La Juve vince con la Salernitana, il Toro fa il passo del gambero
Un Torino sazio e colpevolmente presuntuoso dopo l'ottima e sfortunata prova contro l'Inter fa il passo del gambero e affonda a Genova. La Juventus dapprima incappa nella terza, clamorosa, eliminazione consecutiva negli ottavi di finale di Champions League, poi sorbisce un brodino ricostituente in campionato contro la quasi spacciata Salernitana, continuando almeno la sua corsa per rientrare subito nell'Europa che conta. Anche le avvisaglie di primavera hanno fornito indicazioni contrastanti alle due portacolori del calcio sotto la Mole.
Toccava al Torino aprire il turno di campionato con l'anticipo del venerdì sera a Marassi. Chi si attendeva dai granata un'altra prestazione tutta grinta ed intensità dopo quella contro i nerazzurri è stato deluso. Quasi svuotati di energie e forse troppo fiduciosi nei propri mezzi, i giocatori di Juric hanno fatto vedere sprazzi del gioco che li ha finora distinti solo nelle battute iniziali della gara. Il calo di concentrazione era in agguato e l'azione che ha portato alla rete decisiva di Portanova, giunta al culmine di uno svarione globale del reparto difensivo torinista, è stata in tal senso didascalica.
Andato in svantaggio, il Toro ha perso il bandolo della matassa (ammesso che l'abbia mai tenuto in mano) smarrendosi e perdendo progressivamente di lucidità. L'espulsione di Ostigard dopo 25 minuti invece di agevolare i granata ha rinvigorito e ricompattato il Genoa, sospinto dal suo straordinario pubblico per tutta la partita. Da quel momento la squadra di Juric ha mantenuto uno sterile possesso palla e territoriale, senza avere mai l'energia e la brillantezza par cambiare ritmo e verticalizzare le azioni. La lenta circolazione della palla esaltava l'accorto e impermeabile schieramento difensivo rossoblu, che correva pericoli solo in occasione della traversa scheggiata dal colpo di testa di Vojvoda.
Toro veramente sbiadito, con i difensori poco partecipi alla manovra nonostante la squadra di Blessin, in inferiorità numerica, non avesse quasi terminali offensivi, lento l'incedere nel settore nevralgico di Mandragora e Lukic, così come quello sugli esterni di Singo e Vojvoda. Poco azzeccata la scelta di impiegare sulla trequarti Pjaca e Pobega, mentre Belotti si dannava sempre troppo isolato in attacco.
Copione ancora peggiore nella ripresa, quando sembrava andare in scena la replica di Juventus-Villareal di tre giorni prima. La stucchevole e compassata pressione per linee orizzontali dei granata si infrangeva contro il muro dei sempre più determinati genoani, che raddoppiavano le forze lottando su ogni pallone e non disdegnavano di tenere desta la retroguardia avversaria con sporadiche quanto ficcanti ripartenze.
Non un tiro nello specchio della porta da parte della squadra di Juric, in cui neppure i cambi sortivano gli effetti sperati e che rischiava in occasione dell'ultimo contropiede non finalizzarto da Badelj. Il triplice fischio metteva fine ad una scialba prova granata difficile da spiegare e mandava in archivio una serata da cancellare in fretta con un'altra occasione sprecata per tornare alla vittoria. A tal proposito giunge provvidenziale la sosta del campionato, dopo la quale sarà necessaria una reazione d'orgoglio nella gara in casa della Salernitana.
I dettagli non curati con la concentrazione e la determinazione necessarie, un'inferiorità tecnico-tattica strutturale, ritmi non consoni alla ribalta europea e un pizzico di sfortuna (che d'altro canto aiuta sempre gli audaci), hanno portato la Juventus alla terza, precoce e cocente, eliminazione consecutiva dalla Champions League al primo turno ad eliminazione diretta contro un avversario ampiamente alla portata.
Chiamata almeno a reagire in campionato, la squadra di Allegri ha svolto il proprio compito in maniera lineare contro la non certo trascendentale Salernitana. Approccio alla gara più convincente con maggiore ricerca della velocità, delle verticalizzazioni e dei cross (aspetti inspiegabilmente trascurati nell'infausto mercoledì europeo contro gli spagnoli) hanno portato nella prima mezz'ora alle reti di Dybala e Vlahovic e ad altre due occasioni fallite dall'inedita e rinvigorita coppia d'attacco bianconera.
A livello tattico, azzeccata la scelta, dettata dalla necessità, di schierare il polivalente Danilo come vertice basso di centrocampo dando più libertà di manovra ad Arthur e Rabiot, mentre Cuadrado agiva sulla destra come al solito da pendolo fra i reparti avanzato ed arretrato. In quest'ultimo da segnalare il prezioso recupero di Chiellini e la prestazione senza troppe sbavature di De Ligt e del subentrato Rugani, la continuità di rendimento di De Sciglio, mentre Luca Pellegrini frizzante quanto nervoso, incappava in un'ammonizione che lo escluderà dal confronto con l'Inter.
Ipotecato il successo dopo mezz'ora, i bianconeri in divisa gialloblù potevano tirare il fiato e tornare come loro consuetudine ad amministrare difendendosi bassi e lasciando addirittura l'iniziativa ai campani. Questo era il filo conduttore anche della ripresa, quando le parate del sempre attento Szczesny sui tiri di Verdi e Bonazzoli impedivano che la gara si riaprisse e la Juve operava di rimessa negli spazi andando vicina al terzo gol con De Ligt e Vlahovic.
Negli ultimi minuti di una partita portata a casa secondo pronostico senza troppi patemi, c'era anche spazio per l'esordio in serie A del giovane e promettente centrocampista Miretti. Dopo la sosta per le nazionali il calendario proporrà il confronto casalingo con l'Inter, snodo cruciale per risalire ancora in classifica.
Fotografia: fonte Eurosport