing e di verticalizzare le giocate. Ed erano di marca torinista le occasioni più pericolose della prima frazione, con lo sganciamento di Bremer in apertura e Skorupski miracoloso su Singo e Djidji attorno alla mezz'ora, mentre l'arbitro Massimi graziava i rossoblu non rilevando il pasticcio in area fra il portiere e Medel (che prendeva la palla in mano mentre era già in gioco per riposizionarla e battere una punizione), privando i granata di un rigore. La squadra di Mihaijlovic faticava ad uscire e ad impostare l'azione, rendendosi insidiosa solo con una conclusione deviata di Svanberg.
Canovaccio tattico analogo al rientro in campo dopo l'intervallo e Toro ancora percoloso con Brekalo, che falliva però il bersaglio da buona posizione. Col passare dei minuti il Bologna riusciva ad alzare il proprio baricentro, l'intensità calava e la gara si faceva più equilibrata. I granata contenevano senza più riuscire ad incidere, mentre i rossoblu pungevano con De Silvestri e Hickey facendo guadagnare la giornata anche a Berisha. Singolare la scelta di Juric, che operava un solo cambio, a cinque minuti dal termine, inserendo Sanabria per Belotti.
Il triplice fischio sanciva un pareggio che può essere accettato di buon grado da entrambe le squadre, anche se al Toro rimane il rammarico di aver sciupato l'ennesima occasione per tornare alla vittoria (che manca ormai da metà gennaio) a causa della poca concretezza offensiva. E domenica sera ci sarà un altro impegno imbrobo sulla carta, contro l'Inter. Avere nulla da perdere e poter giocare con la testa libera da pensieri potrebbero essere le armi in più dei granata.
Juventus al piccolo trotto che vince di nuovo di corto muso, per usare una metafora ippica cara al suo allenatore. Contro lo Spezia è andata in scena ancora una volta la "solita" prova dai due volti dei bianconeri. Il modulo duttile che da 4-4-2 passava al 3-5-2 in fase di costruzione si scontrava col camaleontico schieramento dei liguri, dediti a chiudere tutti gli spazi e a ripartire di rimessa. La squadra di Allegri doveva giocoforza affidarsi con pazienza al palleggio e al giropalla prolungato, nel tentativo di trovare l'imbucata davanti alla porta.
Nella prima frazione un buon ritmo sosteneva le trame juventine, anche se le occasioni migliori arrivavano da spunti individuali (Cuadrado nell'azione che portava alla conclusione di Arthur ribattuta da Nikolau e il fraseggio tra i due che poteva fruttare il raddoppio, vanificato dalla debole conclusione del colombiano su cui si esaltava Provedel) e giocate di rimessa sfruttando gli errori avversari come testimonia il contropiede da manuale finalizzato da Morata per il gol decisivo.
Nessun rischio in difesa, dove Danilo e De Ligt potevano anche partecipare all'impostazione, discreta la prova di Luca Pellegrini sulla corsia di sinistra, lineare e con meno errori del solito la prestazione nel settore nevralgico di Arthur, Locatelli e Rabiot, mentre in avanti al generoso dinamismo di Morata faceva da contraltare la serata opaca di Vlahovic, ad onor del vero servito poco e male dai compagni.
Nella ripresa andava in scena la versione piena di rughe della Vecchia Signora, che abbassava il suo raggio d'azione, calava a vista d'occhio ed era dedita quasi esclusivamente a difendere l'esiguo vantaggio, lasciando l'iniziativa alla rinvigorita squadra di Motta. A salvarla erano le parate di Szczesny sul colpo di testa di Gyasi e sull'incursione di Agudelo, mentre sull'altro fronte la Juve riusciva a produrre solo un tiro di Morata ribattuto da Elic e un traversone di Cuadrado in pieno recupero su cui l'attaccante spagnolo non trovava la deviazione vincente.
Il triplice fischio di Fourneau giungeva come una liberazione al termine di un'altra partita con troppe sofferenze di fronte ad un avversario modesto, che la Juve non è riuscita a chiudere in anticipo come avrebbe dovuto, lasciando il risultato pericolosamente in bilico fino al termine.
Intascati i tre punti, una delle poche cose positive della serata, che permettono alla banda di Allegri di distanziare l'Atalanta e di accorciare sul Napoli, la Juve avrà ora una settimana intera di allenamenti per risistemare le idee e recuperare le forze in vista della trasferta di sabato in casa della Sampdoria.
Fotografia: juventus.com