Serie A: vittorie in coppia per Juventus e Torino
I bianconeri vincono in rimonta con il Sassuolo, i granata superano lo Spezia
Lo stesso risultato, scaturito al termine di due prestazioni diametralmente opposte, consente a Torino e Juventus di mettersi in tasca tre punti di platino per la classifica e di guardare con maggiore serenità al finale di stagione. Il turno di campionato ha regalato una vera e propria Festa della Liberazione alle due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
Ad aprire le danze nell'anticipo del sabato pomeriggio è stato un Toro sempre più convincente, che ha disposto a proprio piacimento, più di quanto dica il punteggio di misura, di uno Spezia troppo "allegro", ormai convinto di avere acquisito la salvezza.
Prestazione matura quella della squadra di Juric, che davanti al ritrovato Milinkovic-Savic ha imperniato la difesa su Zima, Bremer e Rodriguez; scatenato sulle corsie esterne Singo e Vojvoda; ed affidato il gioco a Lukic (il migliore in campo, perfetto interprete del doppio ruolo di ispiratore della manovra e goleador di giornata) e Ricci. Inedita la trequarti, dove ha sorpreso in positivo Seck affiancato a Pjaca, ed efficace Sanabria, terminale offensivo in luogo dell'acciaccato Belotti.
Passati subito in vantaggio dal dischetto con Lukic, i granata continuavano a controllare le operazioni grazie a ritmi alti, buon pressing e verticalizzazioni, gestando con lucidità il predominio territoriale e ripartendo di slancio facendo leva su una manovra fluida supportata da padronanza tecnica e condizione fisica eccellente. Unico neo di una prima frazione da incorniciare, in cui i liguri non riuscivano mai ad andare al tiro, la solita mancanza di concretezza che impediva di ipotecare il successo già prima dell'intervallo.
Nella ripresa i granata lasciavano più campo agli avversari pur non correndo rischi in difesa e colpivano ancora a venti minuti dal termine con Lukic. Quasi accademico il finale, dove il Toro, dopo essersi visto annullare per fuorigioco la terza rete segnata da Sanabria, tornava a palesare il solito calo di concentrazione ed incassava un altro gol, questa volta ininfluente, nel recupero, quando Djidji stendeva in area Manaj, che dagli undici metri rendeva meno amara la sconfitta degli aquilotti.
La squadra di Juric tornava così alla vittoria casalinga dopo oltre tre mesi e inanellava il quarto risultato utile consecutivo, miglior viatico possibile in vista della trasferta di domenica pomeriggio in casa di un Empoli rinvigorito dopo avere clamorosamente ribaltato il Napoli.
Bella ed autorevole in Coppa Italia contro la Fiorentina, quando ha ottenuto la terza qualificazione consecutiva alla finale, nel posticipo del lunedì sera la Juve tornava a mostrare le rughe, sempre più profonde, della sua sbiadita versione da campionato, stringendo in pugno tre punti di platino solo grazie alla maggiore esperienza ed al cinismo mostrati nei momenti cruciali di una partita in cui il Sassuolo, tanto bello quanto poco concreto, l'ha messa a lungo in difficoltà.
Sempre alle prese con le assenze (in ultimo quelle di Cuadrado e De Ligt), Allegri optava per un accorto 4-4-2, in cui la linea difensiva era retta dai centrali Bonucci e Rugani con il supporto sugli esterni di De Sciglio e Alex Sandro. Sempre "improvvisato" il centrocampo, dove da destra a sinistra operavano Bernardeschi, Danilo Zakaria e Rabiot, mentre in avanti cercavano qualche spiraglio Dybala e Morata.
Dopo un buon spunto iniziale, la Juve si chiudeva progressivamente di fronte all'insistito giro palla del Sassuolo, risultando troppo passiva, lenta e poco reattiva nell'andare a contendere le seconde palle e nelle chiusure.
I soliti errori di misura in disimpegno e nell'impostazione si andavano a sommare alle difficoltà nel creare gioco e nell'andare al tiro. I neroverdi ringraziavano e dopo essersi resi pericolosi in un paio di occasioni trovavano il gol con un'azione da manuale finalizzata da Raspadori, che perforava con troppa facilità la difesa bianconera mettendo il dito nella piaga delle sue pecche, compreso il piazzamento di Szczesny.
Il ceffone subìto risvegliava Madama, che reagiva e rimetteva le cose a posto prima dell'intervallo grazie ad un lampo nel buio di Dybala (fino a quel momento inconsistente), con l'azione probabilmente viziata in avvio da un dallo di Morata ai danni di Kiriakopoulos che scatenava le proteste degli emiliani.
A cavallo dei due tempi l'attaccante spagnolo della Vecchia Signora prima andava vicino al raddoppio di testa, poi si vedeva negare il gol del sorpasso da uno strepitoso Consigli. Dopodiché un nuovo monologo, seppur inconcludente, della squadra di Dionisi, ben contenuto dalle mosse tattiche di Allegri, che dopo le sostituzioni passava ad un ancora più fitto 3-5-2.
Quando il pareggio sembrava ormai scritto, l'episodio che premiava la Juve forse oltre i suoi meriti. Bonucci si ricordava di possedere un lancio a lunga gittata, Alex Sandro faceva sponda di testa per Kean (troppo spesso dimenticato dai compagni ed isolato assieme all'altro subentrato Vlahovic), che "ruotava" su un Chiriches troppo morbido ed infilava in diagonale Consigli, colpevole di farsi passare il pallone in mezzo alle gambe.
Per la Juve si trattava di un colpaccio quasi insperato, che se da un lato ribadisce la sua indole a non arrendersi fino alla fine, dall'altro mette quasi al sicuro la qualificazione alla prossima Champions League e la riporta in gioco anche per il terzo posto, con il Napoli ormai ad una sola lunghezza. Domenica, nell'anticipo dell'ora di pranzo, sarà d'obbligo proseguire la striscia vincente contro il fanalino di coda Venezia.
Fotografia: fonte Eurosport .