Serie A: il Toro supera il Lecce, la Juve bloccata sul pari a Firenze
Una Juventus sempre più enigmatica torna da Firenze con uno striminzito punticino e tanti, troppi punti interrogativi. Il Torino si rimette in marcia, regola di misura con buona personalità il tignoso Lecce e sorpassa di nuovo i "cugini" in classifica. Continua l'altalena delle due rappresentanti del calcio sotto la Mole anche dopo la quinta giornata di campionato.
Nell'anticipo del sabato al "Franchi" i bianconeri hanno messo in scena l'unico copione che sembrano in grado di recitare, a prescindere dal livello dell'avversario, in questo travagliato avvio di stagione. Vale a dire inizio volitivo e convincente che li porta a sbloccare subito il risultato, seguito da un progressivo arretramento del baricentro lasciando il controllo della manovra ai rivali a difesa dell'esiguo vantaggio, condito da un preoccupante calo di condizione. Una volta incassato il pareggio, la squadra di Allegri ha denotato la consueta incapacità di riproporsi in avanti e di cambiare passo, riuscendo mai a rendersi pericolosa.
Cambiati i musicanti, con scelte anche opinabili, la musica è sempre rimasta uguale. A restare a galla lo sfavillante Perin (dai riflessi felini in occasione del rigore parato a Jovic con l'ausilio del palo e nel finale sulla velenosa conclusione di Amrabat) assieme ai duttili centrali Danilo e Bremer. A sprazzi sulle corsie esterne Cuadrado e Alex Sandro, deludente l'esordio di Paredes (troppi gli errori di misura e posizione oltre alla giocata "pallavolistica" che ha causato il rigore riportando alla mente De Ligt), così come la prestazione di Locatelli e McKennie (quest'ultimo con l'aggravante di aver vanificato l'azione del possibile raddoppio). I lampi di classe e le intuizioni di Di Maria vanificati dalla precaria condizione (ma allora perché gettarlo nella mischia salvo rimpiazzarlo dopo l'intervallo con De Sciglio), dalla carburazione non ancora ottimale Kostic, svolgeva invece al meglio il suo compito Milik, che timbrava di nuovo il cartellino mentre Vlahovic veniva lasciato a languire in panchina, "risparmiato" per l'impegno di Champions League.
Incassato il pareggio viola su clamoroso contropiede che metteva il dito nella piaga dell'errato schieramento di Madama e salvata dal proprio portiere in versione para rigori, la Vecchia Signora (con rughe sempre più profonde) spariva dal campo nella ripresa. Baricentro basso, timidi tentativi di pressing individuali con reparti slegati che finivano solo per allungare la squadra, infruttuoso qualsiasi innesto dalla panchina, nessuna occasione creata. Per fortuna dei bianconeri sul fronte opposto si assisteva ad una monocorde quanto sterile supremazia gigliata, con la squadra di Italiano che può rammaricarsi per non aver saputo incanalare del tutto dalla propria parte l'inerzia favorevole della partita. Con le tegole dell'operazione di Pogba (rientro a gennaio) e dell'ennesimo riposo precauzionale di Di Maria, la Juve è ora chiamata almeno a non sfigurare in Champions di fronte al Paris Saint Germain, mentre domenica sera dovrà ritrovare la strada della vittoria contro una Salernitana in salute e da prendere con le molle.
A chiudere il cartellone della giornata, nel posticipo del lunedì sera, un Toro solido, concreto e dalla spiccata personalità, che ha regolato di misura un Lecce volenteroso ma evanescente sul piano offensivo, al termine di una partita sempre tenuta in pugno. Paro, sostituto in panchina di Juric, bloccato da problemi di salute, rimescolava in parte le carte schierando davanti al sicuro Milinkovic-Savic una difesa imperniata sulla possanza fisica di Djidji, Schuurs e Rodriguez. Affidate le chiavi del gioco all'inedita coppia formata dal geometrico Lukic e dall'esordiente Ilkhan (senza infamia e senza lode la sua prima in granata), spazio sulle corsie esterne a Lazaro e Vojvoda (quest'ultimo tra i migliori in campo), che ben si combinavano fra sovrapposizioni e ricerca dei tagli con i trequartisti Radonjic e Vlasic (altra prestazione di rilievo, la sua). Combattivo Pellegri nel ruolo di punta unica.
Dopo un avvio frizzante su ambo i fronti (nei salentini di rilievo il dinamismo di Banda), la partita si faceva più tattica con i pugliesi accorti ed i granata che prendevano campo cercando con insistenza la profondità. Proprio da un taglio di Vlasic (in azione nella foto di www.torinofc.it) imbeccato da Vojvoda arrivava al tramonto della prima frazione il gol partita.
Nella ripresa, dopo aver contenuto l'iniziale tentativo di reazione avversaria, il Toro gestiva il vantaggio con maturità mantenendo il controllo della manovra e andando alla ricerca dell'occasione per mettere la gara in ghiaccio. Il meritato raddoppio siglato da Pellegri veniva vanificato dalla posizione di fuorigioco, mentre nell'epilogo Vojvoda si vedeva respingere da Falcone una conclusione a botta sicura. Non pervenuta invece la squadra di Baroni in fase offensiva, con i torinisti che intascavano i tre punti in maniera relativamente agevole.
Nell'anticipo di sabato i granata andranno a sfidare a San Siro un'Inter desiderosa di riscatto dopo la sconfitta nel derby. Nell'occasione la banda di Juric avrà nulla da perdere e potrà giocare a mente libera riaffermando identità e caratteristiche che finora le hanno riservato più di una soddisfazione.