Serie A: Juve all'inglese con lo Spezia, a Bergamo primo ko del Toro
La Juventus non brilla, soffre, ma almeno centra i tre punti contro lo Spezia e rientra nel gruppone di vertice. Il Torino non sfigura ma, vittima delle proprie ingnuità e della mancanza di concretezza, fallisce l'esame di maturità in casa dell'Atalanta, concedendo agli orobici il lusso di affiancare la Roma al comando della classifica. Rappresentanti del calcio sotto la Mole in altalena a parti invertite dopo il turno infrasettimanale di campionato.
Di fronte ai liguri di Gotti la Juventus riproponeva l'avvio determinato già mostrato contro la Roma e Vlahovic metteva ancora la gara in discesa dopo pochi minuti, insaccando la seconda punizione da manuale consecutiva. Passati in vantaggio, i bianconeri continuavano a premere ma l'intensità scemava progressivamente e la manovra, priva di un vero leader nel dettare tempi e giocate, finiva per arenarsi davanti all'accorto schieramento degli aquilotti, che giocavano a fare la Juventus, ovvero abbassavano il baricentro lasciando l'iniziativa agli avversari per operare di rimessa.
Ne scaturiva un prosieguo di prima frazione piuttosto soporifero, con pochi spunti di rilievo e sussulto finale degli ospiti che creavano qualche insidia grazie alla regìa di Bourabia ed agli inserimenti sulle corsie esterne. Sfortunato Szczesny, nella Vecchia Signora c'era da registrare l'esordio con maturità da veterano di Gatti al centro della difesa affiancato a Bremer. Senza infamia e senza lode gli esterni bassi Danilo e De Sciglio, nel settore nevralgico era ancora la freschezza di Miretti la nota positiva, mentre Locatelli e Rabiot offrivano una prestazione di piccolo cabotaggio. A sprazzi e nervoso Cuadrado, impalpabile Kean, era Vlahovic (caricatissimo) a fare reparto quasi da solo spesso in versione centroboa pallanuotistico.
Dopo l'intevallo Madama recitava il copione già interpretato contro la Roma. Ritmo sempre più basso, pallino del gioco lasciato in mano ai rivali, squadra arroccata a difesa dell'esiguo vantaggio con enormi difficoltà nel proporre qualsiasi giocata, reparti slegati, progressivo calo fisico condito da crescenti errori di misura e lucidità. Neppure gli innesti di Di Maria e Kostic ridavano brio alla Zebra, che aveva questa volta la fortuna di trovarsi davanti un avversario sterile quanto monocorde nelle iniziative ed incapace di arrivare in porta. Gli unici squilli a destare il pubblico dal torpore arrivavano così dal colpo di testa del centravanti serbo parato da Dragowski e dalla cavalcata sciupata da Danilo, con la partita sempre pericolosamente aperta. Sospiro di sollievo in pieno recupero, con Miretti ad illuminare il centravanti "di scorta" Milik, che faceva al meglio il suo mestire chiudendo la contesa.
Sabato si preannuncia un caldo pomeriggio a Firenze, in cui la banda di Allegri dovrà essere più che mai brava invece che bella, magari avvalendosi anche delle geometrie dell'ultimo arrivato Paredes.
Chiamato a confermare progressi e ambizioni, il Torino scivola in casa dell'Atalanta che aggancia sorniona la Roma al comando. Partita frizzante (due legni per parte) e dai due volti per la squadra di Juric, che facendo il passo del gambero è tornata al recente passato vanificando con le ingenuità difensive una prestazione comunque di livello.
Alle prese con gli acciacchi (compreso quello di Ricci nel riscaldamento) e la necessità di innestare forze fresche, il tecnico croato affidava la difesa a Djidji, Buongiorno e Rodriguez; lanciava in fascia Lazaro assieme ad Aina, depositava le chiavi del gioco nelle mani di Linetty e Lukic, con Vlasic (il migliore dei suoi) e la sorpresa Seck ad agire alle spalle di un evanescente ed isolato Sanabria.
Più propositivo il Torino in avvio, con buona circolazione di palla e nerazzurri presi d'infilata sulle corsie esterne. A mancare era però spesso la misura nell'ultimo passaggio. Con il passare dei minuti la gara si imperniava sui duelli "uno contro uno" a centrocampo, in un sostanziale equilibrio che sembrava dover accompagnare le squadre al riposo. Al tramonto della prima frazione Aina stendeva però ingenuamente Soopy in area e regalava a Koopmeiners il tiro dal dichetto con cui apriva la sua tripletta.
Da incubo l'avvio della ripresa, quando i granata venivano puniti dal velenoso rasoterra dalla distanza dell'olandese. Pur sotto di due reti, il Toro non demordeva. Pellegri dava vivacità all'attacco, anche se la manovra spesso mancava di lucidità e precisione agevolando gli atalantini nella gestione del doppio vantaggio. Vlasic, imbeccato dallo spunto del neo entrato attaccante riapriva la partita, ma quando le speranze sembravano rifiorire Lazaro combinava un'altra frittata abbattendo Lookman in area. Koopmeiners, implacabile dagli undici metri, faceva calare il sipario sull'incontro portandosi a casa il pallone. Digerita la prima sconfitta stagionale, la squadra di Juric dovrà cercare di riprendere la marcia già dal posticipo casalingo di lunedì sera contro il Lecce, avversario tignoso reduce dal punto strappato a Napoli.
Fotografia: fonte Eurosport