Pareggi in serie per Juve e Toro nel turno pasquale di serie A

Uovo di Pasqua con sorpresa (amara) per Juventus e Torino, che gettano al vento in coppia l'ennesima occasione per rendere meno anonima la loro stagione, al termine di due partite dall'andamento analogo ma con esito opposto, che lasciano in tasca un solo punto e tanti rammarichi.
Anche il sabato pasquale di campionato è stato avaro di soddisfazioni per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole. Contro il Bologna la Juventus era chiamata a proseguire nella continuità di risultati per blindare il quarto posto e la zona Champions. Di fronte ai felsinei, oltre all'estemporanea quarta maglia, la squadra di Allegri ha invece messo in evidenza un'altra prestazione sconcertante, priva di nerbo e contenuti, evitando solo per il rotto della cuffia un altro tonfo casalingo. Dopo un avvio volitivo, in cui spiccavano una maggiore ricerca dei cross a favore dell'attacco, il colpo di testa di Vlahovic e la punizione di Dybala che sfioravano la trasversale, la manovra della squadra di Allegri tornava a perdere d'intensità e si infrangeva contro l'attento ed ordinato schieramento difensivo rossoblù, in un primo tempo soporifero e privo di altri spunti di rilievo. Notevoli le difficoltà a creare gioco da parte dell'improvvisato centrocampo a tre formato da Cuadrado, Danilo e Rabiot, mentre sul fronte offensivo al tenace dinamismo di Morata facevano da contraltare un Dybala sempre più impalpabile e un Vlahovic evanescente quanto poco e male servito, ingabbiato dalla coppia Medel-Theate.
Neanche l'intervallo riusciva a dare la scossa alla Vecchia Signora, che non sentiva i campanelli d'allarme suonati dall'occasione fallita da Rabiot e dal palo sfiorato da Arnautovic e si faceva sorprendere dallo stesso attaccante austriaco, che tenuto in gioco da Chiellini sfuggiva a De Ligt, saltava e infilava Szczesny, mettendo impietosamente il dito nella piaga della sbadataggine della difesa juventina e di un reparto nevralgico incapace di fare filtro.
Come un fuoco di paglia e tutta di nervi la razione di Madama, neppure aiutata dalla dea bendata che spediva sul palo il colpo di testa di Danilo, mentre Skorupsky era attento ogni qual volta veniva chiamato in causa. Dopodiché il solito sterile predominio territoriale con poche idee fino al convulso finale, quando succedeva di tutto con il VAR che per la terza partita consecutiva penalizzava i bianconeri, il Bologna ridotto in nove da due espulsioni e il guizzo Morata-Vlahovic che in pieno recupero evitava il tonfo, suggellando però un'altra occasione sprecata al culmine di una prova incolore.
Occasione fallita anche dal Torino, bello e incompiuto in casa della Lazio. L'avvio dei granata era secondo consuetudine aggressivo, determinato e brillante. I torinisti sorprendevano i biancocelesti col pressing impedendo loro di sviluppare la manovra e mantenevano il controllo dell'iniziativa sfiorando la rete con il palo centrato dal colpo di testa di Bremer e con l'occasione capitata a Pobega.
Solida la difesa grazie a Izzo, al brasiliano e a Rodriguez, lineari in mezzo al campo Pobega e Ricci, così come Aina e Vojvoda sugli esterni, mentre sulla trequarti Brekalo e Lukic cercavano gli inserimenti e le imbeccate a favore di Belotti. Copione analogo ad inizio ripresa, con l'indomita squadra di Juric (squalificato e sostituito in panchina da Paro) letale sugli sviluppi dei tiri dalla bandierina: dapprima Felipe Anderson salvava sull'incornata di Izzo, quindi Pellegri (subentrato all'acciaccato Belotti) portava meritatamente in vantaggio i granata.
Il Toro, mostrando maturità e fiducia nei propri mezzi, conteneva senza troppi affanni la reazione della compagine di Sarri e sembrava riuscire a condurre in porto una vittoria legittima e prestigiosa. Il calo di tensione e le ingenuità tipiche di troppi finali di partita in questa stagione granata tornavano però a giocare un brutto scherzo e per l'ottava volta in campionato il Toro veniva beffato nei minuti di recupero e non riusciva ad avere la meglio su una formazione di alta classifica dopo averla messa a lungo in difficoltà. Nell'occasione sedevano al metaforico banco degli imputati Pellegri, che non dava sfogo al contropiede facendosi recuperare palla, Berisha, indeciso nell'uscita sull'arcuato ed insidioso traversone di Milinkovic-Savic, e Bremer, che si lasciava sfuggire alle spalle Immobile, ancora giustiziere dei torinisti allo stesso minuto dell'andata, quando negò loro la vittoria su rigore.
Con un punto in più in tasca, ma tanti, troppi, rimpianti, la Juventus dovrà ora cercare la qualificazione alla finale di Coppa Italia venendo a capo mercoledì dell'insidiosa Fiorentina, prima di rendere visita al Sassuolo nel posticipo di lunedì prossimo. Dal canto suo il Torino sarà chiamato ad inseguire la vittoria nell'anticipo casalingo di sabato pomeriggio contro uno Spezia ancora alla ricerca di punti salvezza.
Nella fotografia di www.torinofc.it: il colpo di testa vincente dell'attaccante granata Pellegri in Lazio-Torino.
