La Juve sbanca Cagliari, il Toro ferma la capolista Milan
La Juventus digerisce la pesante sconfitta incassata con l'Inter, rialza la testa e, pur soffrendo, si impone in rimonta a Cagliari blindando almeno il quarto posto. Il Torino fornisce un'altra prova a tutto cuore e inchioda sul risultato ad occhiali il Diavolo rossonero, facendo correre più di un brivido lungo la schiena della capolista. Il turno di campionato andato in scena a cavallo della domenica delle Palme può essere archiviato con il segno positivo per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
In Sardegna i bianconeri avevano il solo imperativo di vincere per riprendersi in fretta dopo il morso letale del Biscione nerazzurro. Allegri, complici le assenze, optava per un 4-4-2 equilibrato, che se da un lato prevedeva il ritorno di Chiellini al centro dello schieramento difensivo, dall'altro proponeva un inedito centrocampo in cui l'ispiratissimo Cuadrado (migliore in campo) e l'evanescente Rabiot agivano sugli esterni, mentre il fulcro della manovra era affidato ad Arthur supportato dalle incursioni di Zakaria. Fluttuante Dybala alla ricerca di palloni da trasformare in assist e conclusioni, con Vlahovic, contenuto da un encomiabile Lovato, a caricarsi sulle spalle tutto il peso dell'attacco.
Dopo un avvio di buona intensità, la Vecchia Signora riusciva, a causa della sua distrazione, a complicarsi ancora una volta la vita. Lo svagato Dybala perdeva palla sulla pressione di Marin, che aveva una prateria davanti a sé complice l'atteggiamento passivo degli avversari, troppo bassi e in ritardo nella chiusura anche su Joao Pedro, il quale poteva aggiustarsi con calma il pallone e fulminare Szczesny.
Strada in salita per Madama, che si riversava in avanti senza la lucidità ed il ritmo necessari a fare breccia nel fortino della squadra di Mazzarri, la quale faceva faceva leva sull'agonismo ed i lanci lunghi per Pavoletti nel tentativo di alleggerire la pressione.
Le parate di Cragno e l'interpretazione fiscale quanto corretta del regolamento da parte del VAR, che portava all'annullamento del gol di Pellegrini, lasciavano presegire un'altra serata stregata piena di rammarico, ma prima dell'intervallo la provvidenza assumeva le sembianze della giocata di Cuadrado e dell'inserimento di testa di De Ligt, che riportavano la Juve in carreggiata.
Come da facile pronostico, la ripresa si rivelava a senso unico. Costante dominio territoriale dei bianconeri, in versione giallo trasferta, alla ricerca del successo e tenace contenimento, finché le forze li hanno sorretti, dei cagliaritani, bisognosi di punti per avvicinarsi al traguardo salvezza.
Gli errori di mira degli juventini prolungavano l'equilibrio fino ad un quarto d'ora dal termine, quando la squadra di Allegri trovava l'acuto vincente con un'azione simbolica della sua serata, ovvero l'imbeccata in verticale del fantasista argentino (poi sostituito fra l'incredulità dei dirigenti in tribuna) per il tenace centravanti serbo, che non si dava per vinto e con astuzia beffava Altare e Cragno.
Nel finale, pur abbassandosi di nuovo troppo e non creando occasioni per chiudere la partita, la Juve non correva pericoli di fronte ai rossoblù ormai svuotati di energie e sfiduciati e intascava tre punti che la proiettano con maggiore serenità verso il turno prepasquale di sabato contro il Bologna.
Il cuore Toro riesce a bloccare il Milan, pur sceso all'Olimpico Grande Torino in emergenza. Gara dai ritmi intensi e combattuta, in cui Juric si affidava al collaudato 3-4-2-1 con Zima, il sontuoso Bremer e Rodriguez a formare la linea difensiva davanti a Berisha; Lukic e Ricci centrali nel settore nevralgico; Singo, chiamato a limitare le sgroppate di Theo Hernandez, e Vojvoda sugli esterni; Brekalo e Pobega trequartisti col doppio compito di schermare Kessié e Tonali e di ispirare capitan Belotti, unico terminale offensivo.
La squadra di Pioli teneva in mano le redini del gioco, ma il pressing granata impediva ai rossoneri di trovare sbocchi e rendersi pericolosi fatta eccezione per la conclusione di Calabria sventata da Berisha, mentre sull'altro fronte l'inserimento di Ricci al termine di una combinazione in verticale tutta di prima produceva un tiro terminato di poco a lato.
Difese dominanti sugli attacchi anche nella ripresa e pericoli provenienti dalle incursioni dalle retrovie, come in occasione del gran tiro a giro di Vojvoda neutralizzato da Maignan. Con il passare dei minuti la squadra di Juric prendeva coraggio e costringeva addirittura sulla sua trequarti la capolista, che doveva affidarsi alle ripartenze con le sue frecce Leao ed Hernandez.
Nel finale il Toro faceva leva sulla concentrazione e murava ogni tentativo (poco lucido per la verità) degli avversari, conducendo in porto senza troppi affanni un pareggio di prestigio che ne ha confermato, esaltandole in certi frangenti, le sue doti caratteriali, viatico ideale per la trasferta di sabato sera in casa della rinvigorita Lazio di Sarri.
Fotografia: Vlahovic in azione durante la partita di Cagliari (Eurosport.it)