Beffe finali per Torino e Juventus nel 6° turno di serie A
I granata spaventano l'Inter e poi subiscono il gol allo scadere, polemiche nel recupero di Juventus-Salernitana terminata 2-2
Il Torino prima contiene, poi spaventa l'Inter salvata solo da uno strepitoso Handanovic, ma, come ormai malaugurata consuetudine contro le "grandi", finisce per cadere in vista del traguardo ed esce da San Siro con tanti, inutili applausi e il grosso rammarico di non avere ancora una volta messo punti in tasca.
Una Juventus sempre più dai due volti vive un primo tempo da incubo contro la Salernitana, poi ritrova almeno l'orgoglio nella ripresa, compie l'"impresa" di ribaltare la partita nel recupero, ma viene defraudata dal clamoroso cortocircuito della premiata ditta arbitro & VAR, con un errore che ha dell'incredibile nell'era della sofisticatissima tecnologia applicata al calcio. Turno di campionato da dimenticare, dunque, per le due rappresentanti del calcio sotto la Mole.
Nell'anticipo del sabato il Toro, sempre più conscio dei propri mezzi, regge per tutta la partita il confronto con i nerazzurri. Paro, che ha sostituito di nuovo in panchina l'indisponibile Juric, davanti a Milinkovic-Savic imperniava la difesa su Djidji, Buongiorno e Rodriguez, dando spazio sulle corsie esterne a Lazaro e Vojvoda. Le chiavi della manovra erano affidate a Linetty e Lukic, con Vlasic e Seck nel ruolo di trequartisti guastatori a supporto del terminale offensivo Sanabria.
Contenuta l'iniziale pressione della squadra di Inzaghi, i torinisti chiudevano abbastanza agevolmente gli spazi e cominciavano a pungere con Handanovic che iniziava il suo show neutralizzando Vlasic e il tiro-cross di Seck.
Toro da carica dopo l'intervallo, che si infrangeva però sul muro eretto dal portiere sloveno, il quale sventava il colpo di testa di Sanabria e respingeva di piede, omaggiando involontariamente il compianto Garella, la velenosa punizione di Rodriguez. Vlasic e Radonjic testavano ancora i riflessi dell'estremo difensore avversario, poi la solita girandola di sostituzioni che aumentava il peso offensivo dell'Inter e costringeva i granata ad un finale di contenimento, gestito comunque con lucidità e senza eccessivi patemi fino alla giocata di Barella per il guizzo di Brozovic, che sfuggiva ad Ilkhan e beffava Milinkovic-Savic facendo risvegliare il Toro dal proprio sogno di uscire almeno indenne dal "Meazza".
Juventus, scesa in campo con la sua terza divisa dalle tinte improbabili omaggio ad un marketing che calpesta sempre di più i colori sociali, ancora una volta sulle montagne russe in una gara dall'andamento rocambolesco, al termine della quale la volitiva Salernitana è uscita dallo Stadium con un punto comunque meritato dopo essere andata vicina ad un colpaccio storico.
Allegri proponeva un 4-3-3 duttile (leggi trasformazione in un 4-4-2 in fase di ripiegamento) ma veniva tradito dagli esterni bassi Cuadrado e De Sciglio, in costante difficoltà di fronte alle sgroppate di Mazzocchi e Candreva, come testimonia, favorita dallo svarione del colombiano, l'azione del vantaggio granata. Sufficiente la prestazione dei centrali difensivi Bonucci e Bremer, nel settore nevralgico Paredes, Miretti e McKennie andavano a sprazzi con ritmi troppo compassati, spesso presi d'infilata dalle incisive verticalizzazioni ospiti. Sul fronte offensivo, dinamico Kostic, impalpabile Kean, chiamato a lottare contro i mulini a vento Vlahovic (nella fotografia di Eurosport).
In pieno recupero era Bremer a travestirsi da pallavolista (mentre quelli veri, azzurri, stavano vincendo il Mondiale) e il VAR Banti, che pilotava da remoto il fischietto Marcenaro andato a vuoto in quasi tutti gli episodi cruciali, mandava Piatek sul dischetto per il clamoroso raddoppio campano.
Caduta nel baratro, nella seconda frazione la Vecchia Signora faceva leva sull'orgoglio e sul dinamismo del neo entrato Milik per rialzarsi. L'incursione aerea di Bremer la riportava presto in partita, poi la lunga rincorsa al pareggio. La traversa scheggiata da Milik era l'avvisaglia dei folli minuti di recupero, dove in centoventi secondi la Juve ribaltava il risultato con una sequela di emozioni vietate ai deboli di cuore. Dapprima Bonucci ribadiva in rete il rigore che Sepe era riuscito a respingergli, poi Milik insaccava di testa, si toglieva la maglia nell'esultanza e, già ammonito, veniva espulso. Come nei migliori finali thriller entrava in scena il VAR, che rilevava la posizione di fuorigioco del capitano bianconero e chiamava alla revisione l'arbitro, il quale la giudicava attiva ed annullava la rete. Peccato che nessuno si sia accorto che Candreva tenesse in gioco Bonucci e che le immagini che lo certificavano, come da giustificazione ufficiale dell'AIA, non fossero a disposizione del VAR. Errore clamoroso ed incomprensibile che scredita l'operato della classe arbitrale, getta più di un'ombra sul modo di impiegare la tecnologia nella valutazione delle situazioni di gioco e defrauda la Juve di due punti che, pur tra mille sofferenze ed una prestazione nuovamente da montagne russe, erano comunque arrivati. L'indegna gazzarra finale, con le espulsioni di Cuadrado e Fazio e di Allegri per proteste, faceva calare il sipario su una serata da dimenticare.
Archiviato un turno da incubo, sabato sera il Torino cercherà di rimettersi in carreggiata ospitando il Sassuolo, mentre domenica la Juventus, dopo la prova del nove in Champions League contro il Benfica, farà visita al Monza. Obiettivo minimo non omaggiare la matricola brianzola con il primo "regalo di benvenuto" nella massima divisione.